Consiglio comunale, dal sindaco Domenici un appello "per restituire piena dignità alla massima assemblea cittadina. Le regole vanno rispettate da tutti"
"Un forte e solenne appello e un richiamo alle forze politiche di maggioranza, di minoranza e al pubblico, per restituire piena dignità e agibilità democratica al consiglio comunale di Firenze". E' l'invito del sindaco Leonardo Domenici dopo le ultime turbolente sedute della massima assemblea elettiva cittadina, ultima quella che si è svolta ieri pomeriggio."In un momento particolarmente difficile afferma Domenici abbiamo tutti il dovere di porre la massima attenzione al funzionamento delle nostre istituzioni. Se il consiglio comunale diventa ripetutamente un'arena di confronto senza regole, in cui non esiste più la possibilità di svolgere un dibattito ragionato, anche aspro ma nel pieno rispetto dei regolamenti, prima o poi rischia di subire un colpo irreparabile che sarebbe una sconfitta per tutti: maggioranza, opposizione e cittadini. Se l'aula deve essere un palcoscenico per una rappresentazione, è bene andare da un'altra parte; se vogliamo invece che questa sia l'assemblea rappresentativa della città, allora le regole vanno rispettate. Qui non si tratta di episodi isolati, come è successo più volte anche in passato: siamo di fronte ad una continuatività, ad una persistenza di una situazione, cominciata con l'ultimo consiglio comunale prima della pausa estiva, quella sul piano strutturale, e continuato nelle tre sedute dopo la ripresa dei lavori. Con tensione, turbolenze, intemperanze, con l'impossibilità di parlare da parte di assessori e consiglieri. Non può funzionare così". Per Domenici dunque "il problema non è tanto la gravità dei fatti accaduti, ma la messa in discussione del funzionamento del consiglio comunale": e quindi il sindaco invita "tutti coloro che hanno una qualche responsabilità con la loro presenza in consiglio, ad assumere il regolamento dello stesso consiglio comunale come punto da tener fermo. Già da lunedì prossimo, l'invito per tutti è di dare prova di correttezza ed equilibrio". A questo proposito, Domenici cita integralmente l'articolo 61 del regolamento: "Il pubblico ammesso ad assistere alle sedute del Consiglio comunale deve tenere un comportamento corretto astenendosi da ogni manifestazione che, mediante parole, gesti, scritti o altro, si riferisca alle opinioni espresse dai Consiglieri o alle decisioni adottate dal Consiglio. Non possono in ogni caso essere esibiti cartelli, striscioni o altri messaggi che possano in alcun modo distogliere il Consiglio dallo svolgimento dei propri compiti. Il Presidente del Consiglio comunale può ordinare l'immediata espulsione di chi non ottempera alle disposizioni del comma 1. Qualora il comportamento del pubblico ostacoli il proseguimento della seduta, il Presidente può disporre che la medesima prosegua a porte chiuse. La forza pubblica non può entrare in aula se non autorizzata dal Presidente ed interviene solo su sua richiesta". Domenici inoltre stigmatizza anche come certi comportamenti denotino anche una "mancanza di rispetto verso la disabilità del presidente del consiglio comunale. Questo è veramente poco edificante. Naturalmente non dico che un ipovedente non può svolgere il compito di presidente; dico però che ci vogliono collaborazione, sostegno e rispetto".Riguardo l'intervento della polizia municipale, che ha chiesto di esibire i documenti ad alcuni cittadini presenti in aula durante il consiglio di ieri, Domenici precisa che questo atteggiamento "deriva dal fatto che gli episodi di turbativa si ripetevano già da alcuni consigli comunali ed è per questo motivo che la polizia municipale è intervenuta, agendo nell'ambito della legge, chiedendo i documenti a chi aveva più volte recato disturbo. Non si tratta di schedare o criminalizzare, ma sono atti di cui comunque la Polizia municipale è responsabile". Domenici ha anche fatto presente che già nel corso del consiglio comunale sui lavavetri erano state fatte dalla Polizia municipale quattro denunce penali nei confronti di tre persone per resistenza, rifiuto di fornire le generalità e interruzione di pubblico servizio "ed è scattato da lì precisato il sindaco un meccanismo di relazione con la procura". (ag)