Bosi (FI): «Sull'arte contemporanea continua la serie dei fallimenti del Comune»
Questo il testo dell'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi:«La strada dell'arte contemporanea a Firenze è costellata, come del resto tutte le sue vie, di "buche", dove cadono i soldi dei contribuenti ed i sogni di tanti intellettuali ed artisti che amano la nostra città.L'intervento del professor Francesco Gurrieri ripropone ancora una volta la critica situazione degli spazi espositivi dedicati all'arte in genere ed in particolare a quella contemporanea.L'annosa vicenda del Meccanotessile, per il quale ho proposto a più riprese soluzioni alternative a quella originariamente indicata dalla Giunta, dimostra ancora una volta la scarsa lungimiranza e l'insipienza amministrativa di chi governa da anni questa città.Come era pensabile che avendo a pochi chilometri di distanza un museo di arte contemporanea come il Pecci di Prato potesse vivere una struttura analoga a Firenze? Il Comune e la Cassa di Risparmio di Prato si sono svenati e continuano a svenarsi per consentire la sopravvivenza di questa struttura.Facciamo un patto sinergico con Prato e non solo. Potrebbe così aprirsi una prospettiva positiva per valorizzare al meglio l'arte contemporanea.Ma Firenze da tempo soffre di una altra problematica, quella della carenza di spazi espositivi per presentare al pubblico tutte quelle donazioni che artisti famosi come Henry Moore, Jean-Michel Folon, Giuliano Vangi, Dany Karavan ed altri hanno regalato alla città. Alcune di queste donazioni o sono state rispedite al mittente o hanno trovato discutibili collocazioni come per esempio la statua di Folon di fronte al Saschall, varie volte danneggiata dagli automobilisti, o quella di Umberto Mastroianni seminascosta nel degrado del giardinetto di fronte alla chiesa di San Gervasio.Altra necessità quella di esporre le collezioni ospitate provvisoriamente in vari depositi, come quella del disciolto Museo del Risorgimento con cimeli che ancora attendono il restauro dall'alluvione.Ed ancora le altre collezioni sottratte alla fruibilità del pubblico come quella Corsi che, nelle cantine del Museo Bardini, attende una collocazione da prima della Seconda Guerra Mondiale.Per non parlare della collezione della Ragione e della Donazione Rosai, chiuse a chiave nel Forte di Belvedere dopo una fugace apparizione pubblica.Che dire, infine, della depositeria di Palazzo Vecchio dove opere d'arte di ogni genere e tipologia rischiano oltre all'oblio anche la distruzione.Nella struttura del rinnovato Meccanotessile, appalti e ricorsi amministrativi permettendo, potrebbero essere ospitate con mostre permanenti la maggior parte di queste opere, mentre al Forte di Belvedere potrebbero trovare sede di grandi rassegne di arte contemporanea nazionale ed internazionale.Ci pare in tutta franchezza che l'Assessore alla Cultura del Comune di Firenze non proponga niente di nuovo e spenga le residue speranze di vedere a breve l'inaugurazione dell'ex-Meccanotessile dove, gli unici a farla da padrone sono ancora i vandali, le cui imprese sono già costate all'Amministrazione circa mezzo milione di euro.Sul Quarter, infine, ci auguriamo che la mini-riapertura non sia il preludio alla sua definitiva chiusura».(fn)