Nardella e Bosi: «Istituire in Comune uno sportello europeo per la cultura»
Rafforzare le politiche di europrogettazione del Comune in ambito culturale con la creazione, presso l'antenna Europe Direct di Firenze, di un vero e proprio "sportello cultura". E' una delle proposte avanzata dalla commissione cultura al convegno che si è svolto questa mattina in Palazzo Vecchio su "Progettare e finanziare la cultura attraverso l'Unione Europea". L'iniziativa, organizzata proprio dalla commissione presieduta da Dario Nardella, è stata promossa in collaborazione con la commissione cultura della Provincia, l'associazione Toscanaeuropa e l'ufficio Europe Direct del Comune di Firenze.«Tale sportello, che dovrà essere in coordinamento con l'assessorato alla cultura ha spiegato Nardella dovrà sviluppare progetti, sia con partners pubblici che privati, offrire assistenza di qualità alle istituzioni culturali del territorio e gli altri livelli istituzionali, sviluppare politiche di coordinamento con l'area metropolitana fiorentina e con le istituzioni pubbliche che operano in essa».Nel suo intervento Nardella ha ricordato che «l'UE è anche una grande opportunità di crescita culturale, grazie alla disponibilità di strumenti e risorse a sostegno dei Paesi membri e delle comunità locali. Solo per quanto riguarda i fondi strutturali, per il periodo 20072013 gli stanziamenti previsti a beneficio dell'Italia nel settore di priorità 5, cultura, ambiente e turismo, ammontano a 2 miliardi di euro».«Il convegno di oggi è di primaria importanza e ha fatto bene la commissione cultura a proporlo ha commentato il vicepresidente della commissione Enrico Bosi - chi investe in cultura ha un grande ritorno economico. Le dieci province italiane di maggior offerta di tipo culturale negli ultimi tre anni hanno registrato il 18% in più nell'afflusso turistico con punte di oltre 30% per Roma e Napoli e 25% per Milano e Padova. Questi sono dati importanti ma non ci devono ingannare: occorrono interventi a favore delle cultura soprattutto di natura economica e finanziaria. Il country brand index, l'indice basato sul giudizio dei viaggiatori ha visto nel 2006 l'Italia perdere il primato di destinazione turistica più attraente del mondo. Il marchio Italia ha perso il primo posto come il più votato in fatto di arte, cultura e storia superato nel 2006 dall'Egitto».«Durante il convegno la nostra commissione ha presentato altre ipotesi di lavoro ha aggiunto ad esempio potenziare l'ambito della formazione, sia rivolta ai dipendenti del Comune che operano nel settore, sia a realtà esterne alla pubblica».L'assessore Riccardo Nencini ha rilevato «la necessità di valorizzare il ruolo delle città nell'ambito del network europeo che coinvolge i sistemi di europrogettazione e finanziamenti. A Firenze ha proseguito non partiamo da zero ed abbiamo a disposizione esperienze di alto livello in termini di qualità e innovazione. Pensiamo al settore del restauro, dove l'apporto delle tecnologie può essere un fattore di competizione vincente. Oggi il ruolo delle città può essere molto meno marginale rispetto al passato ed entrare in collegamento con il livello regionale, che costituisce l'anello di snodo nei rapporti tra autonomie locali ed Unione Europea».Secondo l'europarlamentare Gianni Pittella «l'Unione Europea fa ancora troppo poco per la cultura: con una battuta, possiamo dire che oggi in Europa contano più le mucche che i cervelli, ovvero i paesi dell'Europa del centro-nord sono molto più favoriti nel bilancio europeo di 865 miliardi di euro all'anno perché beneficiano di ingenti risorse ad esempio per l'agricoltura. Questa situazione penalizza fortemente l'Italia». «Dobbiamo dunque agire ha proposto Pittella - su due fattori decisivi nei prossimi anni: l'articolazione del bilancio dell'UE e la nuova costituzione europea, per valorizzare le voci e le politiche che riguardano i saperi, la cultura e la formazione. Le istituzioni pubbliche, da sole, non possono però riuscire da sole a ottenere risultati così difficili e, per questo, hanno bisogno del sostegno dei cittadini e delle organizzazioni sociali e culturali dei Paesi».Per l'europarlamentare Guido Sacconi «la cultura rischia di essere un capitolo marginale nella spesa pubblica dell'UE, se pensiamo che ogni anno la comunità europea spende appena 10 centesimi di euro a cittadino europeo. Gli Stati membri e le città devono dunque puntare su progetti innovativi come quelli che coniugano cultura umanistica e cultura scientifica. Inoltre è da sottolineare il ruolo della cultura, in ambito europeo, come fattore di sviluppo produttivo e strategico dei territori. Per questo nei prossimi programmi che riguardano questo settore è importante che si costruiscano sinergie tra mondo economico e mondo culturale».«Il ministero per la funzione pubblica e l'innovazione nella pubblica amministrazione ha annunciato Ivano Russo, che di tale ministero è vicecaposegreteria - ha individuato nella città di Firenze uno dei punti di riferimento per un programma rilevante di formazione per il pubblico impiego e i soggetti privati, operanti in vari ambiti, tra cui quello culturale, legato ad una delibera del CIPE. Nei prossimi giorni conosceremo nei dettagli le opportunità che deriveranno da questa novità». (fn)