Aumento tariffa acqua, Checcucci (AN): «A Roma, Torino e Venezia si paga meno»

Questo il testo dell'intervento di Gaia Checcucci, consigliera di Alleanza Nazionale:«L'aumento delle tariffe non è conseguenza dell'apposita legge nazionale ma semmai di politiche di investimenti e gestione inefficienti. Come dimostra il confronto con altre realtà dove c'è un gestore unico come Publiacqua le tariffe non necessariamente raggiungono i livelli del nostro Ato nonostante gli investimenti che rivisti ed effettuati siano consistenti: a Roma, nell'Ato Lazio centrale-Roma dove il gestore è Acea la tariffa applicata non arriva neanche ai 90 centesimi e così è previsto per i primi 15 anni di gestione; nell'Ato di Venezia, così come in quella di Verona, la tariffa si mantiene tra 1,10-1,20 euro per tutti i 30 ani di gestione; in Piemonte, a Torino, la tariffa raggiunge 1 euro al quinto anno per arrivare a 1,20 euro soltanto al decimo anno di gestione. Come si vede le politiche vessatorie e sconclusionate non sono una conseguenza delle normative in vigore per il calcolo della tariffa.Affermare che il suo aumento esponenziale nel nostro territorio, anche oltre il tetto massimo della legge, è conseguenza delle leggi in vigore e che occorre tornare ad un sistema di fiscalità generale dove il costo dell'acqua veniva spalmato in altri prelievi, significa non soltanto tornare indietro di 20 anni e derogare alle normative europee. Significa soprattutto voler dare a intendere ai cittadini che le responsabilità di ciò che sta accadendo non sono di Publiacqua e dell'Ato ma derivano unicamente dall'applicazione di un metodo tariffario.L'ultima revisione tariffaria, iniziata nel novembre 2004, concordata con il collegio di vigilanza, Comune Firenze capofila, si è conclusa nel maggio 2006 e la tariffa è già stata abbondantemente ritoccata. Ora risulta di 1,50 euro, con un aumento, negli ultimi quattro anni del costo per una famiglia di 5 persone del 30%, cioè di quasi 35 euro dal 2005 al 2006.Inoltre, come Alleanza Nazionale ha denunciato da sempre, nella stessa tariffa è ricompresso anche un canone di concessione, ovvero una voce non prevista ed arbitrariamente inserita con la quale si fanno pagare ai cittadini le reti e le infrastrutture che essi hanno già pagato attraverso la fiscalità generale. Tale canone ammonta a 0,25 euro per i primi 5 anni, 0,26 euro al decimo anno fino a raggiungere 0,30 euro al ventesimo anno. Questo vuol,dire 22 milioni di euro per i primi cinque anni che raggiungono gli oltre 24 al decimo anno e quasi 30 per gli anni successivi. Il che significa un costo ad abitante che varia tra 18,76 a 24,20 euro.Perché, invece di agitare gli spettri delle leggi nazionali, non si riduce la tariffa abbattendo questa voce illegittima e arbitraria?.Dov'era la sinistra critica, che se la prende tanto per l'aumento delle tariffe, quando voce è stata computata nella tariffa?».(fn)