Ordinanza lavavetri, il consiglio approva odg di Partito democratico e SDI

Il consiglio comunale, con 26 voti favorevoli, 9 contrari e 6 astenuti, ha approvato questa sera un ordine del giorno presentato da Partito Democratico e SDI. Nel documento si chiede al sindaco di «avviare un confronto politico prima della scadenza» dell'ordinanza sui lavavetri e di «concordare tutte le azioni di prevenzione e sostegno sociale da assicurare congiuntamente ai provvedimenti di divieto».I proponenti elencano poi «le azioni necessarie a sostanziare» quest'ultimo quali, anzitutto, «l'attuazione delle azioni di prevenzione sociale, che restano l'unico vero antidoto al sentimento di insicurezza e vulnerabilità nella nostra città e siano di forte contrasto al processo di criminalizzazione dei fenomeni di disagio sociale».Nell'ordine del giorno si sottolinea tra l'altro, che «le ordinanze contingibili e urgenti che si sono succedute sui lavavetri sono originate dalla necessità di fronteggiare una situazione di illegalità diffusa che intorno a questo fenomeno si era venuta a creare e quindi, da sole non possono risolvere il problema della legalità in città né tantomeno rappresentare una ampia ed articolata proposta politica di cui questi problemi hanno bisogno». (fn)Questo il testo dell'ordine del giorno:Oggetto: Ordine del giorno sulla Mozione n.643 del 2007Proponenti: Slberto Formigli (Gruppo Democratico Palazzo Vecchio)Alessandro Falciani (Gruppo Socialisti Democratici Italiani)IL CONSIGLIO COMUNALECONSIDERATO che il tema della qualità della vita nelle aree urbane è strettamente connesso alla questione della sicurezza che nel nostro territorio, stante un "rischio criminalità" costantemente inferiore alla media nazionale, è rappresentato dalla percezione dei fenomeni che interagiscono con la sicurezza ed in particolare dall'emersione del sentimento di "vulnerabilità";VALUTATO che tale sentimento è legato al tema della legalità o meglio dell'illegalità diffusa negli atti di vita quotidiana contraddistinta da fenomeni di mancato rispetto delle regole sociali che si combinano di volta in volta con ulteriori criticità, quali marginalità sociale, la criminalità, il disordine urbano, la violenza diffusa, la clandestinità, l'abusivismo e provocano effetti pesantemente distorsivi anche sulla pratica amministrativa quotidiana, oltre che nella vita dei cittadini;VISTO che la città di Firenze è già impegnata su questo fronte con provvedimenti e servizi dedicati all' inclusione e integrazione sociale, alla riduzione dell'indigenza,ecc. che fanno parte di una più ampia scelta politica di integrazione socio sanitaria confermata fin dall'anno 2000 e caratterizzata da un approccio omogeneo e multidisciplinare alle politiche di solidarietà sociale: (le politiche per la casa e per le residenze temporanee di emergenza, quelle rivolte all'alfabetizzazione e conoscenza della lingua, al rifugio per coloro che escono da schiavitù o racket, la prevenzione e cura della salute, la nutrizione garantita per tutti coloro che si rivolgono ai servizi, la messa in rete di opportunità lavorative per tutti, ad un esempio per la categoria dei badanti è stata anche attivata una formazione ad hoc, le convenzioni per le attività condivise con le associazioni dai contatti di strada all'apporto umano e la presa in carico, necessari per avvicinare ai servizi tutti i soggetti bisognosi e aventi diritto.);RITENUTO che sia sbagliato inseguire la risonanza che il problema ha avuto nel dibattito nazionale perché Firenze è la città dell'accoglienza e della solidarietà oggi come lo era prima; anzi ci investe una maggiore responsabilità nel qualificare il nostro contributo alla definizione delle politiche di sicurezza delle città che sono il frutto dell'interazione tra più discipline ed attività amministrative, da quelle sociali a quelle nei confronti dell'immigrazione, dall'urbanistica al commercio, e che ricomprendono anche provvedimenti di contrasto ai fenomeni di turbativa sociale;CONSIDERATO che questa posizione era già espressa dalla maggioranza di Palazzo Vecchio con l'odg. 540 approvato dal Consiglio Comunale il 2 luglio 2007 in cui il tema della sicurezza veniva affrontato in maniera multiforme e multiformi erano le azioni che l'amministrazione doveva intraprendere, sia sul piano della riqualificazione urbana, sia su quello dell'integrazione e della solidarietà, sia dell'educazione e della costruzione di valori di legalità diffusi ma anche nel controllo del territorio e nella soluzione di quei fenomeni di illegalità, certo minori rispetto ai fenomeni di criminalità organizzata, ma in grado di minare la convivenza civile;DATO CHE una società, quale quella contemporanea, aperta ad ogni genere di scambi, densa di irresolubili conflitti irrimediabilmente sovraccarica la dimensione locale tanto che le città diventano le "discariche" di problemi generati a livello globale e cioè terminali di problematiche di ben più ampia portata; ai governi locali è così assegnato il compito improbo di trovare soluzioni locali a contraddizioni globali.RITENUTO CHE occuparsi di tali problematiche è responsabilità di governo dalla quale non si può e non si deve rifuggire anzi occorre assumerle quali priorità dell'azione politica con l'obbiettivo di evitare che il mancato intervento alimenti sentimenti di strisciante ostilità verso gli ultimi, gli immigrati e la marginalità sociale la cui visibilità è facile bersaglio per l'insofferenza di molti.VISTO CHE per gli interventi già programmati in quella direzione l'.A.C. impegna una grossa parte di risorse economiche ed umane dedicate ad un crescente bisogno di investimenti per prevenzione e inserimento data l'emergenza quali-quantitativa evidenziata in città. Tanto da riservare alla spesa sociale 54 milioni di euro di cui circa il 15% per i senza fissa dimora, più esattamente oltre 2 milioni per l'inclusione sociale dei senza fissa dimora; circa 2,5 milioni per minori soli e donne vittime di tratta; 1,4 milioni per la popolazione Rom;CONSIDERATO che le ordinanze contingibili e urgenti che si sono succedute sulla questione dei "lavavetri' sono originate dalla necessità di fronteggiare una situazione di illegalità diffusa che intorno a quel fenomeno si era venuta a creare e quindi, da sole, non possono risolvere il problema della legalità in città nè tantomeno rappresentare una ampia ed articolata proposta politica di cui questi problemi hanno bisogno;RITENUTO quindi che occorra ridefinire i contenuti di una politica attiva sul tema della percezione dei fenomeni legati alla sicurezza che consenta di non limitare l'intervento al solo divieto ma possa delineare una serie di azioni che se da un lato riducono il sentimento di disagio per i cittadini che provocano fenomeni come i lavavetri o l'abusivismo commerciale, dall'altro si pongano l'obbiettivo di creare le condizioni perché la città sappia accogliere e ricerchi soluzioni per coloro la cui condizione di vita è tale da ritenere una via di uscita la pratica di una microillegalità diffusa.CONSIDERATO che il principio di legalità è fondamento della democrazia e della convivenza civile dell'intero Paese, condizione essenziale della crescita e dello sviluppo delle comunità e non può essere né oggetto della competizione istituzionale tra Enti territoriali e Istituzioni che a diverso titolo e su differenziati livelli governano i territori, né lasciato pesare sulle spalle dei Sindaci.Per questi motivi, data la rilevanza politica del tema e la necessità di mantenere processi di confronto e condivisione politica che devono accompagnare le scelte di governo,CHIEDE AL SINDACOdi avviare un confronto politico prima della scadenza delle stesse Ordinanze al fine di individuare e concordare tutte le azioni di prevenzione e sostegno sociale da assicurare congiuntamente ai provvedimenti di divieto.Di adottare le azioni necessarie a sostanziare il provvedimento quali:1. l'attuazione delle azioni di prevenzione sociale, che restano l'unico vero antidoto al sentimento di insicurezza e vulnerabilità nella nostra città, e siano di forte contrasto al processo di criminalizzazione dei fenomeni di disagio sociale;2. l'attivazione delle seguenti priorità, già delineate nel documento di maggioranza approvato nel C.C. sulla sicurezza:• verifica del monitoraggio dei fenomeni di marginalità sociale e illegalità urbana e delle relative zone territoriali nelle quali si manifestano: attività di lavavetri, accattonaggio, prostituzione e abusivismo commerciale, ecc….;• individuazione di percorsi formativi per l'avviamento al lavoro, anche per attività socialmente utili, da riservare a quanti siano vittime del disagio e della marginalità sociale ed al contempo disponibili a forme di integrazione oltre ad iniziative tese alla ricerca delle stesse disponibilità;• valorizzazione e attivazione delle forme di collaborazione con il tessuto sociale, economico e l'associazionismo esistente sul territorio per progetti sociali che creino opportunità lavorative e di inserimento, anche nella direzione del contrasto al degrado urbano;• Controllo del territorio anche attraverso l'istituzione del Vigile di Quartiere;• Definizione di un apposito strumento di monitoraggio dei fenomeni afferenti il tema della legalità urbana che garantisca un quadro conoscitivo aggiornato ed un momento di confronto all'interno del Consiglio Comunale.Tutto ciò premesso appare quindi assolutamente doveroso che il Governo Nazionale sostenuto dall'Unione affronti la questione e possa con la collegialità necessaria, definire un quadro normativo più puntuale che consenta una efficace azione di contrasto e maggiori risorse per occuparsi di sviluppo, servizi pubblici, interventi sociali e di quanto serve per la coesione sociale nelle nostre città.Firenze 17 settembre 2007