A Firenze si vive più a lungo. Presentata la relazione annuale sullo stato di salute. L'assessore Cioni: "Dati positivi ma aumenta il bisogno soprattutto della popolazione anziana"
Abbastanza sani, con un'aspettativa di vita più lunga e più magri, ma anche più fumatori e più consumatori di alcol e sostanze stupefacenti rispetto alla media regionale e nazionale. E soprattutto più anziani. E' questo il quadro dei fiorentini che emerge dalla relazione annuale sullo stato di salute relativa al 2005, frutto del lavoro degli uffici del Comune, dell'Osservatorio dalla Società della Salute e dell'Unità epidemiologica dell'Azienda sanitaria di Firenze. Lo studio è stato presentato oggi dall'assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Graziano Cioni. "Questa ricerca evidenzia una situazione positiva per quanto riguarda la nostra città, anche se non mancano zone d'ombra. Tra gli elementi rilevanti da sottolineare l'aumentata speranza di vita e la diminuita mortalità rispetto agli anni precedenti, che in concreto significa che a Firenze si vive di più e si muore meno soprattutto in ragione della riduzione delle principali patologie come quelle cardiache e i tumori grazie al miglioramento delle terapie e alla diffusione degli screening. Ma non mancano anche gli elementi preoccupanti sui cui intervenire, tra cui il progressivo invecchiamento e la riduzione della popolazione". E proprio sui residenti anziani che si sofferma l'assessore Cioni: "Ormai più di un quarto dei fiorentini, pari a quasi 95mila persone, ha più di 65 anni e tra questi 30mila, ovvero il 31,85%, vivono da soli. La percentuale sale al 46% se si considera gli over 80 anni. Se a questa situazione demografica si aggiunge la riduzione progressiva del numero di componenti dei nuclei familiari (ormai il 43% del totale è composta da una sola persona), emerge chiaramente come sia venuto meno quello che un tempo era il primo supporto per gli anziani in stato di bisogno, ovvero la famiglia. In questi casi spetta alla comunità, e quindi alle istituzioni, intervenire. L'Amministrazione fiorentina lo fa e in modo significativo sottolinea l'assessore Cioni : ogni anno la spesa sociale pro-capite per i servizi sociali si attesta su 239 euro, una cifra molto superiore sia a quella regionale pari a circa 116 euro sia a quella nazionale poco più di 92 euro".Tornando alla relazione sullo stato di salute, lo studio accompagna un atto fondamentale per la Società della Salute, il Poa (Piano operativo annuale). Si tratta della fotografia degli interventi e progetti in corso e di quelli innovativi previsti in risposta alle problematiche sociali e sociosanitarie. Sia il Poa che la relazione sullo stato di salute sono state già esaminate e approvate dagli organi di governo della Società della Salute (esecutivo e giunta) e presto approderanno in consiglio comunale.QUADRO DEMOGRAFICOLa relazione si apre con una fotografia di Firenze dal punto di vista demografico. Al 31 dicembre 2006 i residenti erano 365.966 e viene confermato il trend di riduzione progressiva degli abitanti a causa della bassa natalità, del progressivo invecchiamento della popolazione e di un saldo migratorio negativo. Per quanto riguarda la struttura dei residenti, il processo di invecchiamento demografico produce un incremento nella popolazione del contingente di anziani, soprattutto donne. Al 31 dicembre 2005 i residenti con più di 65 anni erano 94.581, aumentando negli ultimi 8 anni di 2.851 unità. Alla stessa data gli ultraottantenni erano 29.641. La percentuale di anziani sul totale dei residenti, è passata da 24,40% nel 1999 a 25,96% nel 2006. E se l'Irpet ha previsto che nel 2023 un quarto dei residenti toscani sarà over 65, Firenze ha già superato questo "traguardo" con un anticipo di ben 17 anni. Ovviamente questa struttura ha ripercussioni in termini economici, sociali e sanitario e i bisogni assistenziali sono acuiti dal fatto che una quota rilevante di anziani vive da solo. Gli over 65 anni che vivono da soli sono infatti 30.056, pari al 31,85% del totale: da segnalare la percentuale rilevante degli ultraottantenni, ben 13.627, ovvero il 46% del totale degli over 80 vive solo. Il quartiere più popoloso è quello di Rifredi (23,8% della popolazione totale) mentre quello più anziano risulta il quartiere di Gavinana-Galluzzo (28,5% degli over 65) tallonato da Campo di Marte (28,1%). Nel centro storico vi è la più alta proporzione di popolazione in età lavorativa e quella più bassa di residenti anziani, ma si registra anche la più alta percentuale di ultrassessantacinquenni che vivono soli (38,3%).Alcuni indicatori quali l'indice di vecchiaia, l'indice di struttura e la percentuale di stranieri residenti sintetizza la struttura demografica della città.Ogni 100 residenti con età inferiore o uguale a 14 anni, ci sono 231 residenti con 65 anni e più (in Italia sono 137,8); ogni 100 individui con età compresa fra i 15 e 39 anni, ci sono 120 individui di età compresa tra i 40 e 64 anni. Questo testimonia un progressivo invecchiamento nella popolazione attiva da un punto di vista lavorativo, tendenza bilanciata in parte dalla crescente presenza di immigrati. In città sono residenti 32.528 persone con cittadinanza non italiana, pari all'8,9% (a livello nazionale la percentuale si ferma al 4,1%), con un impatto significativo sia a livello demografico che lavorativo (soprattutto in alcuni settori come l'assistenza alle persone anziane e non autosufficienti). Altro trend confermato dalla ricerca è la riduzione del numero dei componenti delle famiglie, arrivato in media a due persone: su 175.930 nuclei familiari residenti, il 43% risulta infatti composto da una sola persona (75.087). Le coppie con figli sono il 23%, le coppie senza figli il 16%, quelle composte da un solo genitori con figli il 13%.STATO DI SALUTELa situazione di Firenze presenta un quadro nella maggior parte dei casi ampiamente positivo come testimoniato, per esempio, dai valori della speranza di vita alla nascita tra quelli più elevati a livello regionale, a loro volta superiori di qualche mese ai valori medi nazionali. A Firenze, infatti, la speranza di vita a 65 anni è di 18,2 anni nei maschi e di 22,0 anni nelle femmine, con una differenza di quasi 4 anni tra i due sessi. Buone notizie anche per quanto riguarda la mortalità: a Firenze si registrano in media circa 4.500 decessi per anno con uno dei valori tra più bassi osservati in Toscana, in particolare nei maschi. I tassi di mortalità generale hanno continuato la loro tendenza progressiva alla riduzione anche nell'ultimo decennio, con una diminuzione media, dell' 1,6% per anno nei maschi e dell' 1,2% nelle femmine. Per i decessi prima dei 65 anni, importante indice di mortalità prematura, Firenze presenta valori di mortalità prematura simili alla media regionale nei maschi, ma leggermente superiori nelle femmine. Ogni anno si ricoverano in ospedale circa 50.000 residenti a Firenze (circa il 14% dei residenti), il 57% dei quali di sesso femminile. I tassi di primo ricovero e di ospedalizzazione standardizzati per età di Firenze sono superiori al tasso medio regionale e della Azienda sanitaria di Firenze, in particolare nelle femmine.Se analizziamo i dati di mortalità e quelli di ricovero ospedaliero, emerge il quadro della frequenza e della relativa importanza delle principali malattie. Le cause di morte più frequenti sono rappresentate dalle malattie circolatorie (38%) e dai tumori (31%). Le malattie circolatorie rappresentano il 40% dei decessi nelle femmine, tra le quali sono la prima causa di morte, ed il 36% nei maschi. Viceversa l'importanza dei tumori è maggiore nei maschi (36%) rispetto alle femmine (26%). Nel complesso le prime 5 cause di morte sono responsabili dell'85% del totale dei decessi. La maggior parte delle cause di morte ha mostrato importanti riduzioni nella seconda metà degli anni '90. Le variazioni riguardano entrambi i sessi, ma in genere sono più accentuate nei maschi. Risulta in diminuzione, quindi, la mortalità per malattie cardiocircolatorie, cause accidentali, malattie alle ghiandole endocrine e immunitarie (Aids). L'unico dato in controtendenza è rappresentato dalla mortalità per malattie del sistema respiratorio, che presentano un aumento marcato nelle femmine a causa della diffusione del fumo.Se invece si considera il quadro dei motivi alla base del ricovero in ospedale, emerge una maggior articolazione rispetto alle cause di morte. Infatti le cinque patologie più rilevanti in termini di mortalità causano poco più della metà dei ricoveri, mentre sono responsabili di una quota importante di accessi in ospedale anche altre patologie meno importanti in termini di mortalità, quali le malattie del sistema nervoso, del sistema osteomuscolare e dell'apparato genito-urinario, e le problematiche legate a gravidanza e parto, cause di ricovero che, per la loro diversa gravità clinica sono raramente causa del decesso di un paziente, ma possono avere importanti implicazioni sullo stato di salute.ALTRI FATTORI CHE INCIDONO SULLO STATO DI SALUTESi tratta di quegli aspetti, quali il contesto ambientale, socio-economico e culturale, nonché gli stili di vita personali che, insieme ai fattori genetici individuali, esercitano un'influenza rilevante sullo stato di salute delle persone. Lo studio si sofferma soprattutto sugli stili di vita, ovvero sui comportamenti individuali in materia di alimentazione, fumo e via dicendo che influiscono sulla salute.Iniziando dal peso, in Toscana i dati sono molto simili a quelli nazionali: un po' più alta la quota di persone normopeso (52,6% in Italia e 55% in Toscana), più bassa la percentuale dei sovrappeso (in Italia 34,2% e 32,2% in Toscana) e degli obesi (9,8% in Italia e 9% in Toscana).Significativi anche i dati sulla diffusione del fumo. In Toscana le persone che si dichiarano fumatori sono il 22,6% della popolazione ultraquattordicenne, percentuale superiore di quella nazionale (21,7%). Come per la popolazione italiana anche in Toscana i fumatori sono fortemente differenziati per sesso: infatti è maggiore la percentuale di maschi fumatori rispetto alla donne, ma mentre a livello regionale la percentuale di maschi fumatori è inferiore di quella nazionale (26,6% rispetto a 27,5%), la percentuale delle femmine fumatrici toscane è maggiore (18,9% rispetto al 16,3%). Maggiore è però, sempre confrontando con i valori nazionali, la percentuale di ex fumatori.Per quanto riguarda l'alcol, in Toscana come in Italia sembrano ormai convivere due modelli di consumo: uno giovanile ricreazionale e l'altro adulto tradizionale. In Toscana la quota di bevitori di almeno una bevanda alcolica (vino, birra, liquori, aperitivi alcolici ed amari) si attesta sul 73,8% superiore di 2,7 punti percentuali del valore nazionale.Dal 1998 al 2005 si riscontra una diminuzione delle bevitrici in quasi ogni fascia di età in particolare le donne tra i 14 ed i 19 anni (-15,9%), classe di età dove invece si riscontra il maggior aumento percentuale di consumatori di alcol per il sesso maschile (+11,5%). Molto preoccupante la crescita dei bevitori nella classe di età 11-13 anni.Dai risultati ottenuti dall'indagine EDIT (ricerca effettuata dall'Agenzia Regionale della Toscana nel 2005) emerge che il 33,2% dei giovani toscani (14-19 anni) dichiara di aver consumato una o più sostanze psicotrope illecite almeno una volta nella vita (il 38% dei maschi ed il 29,2% delle femmine). Dal confronto per Aziende sanitarie di appartenenza, emerge che Firenze ed Empoli sono le Asl con prevalenza d'uso di sostanze illegali più elevata (rispettivamente il 41,9% ed il 41,8% della popolazione intervistata).I SERVIZI SANITARI TERRITORIALI E OSPEDALIERILo studio fotografa anche l'utilizzo dei servizi sanitari da parte degli utenti. Il primo dato riguarda l'assistenza medica di base: a Firenze i cittadini che hanno diritto all'assistenza sono 385.994, di cui 21.500 (pari al 5,6%) persone non residenti. I medici di famiglia sono 314 mentre i pediatri di libera scelta sono 44. Per quanto riguarda la spesa farmaceutica convenzionata (in pratica quella legata alla prescrizioni di medicinali con contributo del servizio sanitario nazionale), la somma pro-capite nel 2005 si è attestata su 201,8 euro, più alta rispetto al valore medio dell'Azienda sanitaria di Firenze (185,7 euro). I farmaci con la più alta percentuale di spesa sono i farmaci ipocolesterolemizzanti e ipotrigliceridimizzanti e farmaci antidepressivi. Passando all'assistenza specialistica ambulatoriale e la diagnostica strumentale, nel 2005 sono state effettuate 5,8 milioni di prestazioni specialistiche, pari a circa 16 prestazioni per ogni abitante. Il 91% sono state effettuate da strutture pubbliche e circa il 9% da strutture private accreditate. Più del 70% delle prestazioni erogate sono esami di laboratorio (4,1 milioni di prestazioni con una media di 11 per abitante), seguite da quelle di medicina fisica e riabilitazione e di radiologia tradizionale. Molto significativa anche l'attività svolta dai distretti, tra cui gli screening (oltre 23mila donne invitate per lo screening mammografico e 30mila per il pap-test con una risposta rispettivamente di circa 15mila e 14.500; poco più di 10.500 le persone invitate invece per il colon-retto con una risposta positiva da parte di circa 4.000 persone), l'assistenza infermieristica a domicilio (nel 2006 i pazienti sono stati 2.395; il 48% delle prestazioni sono medicazioni, seguiti subito dopo dai prelievi) e quella ai malati terminali (assistenza a domicilio da parte dell'unità cure continue dell'Azienda sanitaria a 361 persone. Grande impegno dei servizi anche nel settore della salute mentale: nel 2005 sono stati poco meno di 5.900 gli utenti adulti di cui 1.924 rappresentati da nuovi pazienti presi in carico nel corso del 2005. Gli utenti dei servizi per l'infanzia-adolescenza sono stati poco più di 2.700, di cui 871 nuovi presi in carico nel corso del 2005. Per quanto riguarda le dipendenze, nel 2005 gli utenti seguiti dai Sert sono stati 1.564 (non solo residenti a Firenze) con 314 nuovi presi in carico. Gli utenti inviati in comunità terapeutiche sono stati 191. Infine i dati relativi all'assistenza ospedaliera: nel 2005 sono stati 113.000 i fiorentini che si sono recati al Pronto Soccorso senza essere poi ricoverati. I residenti ricoverati in ospedale sono stati 70.089 per un totale di 486.000 giornate di degenza o accessi in day hospital. L'attività è svolta per il 43% da Careggi, per il 30,7% da strutture dell'Azienda sanitaria e l'11,2% case di cura private. Da questi dati emerge che Firenze ha un tasso di ospedalizzazione più alto rispetto a quello delle altre tre zone dalla Azienda sanitaria di Firenze.I SERVIZI SOCIALIAll'assistenza sanitaria si aggiungono i servizi sociali effettuati dall'Amministrazione comunale che interessano migliaia di cittadini. La popolazione con la maggior propensione a richiedere servizi sociali risulta quella degli anziani (44,5 anziani ogni 1.000 anziani residenti), seguita da quella dei minori (31,1 minori ogni 1.000 minori residenti) e infine dagli adulti (15,4 adulti ogni 1.000 adulti residenti). Solo i centri sociali nel 2005 hanno avuto 12.845 utenti mentre significativa è stata anche l'azione del segretariato sociale che svolge attività di indirizzo e orientamento presso i 12 centri sociali. Nel 2005 gli accessi sono stati 5.801 di cui il 18% per richieste di informazione, il 3% sono stati inviati ad altri servizi e il 79% è stato inviato al servizio sociale.Analizzando il tipo di prestazione fruite, nel 35% dei casi si tratta di servizi residenziali, nel 39% contributi, nel 18% servizi domiciliari e nell'8% dei casi si tratta di servizi intermedi.Iniziando dai servizi di livello residenziali, nel 2005 hanno usufruito di inserimenti in strutture residenziali più di 4.100 persone: 344 minori (8%), 1.152 adulti (28%), 2.659 anziani (64%). Per quanto riguarda in specifico questi ultimi, almeno il 48% di utenti che ha fruito di almeno una prestazione si trova ricoverato in strutture residenziale. Il 28% è invece seguito dai servizi per la domiciliarità, il 18% ha percepito almeno un contributo e il 6% ha frequentato i centri diurni. In dettaglio sono 2.468 gli anziani in residenze (di cui 361 in RA), in 2.197 sono seguiti da servizi domiciliari (1.285 in assistenza domiciliare stretta) e 971 quelli che percepiscono un contributo, di cui l'80% al disagio economico. Rimanendo in tema, nel 2005 i percettori di contributi sono stati 4.733 (gli adulti sono il 58%, gli anziani il 21% e i minori il 21%). In 8 casi su 10 il contributo viene rilasciato a persone in difficoltà economica, nel resto per ragioni di non autosufficienza e disabilità.Gli utenti dei servizi domiciliari sono stati 2.190 utenti di cui 80% anziani mentre i cosiddetti servizi di livello intermedio (come i centri diurni, trasporto sociale e servizio mensa) hanno registrato 1.000 fruitori. In particolare gli utenti dei centri diurni sono stati 688 (44% anziani, 30% minori, 26% disabili).Per quanto riguarda le persone con disabilità, la maggior parte delle prestazioni fruite si riferiscono a contributi economici e servizi per la domiciliarità, seguono le prestazioni del livello intermedio e quelle di livello residenziale. Il primo contributo economico per numero di utenti è il contributo di vita indipendente (198 utenti) e l'assistenza domiciliare diretta è il servizio con maggior numero di utenti (273). Particolarmente significativi anche i dati relativi ai minori (nel 2005 quelli seguiti dai servizi sociali sono stati 1.535) e quelli rivolti ai cosiddetti "marginali": nel 2005 sono state 3.717 le persone che hanno riscosso contributi per stato permanente o contingente di indigenza (il 59% adulti, il 20% minori e il 20% anziani). Circa a 720 i posti dedicati all'accoglienza, per un totale di 1.660 utenti. Nell'arco dell'anno 2005 hanno usufruito dell'accoglienza delle strutture coordinate dal Polo della marginalità ben 1.152 utenti (63% stranieri), che hanno dato luogo a un totale di 1.559 inserimenti. (mf)