A Villa Salviati la nuova sede dell'archivio dell'Unione Europea. Al via il progetto di recupero e restauro da 15 milioni di euro
Un nuovo tassello per rafforzare il ruolo di Firenze quale città di alta formazione, di cultura e di accoglienza. E che permette il restauro e recupero di un complesso di notevole interesse storico. Si tratta del progetto per realizzare presso Villa Salviati la nuova sede dell'archivio dell'Unione Europea. Oggi l'intervento è stato presentato dall'assessore all'urbanistica Gianni Biagi, dal presidente della commissione consiliare urbanistica Antogiulio Barbaro e da Yves Mény, presidente dell'Istituto Universitario Europeo."Con questo intervento ha commentato l'assessore Biagi Firenze diventerà il centro di documentazione storica dell'Unione Europea, consolidando la sua vocazione di città di formazione e cultura di alto livello. Senza contare il recupero e restauro di un complesso come quello di Villa Salviati particolarmente prestigioso". Oltre alla villa rinascimentale e alle ex scuderie, c'è il parco composto da giardini all'italiana, un bosco e un lago per un totale di 90mila metri quadrati. E sul parco, ha aggiunto l'assessore Biagi, "esiste già un accordo, che presto sarà oggetto di una convenzione tra Comune, Demanio e Università Europea per la gestione del parco che potrà essere aperto anche alla fruizione dei cittadini".Il progetto sarà oggetto di una delibera all'ordine del giorno nel consiglio comunale odierno. Per la precisione il consiglio comunale è chiamato ad approvare una deroga al Piano regolatore necessaria a realizzare il progetto che interviene su un complesso storico di notevole pregio situato in una zona vincolata, una deroga che ha già il consenso della Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici, che ha collaborato alla stesura del progetto da parte del Provveditorato alle Opere Pubbliche. "Questa delibera è già stata discussa in commissione urbanistica ha precisato il presidente Barbaro e ha avuto il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza e l'astensione di quelli di opposizione. Si tratta di un intervento di grande valore che, insieme a quello che inizierà tra breve per la realizzazione delle residenze per gli studenti dell'Università Europea, rappresenta un importante tassello per rendere sempre più concreta la vocazione di Firenze quale città della cultura e della formazione di alto livello. Una vocazione che non può essere affidata solo ad auspici generici, ma deve trovare coerente corrispondenza nelle scelte, anche urbanistiche, del Comune di Firenze".Gli archivi, attualmente ospitati a Villa Il Poggiolo, raccoglieranno documenti storici che rappresentano la memoria dell'Europa in costruzione a partire dall'embrione dell'Unione Europea, ovvero la CECA. Ma non ci saranno soltanto gli atti ufficiali raccolti e pubblicati da Bruxelles. Nell'archivio di Villa Salviati, che sarà intitolato ad Altiero Spinelli, troveranno posto anche i documenti che tracciano la storia non ufficiale dell'Unione Europea, per esempio le carte di privati che hanno svolto un ruolo politico importante come quelle dello stello Spinelli e di Alcide De Gasperi. "Questo archivio sarà un polo di attrazione importante per studiosi e ricercatori da tutto il continente ha spiegato Mény e consoliderà il ruolo dell'istituto Universitario Europeo quale centro studi sul passato e presente dell'Europa Unita".Il nuovo archivio, composto da locali per depositi e attività di consultazione, si svilupperà sotto terra, per la precisione dell'area un tempo occupato dal giardino all'italiana, ormai scomparso. Una volta costruita, la struttura verrà ricoperta e sopra verrà ripristinato il giardino all'italiana secondo i progetti originali. Anche le serre adiacenti, da tempo abbandonate, saranno recuperate e utilizzate per uffici. I lavori dovrebbero iniziare entro la fine dell'anno e andranno avanti due anni. "Non era possibile utilizzare l'edificio storico come sede dell'archivio ha spiegato Mény perché non era possibile garantire le condizioni di conservazione necessarie per i documenti senza stravolgere la villa. Per questo è stato preferito realizzare una struttura ex novo e utilizzare i locali storici dopo un attento restauro conservativo". Le ex scuderie, per esempio, saranno destinate in parte a sale di consultazione e in parte al dipartimento di storia ma senza alterare la struttura dell'edificio storico. L'elemento qualificante del progetto è proprio quello di salvaguardare la villa e il parco e allo stesso tempo adeguarla alla nuova funzione di archivio e dipartimento universitario. Oltre ai locali sotterranei dell'archivio, anche le centrali tecnologiche saranno celate in un volume seminterrato alla spalle del palazzo, oltre il muro verso la valle. La villa sarà oggetto di un progetto di recupero e restauro conservativo, che dovrebbe iniziare nel 2008 e che, come ha precisato Mény, "consisterà nella sistemazione funzionale dell'edificio storico con la conservazione integrale degli ambienti interni. Qualche intervento è già iniziato: per esempio è già stato portato a termine il restauro delle grotte rinascimentali, mentre è in corso quello dei tetti della limonaia e del parco". Nell'edificio principale troveranno posto gli uffici per i professori, le sale assistenti e ricercatori, oltre a due sale per seminari, una per l'informatica e la segreteria. Prevista anche una zona ristorazione nel seminterrato del palazzo mentre nelle soffitte saranno collocati gli uffici amministrativi. Sempre nella villa, nel grande salone a piano terra sarà realizzata una sala conferenze da 120 posti, con due sale di supporto. Un'altra sala riunioni è prevista nell'ex soffitta. Infine gli ambienti delle grotte, la galleria verso il parco e gli antichi impianti idrici verranno salvaguardati. In totale la spesa per il progetto complessivo è di 15 milioni di euro, di cui 5 per il nuovo archivio e il resto per il recupero e restauro della villa. I fondi per la prima tranche del progetto, quello del nuovo archivio, sono già stanziati nell'ultima Finanziaria. Sì perché, come ha specificato l'assessore Biagi, "Villa Salviati è di proprietà del demanio concessa in uso all'Università Europea. Il progetto è frutto infatti della collaborazione tra lo Stato, ovvero Provveditorato alle Opere Pubbliche della Toscana e Soprintendenza ai beni architettonici e ambientali, e l'Università Europea". Lo Stato infatti mette a disposizione le strutture dove l'Istituto, che è un'istituzione universitaria con compiti di insegnamento post-laurea al livello più elevato e che ha sede con presso la Badia Fiesolana, svolge le sua attività. "Ogni anno abbiamo circa 500 ricercatori provenienti dai vari paesi dell'Unione Europea di cui il 10% italiani ha precisato ancora Mény - . Inoltre, grazie alle borse di studio della Farnesina arrivano anche ricercatori da paesi extra Europa, come la Russia, la Turchia e via dicendo. L'istituto ha un bilancio di 40 milioni di euro che per la maggior parte vengono spesi a Firenze. Si tratta di una istituzione di alto profilo culturale, che, anche grazie al progetto dell'archivio, ha l'ambizione di diventare un polo attrattore capace non soltanto di fermare la fuga di cervelli verso gli l'estero, per esempio gli Stati Uniti, ma anzi di far tornare chi è emigrato all'estero".La delibera è stata infine approvata dal consiglio comunale con i voti favorevoli della maggioranza e del centro destra. I consiglieri di Rifondazione comunista si sono astenuti.(mf)