Tramvia, Nocentini (Rifondazione) scrive una lettera aperta ad Antonio Laganà
Una lettera è stata scritta dalla capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini ad Antonio Laganà, l'uomo che dall'alba di venerdì scorso vive su un albero di viale Morgagni per evitarne l'abbattimento previsto dal progetto per la realizzazione della tramvia. (fn)Questo il testo della lettera:«Egregio signor LaganàÈ certamente diritto di tutti i cittadini esprimere le proprie convinzioni in merito a scelte e azioni dell'amministrazione locale o statale; il fatto che lei si sottoponga ad un sacrificio così forte e prolungato testimonia della sua profonda convinzione nell'opporsi al taglio degli alberi in viale Morgagni, per i lavori relativi alla tramvia. Per questo ha il mio personale rispetto.Ritengo che alcuni diritti, suoi come di altri cittadini, siano stati offesi nella realizzazione di quest'opera, e sto pensando alle analoghe operazioni che si sono svolte nel quartiere 4: diritto di informazione adeguata sul procedere dei cantieri, diritto di conoscere il progetto complessivo sia per quanto riguarda la fase di cantierizzazione che a regime; diritto di conoscere le proposte di soluzioni alternative alla mobilità e alla sosta; diritto di conoscere le motivazioni che determinano il taglio degli alberi, cosa estrema. Questo rapporto con i cittadini non è stato costruito da parte dell'Amministrazione, e questa è la denuncia che facciamo da sempre: come forza di opposizione evidentemente non confidiamo in questa Amministrazione, e non comprendiamo perché dovrebbero farlo i cittadini senza un percorso almeno di informazione, senza un di più del voto elettorale di tre anni fa.Pur non sottovalutando tutto questo, però, ritengo che nell'interesse della città e di quanti la abitano e la vivono, sia assolutamente importante e urgente la costruzione di un mezzo di trasporto pubblico poco inquinante e tale da indurre a rinunciare all'uso del mezzo privato. Ritengo che non sarà facile convincere i cittadini a cambiare il loro modo di vivere quotidiano, dopo che per cinquant'anni siamo stati tutti indirizzati all'uso della macchina e abbiamo assoggettato il territorio, urbano e non, a questa priorità, con le conseguenze devastanti che sono sotto gli occhi di tutti. Ma questa è una battaglia, culturale prima che politica, in cui penso di dovermi assolutamente impegnare: per questo, anche sapendo che la tramvia sarà una soluzione parziale, ritengo che sia necessaria come chiave di volta per un modo di ragionare e di comportarsi nuovo e diverso.Su queste poche considerazioni la invito a riflettere e a desistere dalla sua sofferta forma di lotta, poiché ogni blocco dei lavori produrrebbe l'effetto di rendere irrealizzabile la costruzione dell'intera tramvia, come alcuni desiderano, evitando così che la sua battaglia possa essere utilizzata a questo scopo.Resto a disposizione per approfondire e continuare questa conversazione, se è di suo interesse, e la saluto con molto rispetto».