Nocentini, Pieri e Diaw (Rifondazione): «Sempre più valida la manifestazione del 20 ottobre a Roma su welfare e pensioni»

«E' sorprendente la celerità di qualcuno che non aspetta neppure di avere in mano i dati ufficiali del risultato referendario per strumentalizzarlo per i propri fini politici, azzardando anche analisi francamente discutibili». Questa la replioca della capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini e dei consiglieri Leonardo Pieri e Mbaye Diaw alle dichiarazioni del capogruppo dello SDI Alessandro Falciani sui risultati del referendum sull'accordo sul pacchetto welfare tra governo e sindacati.«Se fosse vero che il risultato del comune di Firenze si aggira intorno al 60% a favore dell'accordo - hanno aggiunto - sarebbe ben lontano da quel 70% ottenuto dai sì a livello nazionale, anche grazie all'escamotage di far votare su un'unica scheda lavoratori e pensionati su due argomenti diversi: welfare e pensioni. In realtà a questo risultato sarebbe corretto sommare altri risultati del pubblico impiego, come ad esempio quello dell'università di Firenze che ha visto una netta prevalenza dei no con il 64%. Se i dati forniti da Falciani fossero veritieri, dimostra ancora una volta che i lavoratori non hanno digerito così semplicemente l'accordo e che il disagio è fortemente presente anche nei nostri territori. Per questo crediamo che il risultato referendario vada letto con maggiore "maturità" politica, senza gettarsi sulla "preda" come qualcuno prova già a fare, ed è per questo che il 20 ottobre sarà un'occasione di dare voce a quei lavoratori, stabili e precari, che vedono perdere continuamente il potere d'acquisto dei propri salari e la validità dei propri diritti».«Del resto a quell'appuntamento non partecipa solo Rifondazione - hanno concluso Nocentini, Pieri e Diaw - ma un ampio schieramento politico e sociale che, senza contrapporsi al governo, cercherà di andare incontro ad un malessere diffuso nel Paese che rischia di minare il percorso intrapreso dall'Unione. La manifestazione del 20 ottobre risulta quindi ancora valida anche in vista del dibattito parlamentare, che, nonostante ciò che possano pensare Montezemolo e Falciani, rimane ancora lo strumento costituzionalmente idoneo per la promulgazione delle leggi». (fn)