Complesso di San Firenze, facciata e gruppi scultorei tornano a risplendere dopo i delicati interventi di restauro
Tornerà a splendere la facciata del complesso di San Firenze nell'omonima piazza. Alla fine di ottobre saranno tolti tutti i ponteggi montati nel marzo del 2006 con le sculture sopra i portoni che saranno di nuovo visibili in tutta la loro bellezza. I restauri sono stati presentati questa mattina dal direttore dei lavori dell'ufficio delle Belle Arti di Palazzo Vecchio Oriella Pieracci e il responsabile l'architetto Giuseppe Cini.Il Comune ha speso complessivamente circa 420mila euro per restaurare il lapideo della facciata , i rivestimenti d'angolo su via dell'Anguillara e su borgo de' Greci (una copia di paraste scanalate da un lato e una singola lesena dall'altro) che erano le parti più a rischio. L'intervento di restauro è stato caratterizzato da lunghe operazioni per rimuovere le incrostazioni scure formatesi nelle parti più riparate e non soggette all'azione delle acque meteoriche, oltre a tutte le incrostazioni derivate agli effetti del degrado dovuti al traffico, alle piogge acide e all'azione dei piccioni e le infestazioni vegetali. Patticolare attenzione hanno richiesto gli angeli dei gruppi scultorei che guardano verso il basso e che sono stati fissati con fasciature metalliche.Sono state rimosse tutte le vecchie stuccature le malte incoerenti, pulite le parti in pietra forte, integrate le parti mancanti nelle sculture mediante impasto in cocciopesto e consolidamento specifico.Gli interventi sono stati piuttosto impegnativi per l'avanzato stato di deterioramento, sui balaustrini del terrazzino.E poi la pulitura delle sculture e dei gruppi marmorei che è stata eseguita gradualmente, salvaguardando le patine nobili mineralizzate, che hanno funzione protettiva e ormai storicizzata. L'asportazione di parte delle croste nere è avvenuta con l'impiego del laser mentre sulle superfici di fondo, livellate a scalpello e sgrezzate a subbia, i depositi spessi e di consistenza calcarea sono stati rimossi meccanicamente con il bisturi. Alla fase di pulitura è seguito il consolidamento delle superfici poi protette con cera microcristallina.E poi i provvedimenti contro i piccioni. Oltre ai classici spunzoni di ferro, sono stati installati dei dissuasori con sensori elettrici che scoraggiano la sosta.L'ultimo restauro di tutto il palazzo risale al 1981 (quello precedente è del 1961) quando il gruppo scultoreo originale posto sulla sommità della balaustra centrale del palazzo fu portato alle Oblate e sostituito con una copia. (lb)SI ALLEGANO LE NOTE STORICHE SULL'INTERO COMPLESSOil luogo dove attualmente sorge il complesso di San Firenze ha ospitato fin dall'antichità edifici destinati al culto religioso, infatti, nel 1772, furono trovati resti che sembrano appartenenti ad un antico Tempio dedicato a Iside. La pianta di Firenze di don Stefano Buonsignori , impressa nel 1584, mostra l'ubicazione di due chiese (tra cui S. Fiorenzo), separate da un isolato di case che si protendeva nell'attuale piazza San Firenze. L'intenzione di Padri filippini, venendo ad abitare nel centro cittadino alla fine del 1631, era di costruire una nuova chiesa e un nuovo oratorio sull'area della chiesa di San Fiorenzo. Un nuovo personaggio appena affacciato nella scena fiorentina, fu destinato ad imprimere una traccia profonda nella storia della comunità oratoriana: il nobile fiorentino Giuliano Serragli. La delibera definitiva di costruzione di una nuova chiesa porta ufficialmente la data del gennaio 1645. Quanto all'architetto progettista, l'indicazione unanime era per Pietro da Cortona, scelto probabilmente dallo stesso Giuliano Serragli. La Congregazione, tuttavia, ritenne opportuno indire un bando di concorso, invitando a parteciparvi, insieme col Cortona, Giovanni Coccapani e Gherardo Silvani. I lavori proseguirono alacremente cosicché, come previsto, la cerimonia di posa della prima pietra ebbe luogo il 26 maggio 1645, festa di san Filippo. Gli aiuti finanziari erano però pochi e sporadici e lo stato di salute di quasi tutti i membri della Congregazione era precario e la città era di nuovo turbata da una minaccia di epidemia; pertanto i lavori furono presto interrotti. Nel 1668 furono ripresi i lavori con l'oratorio del Silvani (l'attuale chiesa) La facciata della chiesa di San Filippo Neri, sulla sinistra dell'intero prospetto, fu costruita a partire dal 1730, su progetto di Ferdinando Ruggieri, e realizzata con pietra forte proveniente dalle cave degli scalpellini Masoni situate a Vincigliata. La rimanente parte della facciata, cioè il palazzo centrale e la facciata gemella dell'oratorio sulla destra, fu realizzata a partire dal 1772, su progetto di Zanobi del Rosso con pietra forte lavorata dagli scalpellini Simon Pietro e Gaetano Fortini e proveniente dalle cave di Marignolle. Il 25 marzo 1808 fu estesa anche alla Toscana la legislazione francese, un decreto imperiale stabiliva la soppressione delle congregazioni religiose. Nel 1867, il Demanio, trasformò l'Oratorio come aula del Parlamento della seconda capitale d'Italia. Infine fu ceduto dallo Stato al Comune come parziale risarcimento delle spese da esso sostenute nel breve periodo di firenze capitale e a tutt'oggi utilizzata dal tribunale della città.