Cellai (AN): «Il kebab non è in regola ma l'ordinanza lo fa riaprire»
Questo il testo dell'intervento del vicecapogruppo di Alleanza Nazionale Jacopo Cellai:«Il 23 agosto scorso un'ordinanza del Comune di Firenze ha disposto la sospensione di un'attività di kebab ed altri cibi precotti di via Panicale "fino al ripristino di idonee condizioni igienico-sanitarie". "Erano state rilevate condizioni igienico-sanitarie pessime, con particolare riferimento alla tenuta delle attrezzature e locali e alla conservazione degli alimenti", "nel locale cucina è stata rilevata mancanza d'areazione; di superficie (12 mq) e di attrezzature per il lavaggio degli alimenti". L'ordinanza parlava di "urgenza del provvedimento diretto ad assicurare la tutela della salute pubblica". Ieri, dopo appena 5 giorni, un'altra ordinanza ha decretato la riapertura del locale. Buon senso farebbe pensare che il locale è stato autorizzato a riaprire poiché ha messo in regola tutto ciò che precedentemente gli è stato contestato determinandone la sospensione. E invece non è così. L'ordinanza riporta la relazione della ufficio igiene e sanità pubblica dell'azienda sanitaria di Firenze relativa al sopralluogo effettuato dalla medesima in data 27 agosto scorso che dice testualmente : "Il locale cucina non è dotato di porta e le aperture a vasistas che si affacciano sul locale non sono dotate di reticelle antiinsetti", " l'estrattore d'aria a servizio dello spogliatoio non era ancora funzionante", "non sono chiare le modalità di smaltimento dei reflui, compresa la pulizia delle fosse biologiche", "mancanza di lavelli separati per le diverse tipologie di alimenti", " le condizioni di pulizia apparivano sufficienti sebbene la vetustà dell'immobile richieda una rigorosa gestione igienico-sanitaria con forte presidio dei punti critici, da definire nel piano di autocontrollo". Eppure l'amministrazione comunale ha disposto la riapertura dell'attività dal 28 agosto, ieri dunque, ordinando altresì al titolare dell'attività di ottemperare alle violazioni sopra riportate entro 15 giorni avvertendo che si procederà in termini di legge in caso d'inadempienza.Il caso è a dir poco grottesco. Se l'attività è stata sospesa in quanto non in regola come mai si autorizza a riaprirla senza che sia stata messa in regola ? Per quale motivo si lascia riaprire concedendo 15 giorni per metterla a posto invece di vincolare la riapertura del locale alla messa in regola del medesimo?Come è possibile sospendere con un'urgenza un'attività per assicurare la tutela della salute pubblica, sottolineando la pessima conservazione degli alimenti e riaprirla senza aver prima accertato pienamente il ripristino delle condizioni igienico-sanitarie?Sulla questione presenterò immediatamente un'interrogazione».(fn)