"Conferenza regionale sul turismo". Vicesindaco Matulli: "Gestiamo Firenze in una governance diffusa, valorizzando qualità e competitività"

"La competitività e la qualità, sostenute da tutte le componenti della città, devono essere gli obiettivi ai quali puntare per promuovere Firenze ed il turismo, evitando di commettere l'errore di poter vivere di rendita. Bisogna essere consapevoli di dover affrontare le scelte per la città, nel suo complesso: non si può pensare di occuparsi di Firenze a pezzi, è necessario gestirla in una governance diffusa. L'aver scelto di discutere di turismo in questa Fortezza Medicea, dimostra anche il senso della politica di promozione del turismo espositivo e congressuale, elementi fondamentali della nostra città e la scelta che viene fatta, è di fare prevalere la qualità".Questo il senso dell'intervento del vicesindaco Giuseppe Matulli, all'apertura dei lavori della "Conferenza regionale del turismo", dopo aver invitato i partecipanti ad osservare un minuto di silenzio e di raccoglimento per commemorare la 31° vittima del contingente italiano in Iraq: il caporal maggiore Alessandro Pibiri.Di seguito, il testo dell'intervento del vicesindaco Matulli."Mi preme sottolineare la positività dell'impostazione data dall'Assessore Anna Rita Bramerini a questa conferenza, cioè di dare rilevo alla competitività a cui è chiamata la Regione Toscana che ha, comunque, le dotazioni che sono state ricordate dal filmato appena proiettato e quelle che, parlando a nome di Firenze, costituiscono il patrimonio del turismo della città. È importante aver impostato il filo del discorso sulla competitività, perché questo ci mette immediatamente in guardia contro il rischio che quotidianamente ci troviamo ad affrontare, cioè di una cultura della rendita. L'esaltazione del nostro patrimonio è quindi l'illusione che la sua ricchezza possa, di per sé, essere produttiva di effetti per il turismo ma non solo. In una città come Firenze, non esistono «le risorse» del turismo: è essa stessa una grande risorsa, poiché è proprio la città, nel suo complesso, ad essere un bene culturale. E la città è innanzitutto una realtà complessa che può diventare una struttura armonicamente composta o una struttura divisa perché prevale l'autoreferenzialità. Questo ragionamento ci porta ad affermare che la sfida per la competitività non può essere solo di una componente, sia che si tratti degli operatori che degli enti pubblici, ma di tutta la collettività nella sua interezza e nella sua composizione. Firenze è una città che ha i punti più salienti del patrimonio culturale, divisi fra almeno tre enti: quelli ecclesiastici, il Comune, il ministero dei beni culturali. Tutti e tre formano la città. Di qui, la sfida di essere capaci di affrontare non ognuno il suo pezzo di città ma la città nel suo complesso. Il turismo è infatti la verifica della capacità di gestire la città, di gestirla in una governance diffusa che non attribuisce la responsabilità ad un solo soggetto. È una verifica importante, è una sfida importante di fronte alla quale non posso non citare una originale scrittrice toscana come Caterina da Siena che nella lettera ai «reggitori della città» parlava della «città prestata» e questo è un concetto che gli amministratori non possono non sentire che come sfida. Altro elemento, è che in una città come Firenze, la realtà in cui ora ci troviamo, la Fortezza Medicea, è una struttura che, altrove, non sarebbe stata scelta per le attività espositive e congressuali; altrove sarebbe prevalso un ambito completamente diverso, puntando sulla dimensione e non sulla qualità. Questa scelta, invece, costituisce una delle sfide del nostro territorio, proprio per quanto concerne la potenzialità espositiva e congressuale che è uno degli elementi fondamentali per la nostra città. Per tutti questi motivi noi siamo più che interessati; siamo parte integrante di questa conferenza e siamo ad augurare un buon lavoro a tutti che è, prima di tutto, interesse, insieme a tutta la Toscana, della città di Firenze". (uc)