Consulenze, Checcucci (AN): «Non devono servire per alimentare il sottobosco della politica. Subito una stretta, come dice anche il ministro Nicolais»

«Il Comune faccia tesoro delle dichiarazioni del ministro Nicolais e cominci subito ad introdurre regole più rigorose per le consulenze esterne assegnate sia dall'amministrazione che dalle società partecipate». Lo ha detto la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci dopo che ieri il ministero dell'innovazione e della funzione pubblica ha annunciato che i suoi uffici, insieme alla corte dei conti, stanno studiando un sistema per non pagare alle pubbliche amministrazioni le consulenze non rese pubbliche.«Lo scorso aprile, insieme al collega Cellai – ha ricordato l'esponente del centrodestra – è stata presenta una mozione per introdurre linee guida sugli incarichi e le collaborazioni. Oltre a citare l'apposita delibera della sezione unita della corte dei conti e le circolari del direttore generale del Comune, si sottolineava l'importanza dell'ultima circolare del ministro dell'innovazione con la quale si dettano ulteriori disposizioni per il conferimento degli incarichi esterni».«Nel 2006 – ha ricordato Gaia Checcucci - il Comune ha speso per le consulenze circa 6milioni e 400mila euro. Ma solo incarichi per 600mila euro, però, hanno avuto un esame preventivo da parte del collegio dei revisori dei conti e, successivamente, sono state inoltrate alla sezione controllo della corte dei conti, così come prevede la legge finanziaria del 2005. Una parte consistente del totale degli incarichi riguardano consulenze sulle progettazioni, che non rientrano in quella discrezionalità amministrativa oggetto del vaglio da parte dei revisori. Poi ci sono consulenze per 2milioni di euro attivate per pagare, in modo particolare, i docenti dell'Iti e delle scuole di formazione. Anche queste sfuggono al controllo dei revisori anche se, a nostro parere, per tutte non dovrebbe essere così: sono stati conferiti, ad esempio, incarichi sul portale giovani che non rientrano in alcun tipo di docenza».«In realtà sulla base di tutti gli incarichi monitorati dimostrano che l'amministrazione si muovo in maniera disinvolto e poco rispettoso dei criteri per conferire le consulenze. I presupposti di legittimità generali affinchè possa essere conferito qualunque incarico esterno e consulenza sono molteplici: la rispondenza dello stesso agli obiettivi dell'amministrazione; l'inesistenza, all'interno della propria organizzazione della figura professionale idonea allo svolgimento dell'incarico, da accertare per mezzo di una reale ricognizione; individuazione specifica dei contenuti e dei criteri per lo svolgimento;indicazione della durata; proporzione fra il compenso e l'utilità conseguita dal Comune; in definitiva eccezionalità, temporaneità, impossibilità di ricorrere a personale interno, obbligo di motivazione. Sulla base di questi presupposti già molti incarichi conferiti dal Comune sono, a nostro modo di vedere, non legittimi: l'amministrazione usa motivazioni standard come l'assenza di personale interno disponibile senza che però appaia un reale accertamento di tale carenza».«Inoltre, per quanto riguarda gli incarichi cosiddetti di "studio e ricerca" – ha aggiunto la consigliera di AN - notiamo che, rispetto al totale delle consulenze, ben pochi rientrano in questa casistica, sfuggendo così al controllo del collegio che della sezione controllo della magistratura contabile. Peraltro la discrezionalità dell'amministrazione di far rientrare alcune fattispecie in questa casistica è scrupolosamente regolata dalla delibera delle sezioni riunite corte dei conti del 2005 secondo la quale, addirittura, anche per le collaborazioni coordinate e continuative occorre valutare la natura reale della prestazione».«Si usano insomma le consulenze – ha concluso Gaia Checcucci - come piccoli riconoscimenti per ex consiglieri e amici di partito che certamente hanno poco a che fare con le spiccate professionali richieste per motivare correttamente le consulenze. Stessi criteri rigorosi devono infine essere applicati dalle partecipate: nel 2007 le dieci società più importanti hanno speso 7milioni e 500mila euro nel 2005 e una cifra di non molto inferiore lo scorso anno. E questo nonostante le nostre richieste di un taglio di almeno il 50%». (fn)Questo il testo della mozione:Firenze, 5 aprile 2007Al Signor Sindaco delComune di FirenzeTipologia: mozioneSoggetti proponenti: Gaia Checcucci, Jacopo CellaiOggetto: linee guida sugli incarichi di collaborazione esternaTENUTO CONTOdella deliberazione della Corte dei Conti sez riunite n. 6 del 2005 con la quale, oltre a ribadire i presupposti di legittimità degli incarichi esterni in generale, detta criteri interpretativi per l'affidamento di incarichi di studio, consulenza e ricerca, i quali, sulla base delle disposizioni normative vigenti in materia, dovrebbero essere sottoposti alla cd "procedura rinforzata" ovverosia al preventivo controllo del Collegio dei Revisori;CONSIDERATEle linee guida seguite dall'AC per l'assegnazione degli incarichi di collaborazione esterna formalizzate in una circolare del 2 febbraio 2005, integrata poi con un'altra circolare del 15 aprile 2005 a firma del Direttore Generale, con la quale si dettano specifici indirizzi a cui le Direzione devono attenersi per il conferimento degli incarichi;PRESO ATTOdella recente circolare del Ministero per l'Innovazione del dicembre 2006 con la quale si dettano ulteriori disposizioni per il conferimento degli incarichi esterni;RILEVATA ALTRESI'- La prassi seguita negli ultimi anni dagli uffici dell'A.C. e il ruolo dei Revisori dei Conti chiamati a valutare solo quella parte degli incarichi che a giudizio dell'A.C. rientrerebbero nella casistica oggetto della loro supervisione prima di essere assegnati;- la sintetica scheda che viene loro presentata e sulla base della quale essi devono attestare o meno la conformità alle norme vigenti dell'atto di affidamento di quell'incarico;CONSIDERATO INFINE- I presupposti di legittimità affinchè possa essere conferito qualunque incarico esterno e consulenza, ovverosia: la rispondenza dello stesso agli obiettivi dell'A.C.; l'inesistenza, all'interno della propria organizzazione della figura professionale idonea allo svolgimento dell'incarico, da accertare per mezzo di una reale ricognizione;individuazione specifica dei contenuti e dei criteri per lo svolgimento;indicazione della durata;proporzione fra il compenso e l'utilità conseguita dall'A.C.; in definitiva eccezionalità, temporaneità, impossibilità di ricorrere a personale interno, obbligo di motivazione;- la nozione interpretativa che l'A.C. ha dato negli anni di incarico di studio, ricerca e consulenza, ovvero di quegli incarichi sottoposti alla particolare "procedura rinforzata" che passa attraverso la supervisione dell'Organo di Revisione Contabile;VALUTATO-L'operato dell'A.C. fino a questo momento, e, di come, talvolta, la discrezionalità di inserimento nell'una o nell'altra casistica, con la conseguenza della valutazione o meno al Collegio, sia non sempre condivisibile e si presti a differenti interpretazioni;-la difficoltà dei Revisiori di poter valutare ciò che viene loro sottoposto essendo le informazioni riportate nella scheda di presentazione eccessivamente sintetiche e spesso incomplete;-l'interpretazione da attribuire ai co.co.co i quali rientrano in questo tipo di controllo se il loro contenuto, a prescindere dalla forma sia annoverabile nella categoria degli incarichi di studio, ricerca o consulenza;SI IMPEGNA IL SINDACO Amodificare la circolare di indirizzo contenente le linee guida per l'attribuzione di incarichi e consulenze, applicando criteri più rigorosi per giustificare l'eccezionalità, la temporaneità, l'impossibilità di ricorrere a personale interno e l'obbligo di motivazione, anche tenendo conto dell'ultima circolare del Ministro dell'Innovazione del gennaio 2007;impegnare le Direzioni ad un "accertamento reale" dell'assenza di personale interno adeguato, prevedendo che nelle motivazioni sia specificato bene cosa si intende quando si afferma genericamente che non vi è personale interno disponibile;ripensare e reimpostare la prassi seguita per sottoporre alcuni incarichi alla supervisione del Collegio di revisione, concordando con lo stesso una nuova procedura che valorizzi realmente il ruolo dei Revisori e che consenta loro di potersi esprimere nel merito dell'incarico basandosi su informazioni complete e contenute in una scheda più dettagliata di quella usata attualmente;valutare in modo più scrupoloso i co.co.co, i quali nella maggior parte dei casi non vengono fatti rientrare nella procedura "rinforzata" perché la loro attività non viene interpretata come riconducibile ad attività di studio, ricerca o consulenza.Gaia CheccucciJacopo Cellai