Bosi e Pieri (FI): «Contro gli immigrati che non rispettano le regole gli strumenti ci sono già da tempo, basta applicarli»

«Contro i lavavetri e, comunque, tutti gli immigrati che non rispettano le regole gli strumenti legislativi ci sono da tempo e non c'è bisogno di ordinanze-spot». E' quanto sostengono i consiglieri di Forza Italia Enrico Bosi e Massimo Pieri che hanno presentato una mozione nella quale si invita il sindaco «a promuovere l'espulsione dei clandestini dell'Unione Europea».«L'assessore Cioni – hanno commentato i due esponenti del centrodestra - avrebbe potuto dare maggiore incisività alla sua azione contro l'abusivismo se nella predisposizione delle due ordinanze sui lavavetri avesse avuto il coraggio di utilizzare le disposizioni del decreto legge varato dal Governo Prodi il 6 gennaio 2007 che recepisce le direttive dell'Unione Europea che fin dal 2004 detta ai sindaci e ai funzionari pubblici norme molte precise e severe».«Il principio di fondo del decreto legge – hanno ricordato Bosi e Pieri – che si adegua all'orientamento della UE è che in Italia possono rimanere solo coloro che possono dimostrare di avere per se e la famiglia risorse economiche - testuale - "sufficienti per non diventare un onere a carico dell'assistenza sociale dello Stato" ospitante. In ogni caso possono essere colpiti da un provvedimento di allontanamento tutti quelli che "con i loro comportamenti rappresentino un pericolo per la sicurezza e l'ordine pubblico". Il decreto, che è perfettamente operativo, è stato proposto dal Ministro delle Politiche Europee Bonino, dal Ministro dell'Interno Amato, dell'Economia Padoa Schioppa, della Giustizia Mastella, del Lavoro Damiano e degli Affari Regionali Lanzillotta. Ma a Firenze l'applicazione del provvedimento di legge in questione è un dettaglio del tutto trascurabile preferendosi l'alternativa di una duplice ordinanza di dubbio valore giuridico e di scarso effetto pratico così come viene dimostrato dal ritorno agli incroci dei lavavetri incuranti del potere sanzionatorio del Comune».«Grazie a questi strumenti – ha sottolineati Bosi – il sindaco di Pavia ha espulso 200 clandestini. In Francia la normativa comunitaria è stata applicata con grande successo. E' inspiegabile che la nostra città non la utilizzi e che l'amministrazione comunale giustifichi questo atteggiamento scaricando la responsabilità sul prefetto».Il consigliere Pieri chiede all'amministrazione anche di «riattivare il sistema di videosorveglianza nel parco delle Cascine». «Si tratta di un intervento - ha sottolineato l'esponente del centrodestra - non solo per garantire in maniera efficace la sicurezza dei cittadini ma anche per stroncare il mercato della prostituzione minorile. In questi anni l'amministrazione ha puntato, e giustamente, su una rete utile come deterrente contro ogni forma di criminalità ma di recente tale sistema è stato disattivato dal garante della privacy». «Una scelta sbagliata - ha concluso Pieri - che al parco delle Cascine sta facendo proliferare, in modo particolare, la prostituzione minorile». (fn)Questo il testo della mozioneMOZIONEOggetto: invitano il Sindaco a promuovere l'espulsione degli immigrati clandestini dell'Unione EuropeaI sottoscritti Consiglieri Comunali,• vista l'ormai dilagante piaga degli immigrati clandestini dell'Unione che stazionano nel nostro Paese senza un'occupazione che ne consenta la sopravvivenza e l'inserimento socio culturale, con la conseguente creazione di sacche di criminalità che contribuiscono sensibilmente ad accrescere il livello di insicurezza del nostro territorio;• constatato che la nostra città è preda, come molte altre metropoli, di lavavetri, accattoni, zingari i cui comportamenti sono sempre più connotati da arroganza e violenza, specialmente a danno dei soggetti più deboli come le donne, i minori e gli anziani;• ricordato il decreto legislativo 6 febbraio 2007 n.30 - attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri - il quale disciplina le limitazioni ai diritti di cui sopra per motivi di ordine pubblico e di pubblica sicurezza;• considerato che il suddetto decreto all'art.7 comma 1 a) e b) disciplina il diritto di soggiorno per un periodo superiore a tre mesi vincolandolo alla certezza di un'attività lavorativa autonoma o subordinata e alla disponibilità per se stesso e per i propri familiari di risorse economiche sufficienti per non diventare un onere a carico dell'assistenza sociale dello Stato durante il periodo di soggiorno e di un'assicurazione sanitaria o di altro titolo idoneo comunque denominato che copra tutti i rischi nel territorio nazionale, oppure, come recita il comma d) riconosce il diritto di soggiorno a familiari che accompagnano o raggiungono un cittadino dell'Unione che ha diritto di soggiornare ai sensi delle sopracitate lettere a) e b);• appreso che i sindaci di svariate città del Nord Italia fra cui Milano e Verona stanno già attuando, in collaborazione con le questure, i provvedimenti di rimpatrio degli immigrati dell'Unione che, dopo 90 giorni di soggiorno nel nostro territorio, si trovino ancora in stato di disoccupazione, in ottemperanza alle norme della legge di cui sopra;• visto che alcune città del Veneto hanno anche assunto l'iniziativa di noleggiare bus e voli charter per garantire il reimpatrio dei clandestini sia dell'Unione Europea che extracomunitari, peraltro con l'impiego di limitate risorse finanziarie, poiché i fondi a disposizione delle questure non lo consentono;• visto che a Bruxelles è stato stanziato un ingente fondo al quale è possibile attingere per agevolare il rimpatrio dei clandestini, già utilizzato in più riprese dal premier spagnolo Zapatero, che consentirebbe di attuare con certezza i provvedimenti di espulsione dal territorio italiano degli ospiti irregolari in base al decreto legislativo 30/2007 che recepisce la direttiva europea di cui sopra;• ritenuto che il rispetto della legalità sia il principio sul quale fondare ogni convivenza civile indipendentemente dalla nazionalità e dall'etnia di appartenenzaINVITANO IL SINDACOA sollecitare le autorità di polizia competenti ad avviare le procedure che consentano il sicuro reimpatrio degli immigrati che non sono in regola con le norme del decreto legislativo 6 febbraio 2007, n.30 attingendo al fondo europeo opportunamente stanziato per l'allontanamento dei clandestini, secondo il modello adottato da altre città che si sono attivate prontamente per offrire una risposta credibile al bisogno di legalità e di sicurezza dei cittadini.Enrico BosiMassimo Pieri