Medio Oriente, Marzullo e Campi: «Le parti in lotta riprendano il dialogo»

«Questa volta a mettere a ferro fuoco le strade della Palestina non sono gli israeliani bensì i protagonisti dello scontro fratricida tra i membri di Hamas e quelli di Al Fatha. L'escalation verso una vera e propria guerra civile sembra inarrestabile.Oggi il centro del mondo è il Medio Oriente, un centro sanguinoso e tragico che potrebbe estendersi e assumere incalcolabili dimensioni catastrofiche. Oggi, più che mai, c'è gravissimo rischio di dover assistere impotenti addirittura a tre guerre civili contemporanee: Palestina, Libano e Iraq». E' quanto hanno dichiarato il presidente della commissione per la pace e la solidarietà internazionale Lorenzo Marzullo e dalla presidente della commissione pace del consiglio provinciale Gloria Campi.«Ogni conflitto – hanno aggiunto - scatena sentimenti, psicosi e pulsioni collettive, non necessariamente legate alle sue cause reali: rancori nazionali e sociali, pregiudizi razziali e ideologici, enfasi di scontro di civiltà.Oggi non è il momento di fare scelte di campo tra gli opposti contendenti, siano essi palestinesi o israeliani. Dobbiamo essere per la pace, dare campo alla pace in quella regione per non farla diventare, definitivamente, il regno del caos e per impedire che le ingiustizie e la violenza continuino ad essere l'alibi del terrorismo.Lanciamo un appello ai leader di tutte le parti, chiedendo loro di porre fine a questo abbraccio mortale, di sedersi ad un tavolo per negoziare, di eliminare il ricorso alla violenza. Una volta per tutte».«Vorremmo concludere – hanno proseguito Lorenzo Marzullo e Gloria Campi - spendendo qualche parola sulla speranza: crediamo che quest'ultima sia l'antidoto contro il fanatismo. Fanatismo e fondamentalismo sono alimentati dalla disperazione e dall'assenza di speranza: il fanatico che imbraccia un mitra è un uomo o una donna che ha perso ogni speranza, ogni interesse in questo mondo. L'antidoto è creare speranza, sostenuta da atti e azioni concrete e dall'aiuto delle istituzioni internazionali. In particolare chiediamo all'Unione Europea di ricoprire un ruolo politico primario. Non esiste alternativa alla pace. Non c'è altra soluzione al conflitto che ormai da decenni insanguina il Medio Oriente. Speriamo perciò i vari leader fermino al più presto il ciclo vizioso della violenza e tornino alla ragione, al buon senso: soltanto la pace può salvare tutti, arabi ed ebrei, palestinesi, libanesi e iracheni.Certo, sarà una pace appesantita dall'odio e dal sangue di questi ultimi. Ma sarà sempre meglio della guerra.Firenze, città operatrice di pace, è e sarà a disposizione, come più volte ha ribadito il sindaco, per chiunque vorrà sceglierla come luogo di confronto, incontro e di dialogo tra i popoli». (fn)