Da Palazzo Vecchio Forza Italia lancia la campagna per tagliare i costi della politica
Non sono previsti sconti per nessuno. E il primo obiettivo è il cosiddetto "socialismo municipale". Forza Italia lancia da Firenze il suo progetto taglia-spesa. La scure dei costi della politica dovrà abbattersi sullo stipendio del sindaco e a catena su quello degli assessori, e dei componenti delle società partecipate. Ma non solo. Il vicecapogruppo Gabriele Toccafondi e il portavoce della Cdl in consiglio regionale, Alessandro Antichi, hanno presentato questa mattina in Palazzo Vecchio «il loro programma per una vertenza che, da Firenze, sarà portata in tutta la Toscana». «Ogni Comune hanno spiegato i due esponenti del centrodestra dovrà convocare un apposito consiglio comunale per discutere di una questione centrale per la nostra democrazia».«Di recente ha ricordato Toccafondi il sindaco e presidente dell'Anci Leonardo Domenici è intervenuto sulla necessità di affrontare tale argomento ed ha avanzato l'ipotesi di ridurre il numero dei consiglieri comunali, modificando il testo unico sugli enti locali. Noi a discutere e fare proposte ci stiamo ma è paradossale che per parlare dei costi della politica si parli di consiglieri e degli organi assembleari. Per ridurre seriamente i costi della politica occorre, da un lato, smantellare il sistema di "socialismo municipale". Un sistema costoso ed inefficiente che vede troppe società partecipate operare disinvoltamente con capitali pubblici, secondo logiche che non sono quelle del mercato; dall'altro lato è necessario rafforzare, a tutti i livelli ed in ogni ambito, il sistema dei controlli, indispensabile ad una buona e trasparente amministrazione, che passa anche e soprattutto dai consigli eletti dai cittadini e dai loro poteri di controllo e verifica. Da qui la proposta di convocare una seduta urgente e straordinaria del consiglio comunale del capoluogo di regione e del consiglio regionale, da dedicare appositamente al tema del costo della politica. Sarà l'occasione per un confronto pubblico, dove ognuno si assumerà di fronte alla gente le proprie responsabilità».«Intanto portiamo alla discussione i dati che abbiamo raccolto ha spiegato il vicecapogruppo di Forza Italia il Comune, tra partecipate e compartecipate, è in 110 aziende e nomina 300 persone che costano, in emolumenti annui, fino a 2milioni di euro. Una cifra ricavata calcolando un consiglio di amministrazione al mese e non conteggiando gli amministratori delegati che in molti casi sono nominati dagli stessi enti. Entrando più nello specifico, notiamo che ci sono soggetti che guadagnano più di un assessore e consiglieri di amministrazione che percepiscono indennità doppie rispetto ai consiglieri comunali. Ci sono amministratori delegati che hanno un'indennità annua di 80.000 euro oltre ad un premio per i risultati raggiunti dalla società che sarà deliberato di anno in anno da parte del consiglio di amministrazione a partire dal conferimento, come a Casa spa. Nell'elenco compaiono presidenti che in un anno ricevono 70.000 euro, come per Ataf, 51.800 euro per Casa spa, 43.898 euro, nel caso di Centrale del Latte, 44.000 euro a Mercafir, 42.000 euro a Firenze Parcheggi, 74.394 euro a Publiacqua. Tra i consiglieri di amministrazione la cifra non è sempre semplice da calcolare perché ci sono enti che riconoscono un gettone di presenza, ad esempio 150 euro a gettone a Casa spa, 190 euro alla Firenze Parcheggi, 150 euro a Mercafir, ed altri che hanno optato per l'indennità annua: 13.000 euro ad Ataf, 19.465 euro a Publiacqua, 11.496 a Quadrifoglio, 18.000 a Toscana Energia SpA. C'è anche un sistema misto cioè una indennità fissa annua più un gettone di presenza come alla Centrale del latte, dove oltre i 7.230 euro annui si sommano i 129 euro a seduta del cda. Se parliamo di costi iniziamo, ma iniziamo con i numeri alla mano».«In Toscana ha aggiunto Toccafondi i consorzi di bonifica sono 13 in Toscana, le loro entrate annuali, costituite principalmente dai tributi pagati dai cittadini, raggiungono complessivamente a 35milioni di euro. Nei tredici consorzi complessivamente lavorano 350 dipendenti, ogni organo ha un presidente, un consiglio di delegati, una deputazione amministrativa, un collegio dei revisori. Complessivamente gli amministratori sono 323 consiglieri e 36 sindaci revisori. Tutte con gettone o indennità. Non manca neppure un direttore che in alcuni casi ha un compenso di 100mila euro l'anno».Alessandro Antichi, che sulla questione ha presentato insieme ad altri consiglieri della Cdl un'apposita mozione, ha anzitutto sottolineato che «la riduzione dei costi impropri della politica è il programma di sempre della coalizione di centrodestra» e che «alcuni esponenti della sinistra toscana invocano tagli alla rappresentanza, senza dire una parola sul sistema delle azienda partecipate, sull'uscita dei partiti dai servizi pubblici locali, sulle liberalizzazioni e privatizzazioni, sul ridimensionamento delle burocrazie nazionali, regionali e locali». Secondo i portavoce della Cdl «la riduzione del numero dei consiglieri regionali si deve accompagnare all'abrogazione della norma statutaria che prevede l'incompatibilità tra la figura dell'assessore e quella del consigliere regionale». «Chiediamo poi ha proseguito Antichi di ridiscutere i poteri del consiglio regionale, per ampliarne e rafforzarne le funzioni di indirizzo, renderne effettiva la funzione di controllo, dotarlo di tutti gli strumenti necessari, la mancanza dei quali è oggi ragione di debolezza ed asimmetria nel confronto con la giunta, dotata di mezzi incomparabilmente più potenti».Antichi propone anche di «ridurre in maniera significativa nel numero e nei compensi le esorbitanti burocrazie regionali, gli incarichi e le consulenze» e di apportare un taglio robusto ad «agenzie, autorità, osservatori».Per il portavoce della Cdl, infine ci sono due misure che possono essere adottate fin da subito: «soppressione dell'inutile assessorato alla pace e al perdono» e la «riduzione della metà, per l'anno in corso, e a un terzo per il 2008, delle esorbitanti spese per la comunicazione del governo regionale». (fn)