Le sculture di Paolo Pelosini in mostra al Palagio di Parte Guelfa fino al 10 settembre

Fino al 10 settembre al Palagio di Parte Guelfa (orario 9.30-12.30 e 15.30-19.30) è in corso la personale dello scultore Paolo Pelosini, prima tappa di un percorso espositivo che porterà successivamente i suoi lavori a Milano. La rassegna, inaugurata dall'assessore alle tradizioni popolari Eugenio Giani, raccoglie i lavori più recenti dell'artista, da anni impegnato in una ricerca espressiva che ruota intorno al concetto di recupero e riutilizzo di materiali considerati di scarto, come lamiere squarciate, chiodi, segnali stradali, bidoni e barattoli abbandonati.Le sculture di Pelosini sono generalmente di metallo e ricavate da oggetti trovati per le strade di Manhattan o nelle campagne della sua terra originaria, la Versilia: brandelli di lamiera, che l'artista chiama "pietra locale", una materia urbana ancora contaminata dallo sporco e dagli odori della città. Da questi ferri vecchi e arrugginiti Pelosini riesce a intuirne nuove potenzialità espressive, iniziando a manipolarle, squarciarle e tagliarle fino a ricomporle in opere di grande forza poetica e impatto visivo. Prendono così vita angeli caduti, corpi dilaniati, carcasse di animali, come uccelli, pesci, cavalli, opere forgiate attraverso il gesto dell'accetta: figure liberate da materiali che appartengono a mondi devastati e in rovina, ma che per l'artista si rivelano giacimenti di ispirazione in attesa di essere plasmati.Le sculture presentate al Palagio di Parte Guelfa, un corpus di 18 sculture di medie e grandi dimensioni, affrontano il tema della morte, rappresentando un momento di riflessione su tematiche di grande interesse politico e sociale, come i conflitti e le violenze che ancora divampano nel mondo. In tal senso è emblematica l'opera Collateral Damage del 2006, una figura umana a stento riconoscibile giace in una cassa di bombe, oppure una colomba uccisa e ancora sanguinante prende forma da un coacervo di lamiere. Assemblaggi e intrecci di metallo rivelano inediti effetti pittorici attraverso l'uso di un linguaggio decisamente contemporaneo, un fare artistico che non rinuncia all'efficacia comunicativa nel trasmettere emozioni, a volte scomode, suggestioni cariche di vitalità e memoria.La mostra, patrocinata dal Comune di Firenze, è curata da Federico Poletti, che sta inoltre preparando un'ampia monografia dedicata all'artista per le edizioni Caleidoscopio (in uscita a ottobre).(fd)