Stop ai lavavetri, Baruzzi, Soldani e Malavolti (SD) replicano a Nardella (PD)
Questo il testo dell'intervento di Daniele Baruzzi, consigliere comunale e coordinatore metropolitano Sinistra Democratica, della capogruppo Anna Soldani e del consigliere Gregorio Malavolti:«Pur non essendo "studiosi di diritto costituzionale e docenti" , vorremmo ricordare al collega Nardella e all'Assessore Cioni che il nostro ordinamento costituzionale prevede che per definire una fattispecie penale di reato serve una legge del parlamento della repubblica, e non è sufficiente una ordinanza comunale: si tratta di un elementare principio liberale di civiltà giuridica (nulla poena sine lege). Ricordiamo anche che in materia una sentenza della Corte di Cassazione (sez. I, sent. n. 37112 del 05-11-2002) ha detto parole chiare: "Non integra il reato di cui all'art. 650 c.p. (inosservanza dei provvedimenti dell'autorità) l'inottemperanza all'ordinanza sindacale di interdizione allo svolgimento dell'attività di lavavetri, in quanto, non essendo quest'ultima soggetta ad autorizzazione, il Sindaco è sprovvisto del potere di emettere provvedimenti al riguardo, rientranti nelle esclusive attribuzioni del questore, a norma dell'art. 17-ter, comma 1, del R.D. 18 giugno 1931 n. 773 (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza)". Siamo consapevoli però che la questione, ancor prima che giuridica, è politica, come lo stesso assessore Cioni ci ricorda oggi in un'intervista in cui definisce l'ordinanza sui lavavetri come "la sfida del PD". Immaginavamo che lo scioglimento dei DS e la nascita del PD avrebbe comportato uno scivolamento a destra, ma non sino al punto da raccogliere il plauso della Lega e di Forza Nuova! L'affermazione per cui i lavavetri rappresenterebbero "profili di eccezionale gravità per la sicurezza e l'incolumità degli individui" ci appare fuori da ogni misura, e non coglie il dato vero di questo fenomeno, rappresentato dallo sfruttamento e dalla marginalità. La sfida di una sinistra di governo è quella dell'integrazione e della tutela dei soggetti deboli, e non è certamente soffiando sul fuoco della criminalizzazione che la si può vincere. Per questo chiediamo non il semplice ritiro dell'ordinanza, ma una analisi conoscitiva seria del fenomeno e la definizione di una proposta di segno radicalmente diverso.Infine, sarebbe saggio che gli amici del PD trovassero altre sedi, diverse da quelle istituzionali di Palazzo Vecchio (dove, ricordiamo per inciso, esiste una maggioranza che non è composta dal solo PD), per lanciare le loro "sfide". Se poi ci si vuole per forza guadagnare qualche giornalata in vista delle primarie del 14 ottobre, almeno non lo si faccia sulle spalle di 50 lavavetri».(fn)