"La pubblicità che piace anche a noi", grande successo al Puccini per i video degli studenti. Lastri: "Presto uno studio anche sui cellulari sempre più usati dai giovani"
Il mondo della pubblicità è stato al centro di un incontro, che ha visto la partecipazione degli alunni, dei genitori e degli operatori del settore. E' quello che è accaduto stamani al teatro Puccini, durante la presentazione del progetto "Spot Lab" e dei 15 video dal titolo "La pubblicità vista anche da noi". Hanno partecipato l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri, Carlo Sorrentino, docente di teoria e tecnica delle comunicazioni di massa all'Università di Firenze e il produttore cinematografico Tommaso Pratesi di Bottega Cinema, Simone Lecca, Nicola Melloni e Nicola Sbiroli della Rumi Produzioni, ideatori e conduttori del progetto.L'intera iniziativa, che fa parte dei percorsi educativi delle Chiavi della Citta a cura dell'assessorato alla pubblica istruzione, ha messo in primo piano i codici e i "segreti" che stanno dietro la pubblicità. Sono stati coinvolti nell'iniziativa oltre 300 alunni delle scuole elementari e medie, e precisamente le scuole elementari della Don Minzoni, Rossini, Carducci, Galliano Rossini. Mentre hanno partecipato gli studenti delle scuole medie Pieraccini, Verdi e la media dell'istituto comprensivo Gandhi."L'obiettivo di questo progetto è stato raggiunto ha detto l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri di fronte ad un teatro colmo di persone, tra genitori, insegnanti e studenti - quello di acquisire una coscienza critica, quindi di imparare a interpretare i messaggi occulti della pubblicità e a saperli rimaneggiare, rendendoli ironici e dandogli una lettura positiva"."Per il prossimo anno, oltre a studiare il mondo della pubblicità in tv ha proseguito l'assessore verrà analizzato anche uno strumento come il cellulare e quindi partirà un progetto che dovrà servire a interpretare e conoscere meglio questo mezzo di comunicazione sempre più usato dai giovanissimi".Il progetto, introdotto nelle scuole quest'anno in via sperimentale, consiste in un laboratorio didattico sulla pubblicità, ideato al fine di aiutare i bambini e i ragazzi delle scuole elementari e medie - una delle fasce di età maggiormente esposte al flusso di comunicazioni a carattere commerciale - a sviluppare strumenti di lettura e di critica nei confronti dei messaggi pubblicitari. Infatti, attraverso l'analisi e la decodifica del linguaggio degli spot e del rapporto tra questi e i prodotti che rappresentano e reclamizzano, gli organizzatori di "Spotlab" hanno insegnato ai ragazzi a ideare e realizzare tecnicamente il loro spot pubblicitario. E da questo studio stamani sono stati mostrati i 15 video pubblicitari che i ragazzi hanno montato, realizzato e recitato. In pratica sono spot comparativi e molto ironici, come ad esempio quelle riguardanti le automobili che circolano sempre in strade circondate di verde e di animali ma che poi nella realtà non è proprio così, oppure sulle merendine che vengono mangiate in luoghi paradisiaci, o su tutti quei giocattoli che "dove vai se non ce l'hai".L'assessore Lastri ha anche ricordato che con questo progetto "abbiamo anticipato in qualche modo un'iniziativa che l'Autorità Antitrust italiana ha avviato sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, e con il parere favorevole del Ministero della Pubblica Istruzione - ha tenuto a sottolineare l'assessore alla pubblica istruzione Lastri - . L'Autorità Antitrust ha infatti predisposto una serie di incontri con le quinte elementari per illustrare i benefici della libera concorrenza e le trappole nascoste nella martellante pubblicità alla quale sono esposti i bambini". "Finalmente qualcosa si muove in questo senso ha proseguito l'assessore Lastri - anche ad alti livelli, per cercare di arginare un aspetto dai risvolti imprevedibili e sempre più spesso inquietanti del messaggio televisivo e della comunicazione visiva in genere, da Internet alla tv ai telefoni cellulari".Dall'incontro di stamani, e dai prodotti realizzati durante l'anno scolastico, è stato comunque dimostrato, come hanno ricordato il professore Carlo Sorrentino e il produttore Pratesi che i ragazzi hanno saputo acquisire sia uno spirito critico nei confronti dei modelli di consumo, sia una maggiore capacità di riconoscimento e di analisi dei bisogni indotti degli stili di vita. (pc)SEGUE FOTO CGE