Conservatori e disillusi verso il futuro. Sono i giovani toscani nel rapporto Irpet presentato in un seminario promosso dall'assessore Nencini e dal consigliere Nardella
Conservatori e disillusi verso il futuro, con un forte senso di precarietà nei confronti del mondo del lavoro, una maggiore permanenza nella famiglia d'origine dovuta a fattori di instabilità, a bassi tassi occupazionali e al difficile accesso alla casa. E' quanto emerge dal ritratto dei giovani toscani illustrato dall'Irpet nella ricerca " I giovani toscani alla ricerca di un futuro" realizzata da Francesca Giovani e Stefania Lorenzetti e presentata questa mattina. In particolare l'indagine è stata illustrata all'interno di un seminario promosso dall'assessore alle politiche del lavoro Riccardo Nencini e dal consigliere del gruppo democratico Dario Nardella. Ad aprire i lavori l'intervento dell'assessore Nencini che ha sottolineato come "l'ambito di analisi della ricerca si sia concentrato sulle prospettive future della società, in ambiti come il lavoro, la casa, le istituzioni con particolare riferimento ai giovani e alla loro visione degli ambiti analizzati". A seguire la parole è passata alle autrici del rapporto che hanno presentato la ricerca, suddivisa in due parti: come vivono i giovani in Toscana e come i giovani vedono il futuro della società. Dopo il commento di Massimo Livi Bacci, professore di demografia all'Università di Firenze, è stata la volta degli interventi dei partecipanti al seminario che hanno illustrato le loro esperienze lavorative, la difficoltà nella ricerca di una stabilità economica e sociale e commentato l'indagine Irpet. L'appuntamento si è concluso con una tavola rotonda a cui hanno partecipato l'editore Antonio Pagliai, l'imprenditrice Stella Targetti, il consigliere regionale Andrea Manciulli e Francesco Delzio direttore generale dei giovani industriali coordinata dal consigliere Nardella.In particolare il rapporto ha preso in esame 4.000 giovani residenti in alcune aree tipologiche della Toscana, ritenute particolarmente rappresentative: Firenze e Scandicci come aree urbane, Camaiore (area turistica) Prato (distretto industriale) e Piombino area turistico industriale. Ne emerge una variegata rappresentazione del mondo giovanile, che non presenta una gran fiducia nelle istituzioni se non nel mondo del volontariato e dell'università. Giovani che hanno un atteggiamento aperto nei confronti dell'immigrazione in città come Firenze e Scandicci, che preferiscono in maggioranza un lavoro autonomo e nell'ambito della libera professione. Giovani che vengono classificati in conservatori (in maggioranza) e innovatori con una generalizzata sfiducia nel futuro che investe soprattutto coloro che vivono nei centri marginali e dove sono più remote le prospettive di cambiamento."La Toscana come l'Italia ha spiegato Nardella - non riesce a utilizzare a sufficienza e in quantità e qualità adeguate le risorse giovanili, che rischiano di finire in una condizione di frustrazione e sfiducia verso il futuro. Per questo ha concluso - sono necessarie politiche concrete nel campo della sussidi lavorativi, formazione scolastica e professionale, assistenza in ambito sociale e promozione culturale". (mf)