Consiglio degli Stranieri. Divina Capalad: "Si promuovano politiche di inclusione sociale per la completa integrazione dei migranti"
"Nel seminario «Verso l'assemblea dei popoli dell'Onu e la marcia per la pace Perugia Assisi» del 3 e 4 ottobre scorsi, sono emersi due punti fondamentali. Il primo è il concetto di «poveri illegali», cioè tutti quegli immigrati che risiedono in Italia e che si trovano ad affrontare quotidianamente i più svariati problemi e che sono spesso costretti a inventarsi degli espedienti per sopravvivere. Il secondo è «l'illegalità della povertà», che ribalta completamente il punto di vista precedente ponendo l'attenzione sulle attività e iniziative che le amministrazioni pubbliche dovrebbero intraprendere per attuare più giuste politiche sociali".È quanto ha sottolineato Divina Capalad, presidente del Consiglio degli Stranieri, commentando gli argomenti emersi nel seminario che si è tenuto a Palazzo Vecchio la scorsa settimana."Il Consiglio degli Stranieri è sempre presente ad ogni incontro e convegno come rappresentante dei cittadini stranieri in questo territorio e partecipa attivamente con proposte e appelli ha proseguito la presidente Capalad . Puntiamo sempre a focalizzare l'attenzione su alcune problematiche e, grazie al presidente del Consiglio Comunale Eros Cruccolini, all'assemblea dei Migranti, alla consulta per l'immigrazione dell'Anci e all'Arci Toscana, abbiamo l'occasione di presentare varie proposte che riguardano gli immigrati in Toscana"."Io credo davvero che l'integrazione non significhi far diventare qualcuno come noi, che ogni comunità sia diversa dalle altre comunità conclude la presidente del Consiglio degli Stranieri . Deve essere così: uno scambio di cultura, «aprirsi e sentirsi». Vogliamo che l'Amministrazione con le politiche di governo operi la sua funzione di mediazione per risolvere i conflitti sociali, che non alimenti «la guerra tra poveri». Ci vogliono così politiche di inclusione, affinché si garantisca la completa integrazione sociale dei migranti, non attraverso gli strumenti della paura e della repressione che creano allarme nella popolazione. La convivenza è una realtà e gli immigrati sono già parte della società italiana, soprattutto per le persone che vivono e lavorano in Italia da molti anni. C'è da dire che in una società democratica il rispetto dei diritti deve essere alla base di una convivenza civile e pacifica". (uc)