Tramvia, Nocentini (Rifondazione): «Realizzazione di un modello di città tutto basato sulla priorità e preminenza del trasporto pubblico»
Questo l'intervento di Anna Nocentini, capogruppo di Rofondazione Comunista:«Oggi finalmente affrontiamo la discussione, per noi l'inizio della discussione, con il consiglio e con la città sulle linee due e tre della tramvia. E' un appuntamento che abbiamo fortemente voluto e per il quale abbiamo lavorato, anche come forza di opposizione; è un momento che deve dare inizio ad un modo diverso da come finora è stata gestita la realizzazione della prima linea.Questa discussione si svolge in clima difficile perché, e non è un'interpretazione, la città è da anni caotica, invasa dai cantieri, traffico in aumento, sottoposto a cambiamenti spesso non conosciuti, senza incremento di mobilità alternativa; l'aria è sempre più inquinata e irrespirabile, le persone sempre più stressate.L'esperienza della costruzione della linea 1 non ha certamente costruito consenso intorno all'opera più importante di questi tempi per la città: i ritardi, cantieri fermi o semideserti, la ricerca di volta in volta di soluzioni tecniche, la mancanza di soluzioni alternative, insomma la sensazione che si siano fatti esperimenti sul campo più che studi di mobilità sostitutiva dell'esistente e sopra a tutto la mancanza di informazione e di comunicazione adeguata, ha fatto sì che i cittadini non si sentano tutelati, non sentano compresi e affrontati i loro disagi, interessi, necessità; ha alimentato la sensazione che manchi un progetto complessivo sia per la realizzazione della tramvia, sia per tutte le opere indispensabili al suo efficace funzionamento, come la creazione di parcheggi scambiatori, il progetto di riorganizzazione del trasporto pubblico su gomma: insomma la cittadinanza non ha potuto vedere una ipotesi di città in cui il tpl sia il segno caratteristico, e dunque la tramvia sia sostitutiva e non aggiuntiva al trasporto privato, a difesa della salute e della qualità della vita.Davanti a un'opera eccezionale per la città la cui realizzazione coprirà un ritardo decennale rispetto alle altre grandi città europee, la prima preoccupazione deve essere quella di dare sicurezza agli abitanti, dai lavoratori agli studenti fino ai pendolari, di far trasparire ad ogni passaggio che c'è piena consapevolezza delle difficoltà aggiuntive che si creano al vivere quotidiano, con quali soluzioni vengono affrontate, anche esplicitando i problemi e denunciando, sì denunciando, comportamenti distruttivi. Il silenzio sui problemi consente le peggiori ipotesi, le peggiori interpretazioni.In una situazione così difficile l'inizio dei lavori per i sottoservizi delle linee 2 e 3 con l'abbattimento degli alberi in viale Morgagni, in piena estate con 40 gradi, neppure preceduto da uno straccio di informazione, per forza suscita la ribellione e l'opposizione dei cittadini! Ma chi di noi, vedendo abbattere un albero dietro l'altro, tanto più in piena estate, non si indigna, non cerca di sapere, di capire?E perché sono poi così poco rassicuranti le comunicazioni dei vari assessori nelle assemblee? Perché si spingono i cittadini a diventare controparte mentre si sta realizzando un'opera per un cambiamento profondo nella vita della città e verso la quale c'è assoluto bisogno di far crescere consenso culturale prima ancora che politico?Questo non deve più succedere: non deve succedere che nella costruzione delle due linee, sempre più urgente, non ci siano occasioni di confronto con la cittadinanza: abbiamo i tracciati, sembra (visto che è stato detto in quest'aula la scorsa settimana che il 29 i tracciati sarebbero stati disponibili dopo la prima analisi dei tecnici): ebbene, questi tracciati, devono diventare oggetto di confronto con la cittadinanza, chiarendo bene se e quali siano gli ambiti possibili di intervento anche in relazione alle risorse economiche; la tempistica deve essere indicata in maniera che gli stessi cittadini siano controllori legittimamente interessati dello svolgimento dei lavori; i nodi non risolti devono essere portati alla discussione.L'esperienza passata non consente di sottovalutare per nulla i problemi che si stanno creando intorno alla realizzazione di quest'opera; per questo abbiamo dato vita, a seguito del consiglio sulla mobilità del 18 dicembre scorso, al tavolo dell'unione sulle questioni della tramvia, pur mantenendo la collocazione all'opposizione di questa Giunta, con l'obiettivo di costruire le condizioni perché non si ripetesse sulle linee 2 e 3 quello che è successo con la linea 1, sia nella relazione con la città che nei tempi di realizzazione, e che producano un cambiamento importante e significativo e rapido.Non abbiamo dimenticato che già sulla decisione della linea 1 avevamo dato battaglia, in assoluta solitudine, vuoi perché quel tracciato non si collegava e non si collega all'ospedale di Torregalli, ne al parcheggio scambiatore realizzato con i fondi del giubileo e poi declassificato ad altre funzioni, vuoi perché non risolve l'isolamento della parallela zona di Osmannoro con il resto della città. Non ci sfuggiva, ancora, la complessità della costruzione della tramvia, con la linea 1 costruita tramite un appalto di Ataf, le linee 2 e 3 tramite un project financing, strumento col quale, fuori dalle ideologie, si può certamente affermare che questa amministrazione non ha dimostrato molta dimestichezza, a dir poco; né ci sfuggiva l'impegno futuro previsto nel project per il mantenimento dell'equilibrio economico dello stesso. Abbiamo dalla nostra l'aver lavorato per garantire la gestione unica del trasporto pubblico, su rotaia e su gomma, perché l'azienda comunale potesse continuare a lavorare e non solo in rimessa. E ripetutamente abbiamo chiesto di affrontare la discussione su quale riordino del trasporto pubblico su gomma.Ma altrettanto non ci sfuggiva e non ci sfugge che la destra cittadina si appresta a fare di questo tema il centro della propria iniziativa politica, sull'onda dei disagi veri, delle insufficienze di gestione, e di coinvolgimento e partecipazione al progetto, agitando l'ipotesi quella si mistificatrice della metropolitana (irrealizzabile e devastante per i disagi che provocherebbe) mascherano invece un disegno di città che continua a basarsi sulla mobilità privata, sulle code e gli ingorghi sulla filosofia della macchina in doppia sosta., Firenze si rassegnerebbe per questo percorso al trasporto privato come esclusivo e prioritario per i prossimi venti anni!E poiché già a dicembre emerse chiaro, non solo per l'opposizione di sinistra ma per le stesse forze politiche di maggioranza, che il modo con cui l'Amministrazione gestisce la realizzazione della prima linea non era adeguato alle necessità e logorava il rapporto con i cittadini, il tavolo dell'unione, espressione politica dei gruppi consiliari, si assunse l'onere di garantire che non succedesse per le linee due e tre quello che stava già succedendo con la linea 1 e che si ponessero le condizioni per riattivare la giusta relazione con la città.Era ed è un impegno politico e amministrativo allo stesso tempo: politico, nel senso di affermare un disegno di città e di convivenza non basata sulla soluzione individuale (mezzo privato) e attenta alla qualità della vita, anche nel lungo periodo; amministrativo, nel senso di non tollerare più ritardi, soluzioni pasticciate e improvvisate.Oggi il consiglio ragiona sulle linee due e tre prima che diventi esecutivo. Questo non è successo con la linea 1. Bene.Ma quello che non è cambiato in maniera palese è l'impegno politico dell'Amministrazione verso la realizzazione di un modello di città tutto basato sulla priorità e preminenza del trasporto pubblico. Si tratta non solo dei ritardi nella realizzazione della tramvia, ma nella incomprensibile lentezza di realizzare le corsie privilegiate per il mezzo pubblico, di privilegiare controlli dissuasivi sulla circolazione e la sosta dei mezzi privati, sulla mancanza di implementazione del trasporto su gomma
insomma alle affermazioni non corrispondono i fatti. Così non si può dire ai fiorentini e turisti a lasciare la macchina a casa o nel parcheggio scambiatore, perché mancano i parcheggi scambiatori per i pendolari, perché non non ci sono ancora le busvie e piste ciclabili, perché la polizia municipale è usata per altre funzioni piuttosto che al rispetto del codice della strada
..Ma questa ambiguità e questo non procedere contemporaneamente verso un progetto complessivo di trasporto pubblico, anticipando contestualmente le soluzioni di trasporto pubblico su gomma al fine di diminuire da subito il traffico veicolare privato, ha aperto una strada larga per la destra cittadina la quale vorrebbe oggi accreditarsi di un successo che non le appartiene: questa ambiguità ha lasciato che si mescolassero posizioni contrarie al trasporto pubblico, espressione di un'idea di città basata sull'individualismo e la comodità immediata, e posizioni opposte, che puntano ad una città in cui davvero la mobilità sia garantita senza mettere a repentaglio la salute di oggi e di domani, ma che oggi non possono che lamentare la sordità dell'Amministrazione che procede spedita senza quei passaggi minimi di informazione che pure erano stati chiesti, e che arranca nella realizzazione della prima linea.Allora è indispensabile uscire dall'ambiguità: se davvero si è convinti che il futuro della mobilità cittadina è l'intermodalità dei mezzi pubblici e che ogni anno, ogni mese che passa rende più difficile la situazione, se davvero l'idea di città è quella di una città vivibile e non segnata dallo stress di ore in macchina ogni giorno, allora si assuma a pieno questa priorità, e si cominci ad agire concretamente e senza ambiguità in questa direzione.Accelerare la realizzazione della linea 1, 2 e 3 e iniziare da oggi a pensare le linee 4, 5 e 6: ossia non è di meno tramvia abbiamo bisogno bensì di un sistema capillare ferro/tramvia (e quando diciamo ferro intendiamo un passaggio dell'alta velocità non in sotterraneo, ma con l'uso e il potenziamento dei binari di superficie) capace di coprire tutti poli dell'area metropolitana, provinciale e regionale per proiettarsi veramente verso una città senza auto, dove la regola è il trasporto pubblico e il circostanziato uso dell'auto privata.Per parte nostra non ci tiriamo indietro da un lavoro iniziato per far sì che quest'opera sia realizzata nel tempo più breve possibile: perché anche nel programma elettorale della coalizione che ci ha portati in questo Consiglio nel 2004, già approvati quindi i progetti dei tracciati delle linee 2 e 3, l'impegno per la realizzazione del trasporto pubblico era prioritario; ma al contempo è necessario separare chi non vuole una città basata sul trasposto pubblico da chi invece chiede partecipazione, condivisione, responsabilizzazione; è necessario non prestare il fianco a ipotesi che significherebbero inevitabilmente il rinvio sine die dei lavori. Non dimentichiamo che la destra continua a chiedere la metropolitana, o come si chiama oggi, dopo che la scelta della tramvia fu fatta dalla Giunta pentapartito di Morales, poi candidato sindaco col centrodestra! Solo per dire non facciamo nulla.Lunedì scorso e poi oggi ci è stato illustrato, molto sommariamente, il punto a cui siamo: sia sui tracciati, che sul piano delle alberature, che sulle idee guida di risistemazione urbana; non abbiamo sentito una parola sui parcheggi scambiatori, così come sulle soluzioni di sosta per i residenti lungo il tracciato, durante i lavori dei cantieri. Non siamo soddisfatti. Nei prossimi giorni e mesi si deve lavorare molto su questi punti .Ci sono impegni precisi nel documento che abbiamo sottoscritto con i gruppi dell'unione: al realizzarsi di quegli impegni, dalle risorse in bilancio al percorso con la cittadinanza, alla presentazione dei progetti di risistemazione urbana, di reimpianto delle alberature, di realizzazione dei parcheggi scambiatori.Noi prendiamo molto sul serio gli impegni assunti, per noi significano arrivare nel metodo e nei contenuti a un diverso rapporto con la cittadinanza, non è una delega alle buone intenzioni ma al contrario è sui risultati concreti e anche immediati che leghiamo la verifica della nostra partecipazione al tavolo dell'unione».(fn)