25/6 - Bosi (FI): «Sempre più deludente il bilancio della cultura fiorentina»
Questo il testo dell'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi:«La relazione sullo stato di attuazione per il settore della cultura nell'anno 2006 è perfettamente in linea con l'andamento degli anni precedenti: una riduzione accentuata delle realizzazioni con in più l'aggravante della mancanza di una solida e coerente programmazione.Nella relazione spicca innanzitutto l'ennesima puntata della "Firenze Card", ossia della tanto sospirata quanto chimerica introduzione della carta di accesso ai musei, realtà ormai consolidata in molte delle nostre maggiori città d'arte.Debbo ammettere per onestà che la Firenze Card non figurava nella relazione sullo stato di attuazione dei programmi dell'anno 2005. E' perciò una sorpresa l'aver appreso che l'esecuzione del progetto era stata affidata alla Fondazione Strozzi, dopo che nel primo semestre del 2006 Comune, Provincia, Camera di Commercio e A.P.T. l'avevano elaborato congiuntamente.Del progetto card, ovviamente, non è dato di conoscere i contenuti perché ancora una volta si è preferito fare tutto nell'ombra. Si è invece saputo che il CdA della Fondazione ha declinato l'invito, essendo in altre faccende, ben più gravi (come il bilancio ad esempio) affaccendato e che i soggetti promotori hanno pensato di procedere alla creazione di un'apposita associazione gerente e alla previsione di vaghe soluzioni alternative che consentano la gestione indiretta del servizio da un lato e dall'altro la regolazione con strumenti giuridici ad hoc dei rapporti fra tutti i soggetti coinvolti.In una parola siamo ancora punto e daccapo.Troviamo poi nella relazione, ancora una volta, l'ennesimo accenno all'istituzione come forma gestionale dei musei comunali, biblioteche e archivi. Sono anni che se ne parla, come da anni si parla di progetti di esternalizzare molti servizi comunali del settore. Anche qui l'ennesimo gruppo di studio al lavoro che poi, come al solito, non produrrà niente e tutto rimarrà com'è.Nella relazione si dedica anche uno spazio alla recente apertura delle Oblate, definite da certa stampa come un "novello Beaubourg". Per favore smettiamola con certe scempiaggini: la realtà è che le Oblate sono state inaugurate con il cantiere ancora aperto e che tale rimarrà ancora per molti mesi. L'inaugurazione è stata possibile solo con una limitata operazione di maquillage nelle parti dove si doveva tenere la cerimonia inaugurale ad uso e consumo degli intervenuti, mentre poco più in là i libri ancora giacciono nella polvere, i reperti del disciolto Museo del Risorgimento ancora attendono una sistemazione e 10.000 volumi, 200 dischi e le raccolte di 30 quotidiani della soppressa (anno 2004) biblioteca Fioretta Mazzei in Via dell'Arcolaio sono ancora accatastati nello sporco generale e nell'incuria del magazzino di via Erbosa. Ma non è tutto: le Oblate mancano ancora di un direttore, molti volumi non sono ancora catalogati e nella futura caffetteria soggiornano i soliti ospiti indesiderati e sono state trovate persino delle siringhe. Che dire, infine, della kermesse di riapertura costata ben ventimila euro pagati all'organizzatore Stanislav Gawronski e con risultati non certo lusinghieri.Ma è quello che la relazione dovrebbe dire e non dice che rende il bilancio della cultura 2006 inadeguato e scadente.Nessun accenno alla vicenda dell'ex-Meccanotessile sulla quale vige il più impenetrabile silenzio. La sentenza che condanna l'Amministrazione è stata depositata dopo otto mesi dalla sua pronuncia, ma ancora non è dato di sapere cosa accadrà nell'immediato. Danno che si aggiunge a danno.Il Quarter è stato riaperto in sordina per ospitare temporaneamente una manifestazione artistica il cui curatore è Risaliti (vi dice niente questo nome), senza però che esista un progetto organico di gestione o di utilizzazione dello spazio: non vorremmo che certe passate esperienze, anche di degrado, fossero ripetute. Nel frattempo si è speso danaro pubblico per la riapertura dei locali senza preoccuparsi di come sfruttarli.Niente si dice sui progetti di Firenze 2010, fiore all'occhiello del programma del sindaco capo di questa amministrazione "del non fare". Abbiamo saputo che è stato attivato l'ennesimo ufficio di supporto e l'ennesimo gruppo interdirezionale di studio, ma risultati non se ne vedono ed il 2010 è sempre più vicino: speriamo che non cambino la denominazione prorogando l'ennesimo flop di questa sconclusionata iniziativa.Siamo ancora in attesa di conoscere come intenda l'Assessorato alla Cultura far fronte ai tagli nel bilancio di settore per far quadrare i conti di Fi.Esta.: tagli ai finanziamenti triennali del Vieusseux, tagli a manifestazioni artistiche e culturali di consolidata tradizione, il tutto per compiacere il Direttore artistico nonché "tesoriere" di FirenzeEstate. Tralascio di commentare le recenti disavventure della manifestazione.Infine manca del tutto un accenno al volume degli investimenti e delle spese in campo culturale nel confronto con gli anni precedenti (unico indice di un' amministrazione, se non positiva, almeno attiva), mentre per gli obiettivi culturali raggiunti basta leggere il grado di realizzazione al 31/12/2006 riportato nell'omonimo volume; eccone alcuni paradossali esempi: valorizzazione e promozione del patrimonio culturale ivi compreso quello librario (97%), Piano Strategico della Cultura, ossia Firenze 2010 (80%), Piano di Gestione del centro storico UNESCO (100%), Progettazione della Card per i musei cittadini (100%) e via dicendo. Francamente non sappiamo se ridere o se piangere. Normalmente dopo l'esternazione di dati così palesemente irreali un assessore dovrebbe avere l'onestà di riconoscere il fallimento della propria attività e l'amministrazione l'obbligo di rimuovere i responsabili di tale fallimento».(fn)