Piano Strutturale, Nocentini (Rifondazione Comunista): "Insufficienti le proposte della Giunta, inadeguate alla città ed al suo futuro"

"La relazione generale del Piano Strutturale presenta la fotografia della città non più capace di rispondere alle necessità ed alle richieste dei residenti, dei pendolari, dei turisti, dei lavoratori. Le cause individuate sono: l'inadeguatezza del sistema della mobilità, l'insufficienza di aree verdi e parchi, lo svuotamento di funzioni dal centro storico, la non rispondenza del patrimonio abitativo esistente alle necessità delle nuove famiglie, anche unipersonali, con l'auspicio, mi auguro, di arrivare ad una casa per ogni famiglia".È il commento della capogruppo di Rifondazione Comunista in Consiglio Comunale, Anna Nocentini, che è intervenuta nel dibattito sul Piano Strutturale."Gli obiettivi che bisogna perseguire per il rilancio di un ruolo forte della città sono quelli dell'alta formazione, della città internazionale luogo di integrazione culturale, del ruolo centrale di Firenze nella Toscana, dello sviluppo dell'azione metropolitana, del contrasto alla rendita – ha proseguito Anna Nocentini –. Confermata la centralità della intermodalità su ferro nel trasporto pubblico locale e della riduzione di traffico e sosta privata, gli strumenti che il Piano propone per realizzare gli obiettivi sono: interventi sul patrimonio edificato esistente, sui vuoti residui"."Sono infatti assolutamente deboli le azioni che si prevedono per puntare all'alta formazione, senza una definizione della specificità su cui la città può e deve puntare (come la moda ed il restauro) e con la previsione della costruzione di un Masterplan nel giro di qualche anno: allo stato attuale la cartografia registra gli insediamenti di università italiane e straniere, biblioteche, musei; ma quale progetto? Quali azioni per dargli corpo e incentivarlo? Siamo certi che tutto debba svolgersi nel centro storico o non si dovrebbe puntare a trasferire in aree meno pregiate funzioni pregiate? Perché non effettuare un ragionamento di area metropolitana che valorizzi borghi e paesi vicini e che alleggerisca il peso sulla città? – propone la capogruppo di Rifondazione Comunista –. Analoga considerazione sulla città luogo di integrazione culturale che assume come impegno esplicito solo la realizzazione di una struttura per ospitare incontri ufficiali ed apre la possibilità, sotto il giusto principio di un'accoglienza differenziata, di un incremento della recettività su tutta la città, anche al di là di quanto finora previsto"."Sul contrasto alla rendita vengono inseriti strumenti (avviso pubblico, 50% di SUL, 20% per edilizia convenzionata) che non sembrano sufficienti a garantire il recupero di residenza a prezzi sostenibili in maniera diffusa ed a contrastare la rendita: due di questi provvedimenti, di fatto, non sono nuovi nell'urbanistica cittadina – precisa Anna Nocentini –. Ma niente viene detto in merito agli immobili pubblici e privati che resteranno svuotati di funzioni e che rischiano di trasformare Firenze in una città vetrina. Niente viene detto, rispetto alla necessità di realizzare davvero «una casa ad ogni famiglia», sugli immobili vuoti la cui utilizzazione probabilmente ridurrebbe il bisogno di nuova edificazione, che rimane l'unica soluzione per quanti cercano casa, introducendo parallelamente anche l'obiettivo «una famiglia in ogni casa». Niente viene detto sulla ratio che attribuisce le funzioni (residenza, commercio, recettivo, produttivo) alle singole Utoe, il cosiddetto dimensionamento, legando così il territorio a quantità precise sulla base di informazioni approssimative. Alcuni di questi nodi irrisolti sono risolti dagli emendamenti proposti appena stamani in Commissione Urbanistica dalla maggioranza, frutto evidente di un lavoro defatigante con la Giunta e la Direzione Urbanistica: la delocalizzazione come soluzione prioritaria per le nuove edificazioni e le trasformazioni ovvero la penalizzazione del 30% di SUL per quanti decidano di restare in situ, per non produrre effetti di densificazione dalle pesanti conseguenze come carico urbano e sociale; la sottomissione di immobili pubblici e privati svuotati di funzioni alla procedura di evidenza pubblica e quindi a programmazione di nuove funzioni da parte del Consiglio Comunale; l'allargamento a tutto il territorio comunale del 50% di edificazione alla residenza sociale; la costituzione di aree comunali come risorsa nella speranza di una Piano casa a livello nazionale"."La strozzatura della discussione imposta dall'Amministrazione Comunale, in realtà, non ha consentito un momento di riflessione sulla proposta di Piano strutturale che andasse oltre la descrizione e neppure un esame attento della portata di questi emendamenti – ha concluso Anna Nocentini nel suo intervento –. Anche la discussione nei Quartieri ha subito la stessa strozzatura con in più, l'aver dovuto esprimere un voto su documenti in continuo divenire, mentre, nella Commissione Urbanistica, gli stessi documenti venivano aggiornati di emendamenti e modifiche ai testi e alla cartografia, sulla base delle richieste che provenivano dalla Regione e dalla Provincia, fino a chiedersi se, anche da questo punto di vista, non vi siano irregolarità formali oltre che politiche. Abbiamo cercato in tutti i modi, ben diversi da quelli beceri messi in atto dalla destra, di consentire al Consiglio ai Quartieri ed alla città di avere il tempo per svolgere lavoro tecnico e politico e produrre un Piano che, non solo rispettasse davvero la legge regionale ma che fosse un piano di partenza definito per la stesura del regolamento Urbanistico, un piano nel quale gli obiettivi fossero condivisi e gli strumenti meno aleatori. Un piano, base di tutti i piani successivi, che si misurasse con le diverse necessità della città a partire però dalla considerazione completa e dalla messa a frutto di quanto esistente. Non possiamo che registrare l'insufficienza dell'esecutivo, quindi, sulla predisposizione del Piano Strutturale, che si è ridotto a consegnare a seduta già aperta gli ultimi documenti". (uc)