Bosi (FI): «I graffiti sono un oltraggio alla città»

Questo il testo dell'intervento di Enrico Bosi, consigliere di Forza Italia:«Da tempo mi batto contro l'obbrobio dei graffiti - come testimoniano una serie di atti propositivi presentati in Consiglio Comunale – e finalmente qualcosa si muove.Di ritorno da un "vertice" romano con altri assessori titolari delle medesime deleghe nelle città di Venezia e Bologna, l'Assessore Silvano Gori ha annunciato che lavoreranno ad una proposta comune da " suggerire" al Governo nazionale. Ben poca cosa, che farà perdere ancora del tempo e permetterà di continuare il massacro dei muri della nostra città.La gravità del problema è ormai planetaria e un po' in tutti paesi si cerca di correre ai ripari. Una battaglia improba che vale però la pena di essere combattuta da tutte le persone civili che hanno a cuore la salvezza e la vivibilità di chiese, palazzi e di interi quartieri cittadini.A New York, la capitale morale dell'Occidente, la rimozione dei graffiti costa ogni anno ai contribuenti americani dai 15 ai 18 milioni di dollari. E il Comune ha vietato, con un regolamento, la vendita, ai minori di 21 anni, di bombolette spray o pennarelli a punta larga. Chi è sorpreso con queste "armi improprie" finisce in guardina.Chiedere che il Comune di Firenze adotti simili misure significa vivere fuori della nostra realtà quando, in un paese come il nostro, secondo gli ultimi dati statistici, si resta in prigione per rapina appena 142 giorni, poco più di 200 per violenza sessuale, appena 65 per il furto e soltanto 329 per traffico di stupefacenti.Ma qualcosa va fatto per impedire che questo sconcio continui piuttosto che mascherare i graffitari da artisti. Siamo arrivati a questo punto - a Milano sono ben 40 mila gli stabili disegnati - perché è mancata una reazione tempestiva al vergognoso fenomeno da parte della società civile e delle istituzioni.In Germania, Karl Henning, deputato della CDU, ha fondato "NOFFITI", un gruppo che vuole tolleranza zero verso i graffitari, come già succede nei paesi scandinavi.In Australia, addirittura, nel 2006, è stato messo al bando un videogioco ad ambientazione metropolitana dove il giocatore era chiamato a destreggiarsi in una vita di strada fatta di combattimenti e graffitismo.Insomma, da ogni parte del globo, il dibattito antigraffitaro, è vivo e al calor bianco. Si fa strada, direi giustamente, una filosofia chiamata "teoria delle finestre rotte" che trova la sua fonte in due criminologi: James Q.Wilson e George Kelling. L'elemento principale della teoria – come ha scritto recentemente Klaus Davi – si basa sull'assunto che la criminalità è l'inevitabile e contagioso risultato del disordine: se una finestra è rotta e non viene riparata, o in questo caso un muro è imbrattato, chi vi passa davanti concluderà che nessuno se ne preoccupa e che nessuno ha la responsabilità di provvedere. Ben presto verranno rotte molte altre finestre e la sensazione di anarchia si diffonderà dall'edificio alla via su cui si affaccia, dando il segnale che tutto è possibile. Tolleranza zero, quindi, per difendersi da questa offensiva di volgarità che deturpa le nostre strade.Speriamo di riuscire a vincere, con iniziative bipartisan, una battaglia per contrastare chi ha perso il buon senso e il rispetto per il mondo in cui vive perché insegue dannosi paradisi artificiali. Sostenere che i "writers" sono degli artisti, salvo dovute eccezioni, è pura follia. L'arte è un'altra cosa».(fn)