Checcucci (AN): «Troppe consulenze esterne a Publiacqua»

«Bene i tagli ai consigli di amministrazione delle aziende partecipate ma adesso, anche senza attendere una apposita norma di legge, queste società si occupino di tagliare le troppe consulenze». Lo ha detto la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci.«La giunta, con una delibera del 25 settembre scorso – ha spiegato l'esponente del centrodestra – ha dato attuazione alle norme contenute nelle legge finanziaria. Ma per tagliare le troppe consulenze non c'è bisogno di una apposita norma di legge. In occasione del bilancio 2006 avevamo presentato un ordine del giorno con il quale richiedevo la riduzione del 50% delle consulenze affidate dalle partecipate».«Publiacqua, ad esempio – ha aggiunto Gaia Checcucci - deve aver ritenuto la raccomandazione, peraltro a parole condivisa dalla giunta, superflua o comunque non indirizzata a se stessa. Questa società ha speso 1.780.094 euro nel 2005 e 1.514.098 euro per incarichi e consulenze esterne nel 2006. Un po' troppo se si considera che si tratta della società di gestione delle risorse idriche che ha una delle tariffe più alte in Italia, che ha appena provveduto, con il via libera dei comuni all'interno dell'autorità d'ambito ad aumentare la tariffa del 9,5%».«Non guasterebbe – ha sottolineato la consigliera di AN - po' più di morigeratezza visto che il personale interno non manca: 330 operai, 382 impiegati, ben 16 quadri e 4 dirigenti, per un totale di 741 dipendenti. A fronte di questi numeri, ricorrere a professionalità esterne non soltanto per quesiti o problematiche altamente complesse, ma anche per ciò che dovrebbe rappresentare l'effettivo "core business", e relative attività, di una società che gestisce il ciclo idrico integrato, da adito a qualche riflessione. Fra progettazioni, raccolta dati, coordinamenti, indagine geofisiche e altro ancora, tutte affidate a professionisti esterni, viene da chiedersi se Publiacqua non sia una sorta di stazione appaltante per dare lavoro fuori».«Inoltre – ha concluso Gaia Checcucci - considerando la stretta che la società ha dato al personale interno, accorpando unità e comprimendo i turni anche notturni, verrebbe logico pensare che analoga politica di rigore fosse applicata anche per questi incarichi esterni». (fn)