Duecento studenti in Palazzo Vecchio commemorano le vittime del terrorismo, della mafia e di ogni forma di criminalità
Firenze non dimentica e chiama a raccolta gli studenti per riflettere su quel tragico 23 maggio di 14 anni fa, quando a Capaci (Palermo) un'autobomba della mafia uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca e gli agenti della sua scorta.Questa mattina, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, si è svolta la premiazione del concorso indetto dalla segreteria provinciale di Firenze del Sap, il sindacato autonomo di polizia, insieme all'assessorato alla pubblica istruzione e all'assessorato alla sicurezza e alla vivibilità urbana per ricordare anche il sacrificio del procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino, dilaniato il 19 luglio del 1992 da un'autobomba che fece strage anche dei poliziotti che lo proteggevano, e quello di tutte le vittime di mafia, terrorismo e criminalità.Duecento studenti, scelti fra coloro che sono nati proprio nel 1992, hanno inviato le loro composizioni sugli attentati nei quali persero la vita Falcone, Borsellino e gli agenti delle scorte. Una giornata per ricordare, per commemorare l'orrore delle stragi di mafia ma anche del terrorismo e di ogni forma di criminalità, il panico e la distruzione. Per non dimenticare, soprattutto.Hanno portato il loro saluto, tra gli altri, il direttore interregionale della polizia di Stato, Capuano, il procuratore aggiunto Francesco Fluery ed il segretario generale aggiunto del Sap Giovanni Paladini. Erano presenti i consiglieri Stefano Alessandri (AN) e Susanna Agostini (DS) e Giovanna Maggiani Chelli vicepresidente dell'associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili.E' intervenuto il sostituto procuratore Giuseppe Nicolosi, uno dei magistrati che insieme a Gabriele Chelazzi, Piero Luigi Vigna e lo stesso Fleury, ha contribuito a individuare mandanti ed esecutori degli attentati del 1993 a Firenze, Milano e Roma.Subito dopo è stata letta una sintesi degli elaborati degli studenti, che poi saranno raccolti in un volume "Per non dimenticare", a cura del Sap e dell'assessorato alla pubblica istruzione. Sono stati circa 200 gli alunni che hanno realizzato gli elaborati, provenienti da 10 scuole medie inferiori che sono: Gandhi, annessa Istituto d'Arte, Pieraccini - Rosselli - Verdi, Piero della Francesca, Dino Compagni, Barsanti, Rosai, Calamandrei, Masaccio e San Giuseppe dell'Apparizione.«Falcone e Borsellino - ha sottolineato l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri sono oggi ricordati come tutte le altre vittime della criminalità organizzata, della mafia, del terrorismo perché non vogliamo e non dobbiamo dimenticare. Non basta combattere la mafia, bisogna sconfiggerla. Non si può allentare la presa e grazie al lavoro di uomini come Falcone e Borsellino, e tanti altri tra gli appartenenti alle forze dell'ordine e della magistratura, a cittadini coraggiosi che fanno semplicemente il loro dovere, si può vincere questa battaglia.Idealità, coraggio, impegno civile, giustizia sono tutti elementi indispensabili per la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata»«In questa giornata ha aggiunto l'assessore alla pubblica istruzione abbiamo voluto coinvolgere gli studenti perché sentiamo un dovere nei confronti delle giovani generazioni: il ricordo è un dovere per testimoniare la gratitudine verso le vittime, verso chi ha sostenuto l'estremo sacrificio per la legalità. E il ricordo è un dovere per sviluppare l'esempio positivo dato da uomini come Falcone e Borsellino. Perché bisogna combattere l'indifferenza, bisogna combattere l'assenza delle istituzioni e della politica, bisogna combattere la connivenza con la mafia e promuovere la cultura della legalità. Abbiamo promosso questo bando di partecipazione per promuovere una cittadinanza responsabile e consapevole che rafforzi i valori etici e promuova una coscienza civica».«Questa manifestazione ha spiegato il segretario provinciale del Sap Carlo Papini rappresenta l'icona di un percorso culturale e della memoria delle tragedie che si sono ripercosse nel tessuto sociale e istituzionale del nostro paese negli ultimi cinquant'anni. Ma vogliamo anche lanciare un messaggio a non lasciare che nulla di simile possa ripetersi ancora. Ricordiamo centinaia di uomini e donne uccisi solo perché compivano il loro dovere di cittadini, di magistrati, di poliziotti o di comuni testimoni delle libertà e dei valori della nostra Italia. Non si tratta di una semplice rievocazione, quanto e soprattutto di un modo di ricordare a noi tutti e alle future generazioni che il virus della violenza, della devianza e della criminalità comune e politica deve essere combattuto, poiché la libertà, la democrazia e la civiltà di un Paese risiedono sotto l'imperio della legge e della legalità, e sono un patrimonio comune. Libertà, peraltro, in molte regioni del nostro paese significa anche sviluppo economico, sviluppo delle personalità umane e progresso di tutta la comunità».L'iniziativa si è conclusa con l'intervento di Fausto Vinci, un funzionario dello Sco (il servizio centrale operativo della polizia di Stato) che ha partecipato alla cattura al boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano e che è stato "interrogato" dai ragazzi presenti nel Salone dei Cinquecento. (fn)