Domani al Puccini "La pubblicità che piace anche a noi" con video realizzati dai ragazzi delle scuole elementari e medie. Lastri: "Un progetto originale che aiuta ad una lettura critica dei media"
La pubblicità studiata, analizzata e realizzata con dei video dagli alunni delle quarte e quinte elementari e le medie di alcune scuole fiorentine. L'originale iniziativa dal titolo "Spot Lab", che nasce da un progetto dei percorsi educativi delle Chiavi della Città dell'assessorato alla pubblica istruzione, verrà presentata domani 12 maggio alle 10 al teatro Puccini. Parteciperanno l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri, Carlo Sorrentino, docente di teoria e tecnica delle comunicazioni di massa all'Università di Firenze e il produttore cinematografico Tommaso Pratesi di Bottega Cinema, Simone Lecca, Nicola Melloni e Nicola Sbiroli della Rumi Produzioni, ideatori e conduttori del progetto.Il progetto, introdotto nelle scuole quest'anno in via sperimentale, consiste in un laboratorio didattico sulla pubblicità, ideato al fine di aiutare i bambini e i ragazzi delle scuole elementari e medie - una delle fasce di età maggiormente esposte al flusso di comunicazioni a carattere commerciale - a sviluppare strumenti di lettura e di critica nei confronti dei messaggi pubblicitari. Da questo percorso è nato "La pubblicità che piace a noi", che consiste nella proiezione di 15 video pubblicitari che verranno mostrati domani al Puccini, realizzati proprio dagli stessi alunni. Hanno partecipato a questa prima edizione oltre 300 alunni: 229 delle scuole elementari e 103 delle medie inferiori. Le scuole coinvolte sono state le elementari della Don Minzoni, Rossini, Carducci, Galliano Rossini. Mentre hanno partecipato gli studenti delle scuole medie Pieraccini, Verdi e la media dell'istituto comprensivo Gandhi."L'innovativo percorso didattico ha spiegato l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri intende favorire l'acquisizione, da parte dei bambini e dei ragazzi, di strumenti attivi e critici nei confronti dei messaggi visivi legati alla televisione, fornendo loro quegli elementi di alfabetizzazione ai linguaggi mediali, con particolare riferimento proprio a quello del mondo della pubblicità. Infatti, dall'analisi degli spot e lo studio dei codici con i quali vengono confezionati ha spiegato l'assessore Lastri - si possono fornire e accrescere nei ragazzi, la capacità di una lettura più ampia della vasta gamma di messaggi visivi, ed aiutarli ad orientarsi nel mondo della comunicazione audiovisiva in generale"."Tengo a sottolineare però ha sottolineato l'assessore Lastri - che l'obiettivo di questo progetto non è, tuttavia, la messa in discussione del sistema pubblicitario in quanto tale, ma piuttosto l'individuazione del legame, spesso ambiguo, che esiste tra il messaggio pubblicitario e i bisogni indotti, tra la trasfigurazione della realtà quotidiana, cui la pubblicità spesso ricorre, e gli stili di vita che in qualche modo finisce per imporre".Attraverso l'analisi e la decodifica del linguaggio degli spot e del rapporto tra questi e i prodotti che rappresentano e reclamizzano, gli organizzatori di "Spotlab" hanno insegnato ai ragazzi a ideare e realizzare tecnicamente il loro spot pubblicitario."Con questo progetto abbiamo anticipato in qualche modo un'iniziativa che l'Autorità Antitrust italiana ha avviato sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, e con il parere favorevole del Ministero della Pubblica Istruzione - ha tenuto a sottolineare l'assessore alla pubblica istruzione Lastri - . L'Autorità Antitrust ha infatti predisposto una serie di incontri con le quinte elementari per illustrare i benefici della libera concorrenza e le trappole nascoste nella martellante pubblicità alla quale sono esposti i bambini". "Finalmente qualcosa si muove in questo senso ha proseguito l'assessore Lastri - anche ad alti livelli, per cercare di arginare un aspetto dai risvolti imprevedibili e sempre più spesso inquietanti del messaggio televisivo e della comunicazione visiva in genere, da Internet alla Tv ai telefoni cellulari".L'assessore ha infatti ricordato che secondo la relazione biennale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza del Ministero delle Politiche Sociali 2005, emerge che il tempo libero dei bambini e dei ragazzi è caratterizzato da attività molto diversificate tra loro, ma che il mezzo televisivo è ancora quello che maggiormente raggiunge i minori, con un'incidenza che aumenta con l'aumentare dell'età: guardano la tv l'87,5 % dei bambini da 3 a 5 anni, e salgono al 94,9 % i giovani dai 15 ai 17 anni.L'indagine Multiscopo "Aspetti della vita quotidiana" (ISTAT 2005) rileva che negli ultimi anni c'è stato un aumento generalizzato dell'esposizione da parte dei bambini e dei ragazzi alla televisione: nel 2005 hanno guardato la tv il 96,3 % mentre erano 95,3 % nel 2000. Inoltre oltre il 90 % guarda la tv tutti i giorni (era l'87,7 % nel 2000). Da evidenziare che tra i minori, i più assidui sono ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che sono il 96%.Dalle ricerche svolte emerge, inoltre, una forte diversificazione per quanto riguarda i prodotti televisivi seguiti: se da un lato permane un forte interesse per i programmi appositamente realizzati per bambini e i ragazzi, dall'altro sono notevolmente seguiti anche altri tipi di programmi, quali film, telefilm, film per la TV, giochi a quiz, programmi musicali e reality show. Quindi, da questi dati risulta evidente come una così ampia e diversificata esposizione al mezzo televisivo implichi un'altrettanta importante esposizione ai messaggi pubblicitari, sia quelli pensati appositamente per il target dei ragazzi, che in generale verso un pubblico più ampio.L'iniziativa che verrà presentata domani sarà il prodotto realizzato dai ragazzi che dimostreranno di aver acquisito sia uno spirito critico nei confronti dei modelli di consumo, sia una maggiore capacità di riconoscimento e di analisi dei bisogni indotti degli stili di vita. (pc)