Aumento tariffe idriche, Checcucci (AN): «Semmai dovevano diminuire viste le inefficienze di Publiacqua»
«Con più del 9 per cento di aumento delle tariffe dell'acqua siamo fuori dal tetto massimo previsto dalla legge nazionale». E' quanto denuncia la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci secondo la quale «la normativa prevede un aumento massimo del 5 per cento a cui va aggiunto il tasso di inflazione».«Tale scelta collegata all'ingresso dei Comuni del Chianti in Publiacqua ha aggiunto l'esponente del centrodestra è immorale e infondata. Gli aumenti decisi da Publiacqua avrebbero dovuto trovarsi di fronte il no deciso ed irremovibile dall'Autorità d'ambito, organismo preposto a decidere le tariffe e non a subirle a secondo dei desiderata dell'azienda. Il piano tariffario è parte integrante del piano d'ambito, ovverosia di quel piano degli investimenti ed economico che l'Autorità d'ambito ha approvato e che il soggetto industriale, ovvero Publiacqua, ha accettato nel momento in cui ha preso in carico il servizio. Quindi, anche il socio ACEA, nel momento in cui ha deciso di entrare nella compagine sociale conosceva i termini e le condizioni del piano d'ambito e le ha accolte. E' troppo comodo entrare e modificare la programmazione che si è accettata e sulla base della quale ci si è aggiudicati la gara. Se le condizioni variano, anche altri soggetti privati avrebbero potuto essere interessati ad entrare nella compagine di minoranza della Publiacqua».«Nell'ultima revisione tariffaria ha ricordato Gaia Checcucci - iniziata nel novembre 2004, concordata con il collegio di vigilanza, Comune Firenze capofila, e conclusasi nel maggio 2006, la tariffa era già stata abbondantemente ritoccata e risulta di 1,50 euro, con un aumento, negli ultimi quattro anni del costo per una famiglia di 5 persone del 30%, cioè di quasi 35 euro dal 2005 al 2006. Come mai le previsioni di neanche un anno fa non vanno più bene? Chi ha sbagliato nel farle, o meglio, perché modificarle a richiesta? Alleanza Nazionale denuncia da sempre, che nella stessa è ricompresso anche un canone di concessione, ovvero una voce non prevista dal metodo tariffario ed arbitrariamente inserita con la quale si fanno pagare ai cittadini le reti e le infrastrutture che essi hanno già pagato attraverso la fiscalità generale che ammonta a 0,25 euro per i primi 5 anni, 0,26 euro al decimo anno fino a raggiungere 0,30 euro al ventesimo anno. La tariffa dovrebbe semmai essere ridotta e non aumentata come Alleanza Nazionale ha chiesto tante volte, con il dissenso espresso della maggioranza ed il silenzio di quella sinistra critica e di Rifondazione che inneggiano all'acqua pubblica ed a costi sostenibili».«L'ingresso dei comuni del Chianti, che si ricorda non hanno l'acqua d'estate ed hanno reti da terzo mondo, non è una giustificazione ha concluso la consigliera di AN era previsto già da diversi anni e comunque era noto nel momento in cui era stata fatta la gara per la scelta del partner privato. Quindi Acea-Publiacqua non può ritenere una novità qualcosa che già era stata accettato quando ha presentato l'offerta.Laddove poi si giustificassero gli aumenti sostenendo che c'è stato un volume erogato di acqua inferiore rispetto alle previsioni, si raggiungerebbe il paradosso per il quale previsioni errate contenute nel piano di ambito sul consumo non solo si abbattono sugli utenti ma semmai servono a sanzionare ulteriormente una diminuzione di consumi che casomai dovrebbe essere premiata. Si deve poi ricordare che in occasione dell'ultima revisione tariffaria conclusasi nel maggio 2006, all'interno della delibera dell'autorità d'ambito vi era un giudizio severo e critico nei confronti dell'operato di Publiacqua, in particolare per il rispetto degli obblighi contrattuali e il raggiungimento degli standard organizzativi e tecnici previsti dalla legge. Tutti questi disservizi e carenze erano stati quantificati con una penalità da applicarsi all'azienda per un importo di 6mlioni e 800mila euro, ridotta poi a soli 2milioni di euro perché si era tenuto conto delle difficoltà organizzative dell'azienda. Ad una società che ha gravi inefficienze gestionali si riconosce un incremento di tariffa unico in Italia. Siamo di fronte ad un paradosso: tariffe che dovevano essere diminuite, proprio per sanzionare le inefficienze così come prevede il contratto di servizio, vengono aumentate quasi a premio del cattivo lavoro svolto». (fn)