Stop ai lavavetri Nardella (PD): «L'ordinanza non ha fini politici e non viola il principio costituzionale di eguaglianza»

«L'ordinanza del Comune di Firenze del 25 agosto sui lavavetri è corretta sia nella forma che nella sostanza perché affronta un problema reale e non ha niente a che vedere con scelte di tipo politico». Lo ha detto il consigliere comunale Dario Nardella (PD).«Non vedo un problema particolare di incostituzionalità come ha detto il presidente onorario della corte costituzionale Antonio Baldassarre – ha aggiunto l'esponente della maggioranza che è anche studioso di diritto costituzionale e docente - secondo cui il provvedimento violerebbe il principio di eguaglianza dell'articoolo 3 della Costituzione in relazione ad altri Comuni. L'ordinanza, infatti, interviene su una situazione specifica della città di Firenze che ha dei presupposti di fatto e di diritto: innanzitutto l'attività dei cosiddetti "lavavetri" è spesso fonte di atti di violenza verbale e tentata aggressione nei confronti dei conducenti delle auto in sosta ai semafori, come dimostrato dalle numerose denunce, e vi è l'ipotesi grave di una connessione con attività organizzate di racket. In secondo luogo, il mestiere di "lavavetri" è abusivo in quanto non è espressamente autorizzato dall'amministrazione comunale, come richiesto da un apposito regolamento per tutti i mestieri girovaghi».«Esiste perciò una situazione specifica – ha sottolineato Nardella - con profili di eccezionale gravità per la sicurezza e l'incolumità degli individui che riguarda il caso di Firenze e non viola il principio costituzionale di eguaglianza. Qui, al contrario è in gioco il principio costituzionale di legalità, e, semmai il venir meno della garanzia di uguaglianza sussiste nei confronti degli altri mestieri girovaghi legittimi, come quello dello strillone, che si svolgono pacificamente e nel rispetto delle persone. L'aspetto della sanzione penale, infine, è solo una conseguenza dell'intervento dell'ordinanza, come prevede il codice penale a proposito dell'inosservanza dei provvedimenti dell'autorità: non è il Comune che decide direttamente se e come punire penalmente i lavavetri. Nessuno nega poi che si possa trattare di un vero e proprio mestiere, ma, in attesa di una legge statale apposita che la disciplini, le ordinanze con tingibili e urgenti sono l'unico strumento efficace che i sindaci hanno in mano». (fn)