Agostini (DS): «Guardare alle politiche della casa nell'ottica dell'abitare»
Questo il testo dell'intervento della consigliera dei DS Susanna Agostini:«Sappiamo quanto la casa sia determinante nelle scelte di vita delle persone. E' anzitutto è il primo tassello sul quale fondare la propria autonomia. In questo bisogno non c'è differenza di genere anche se il bisogno si evidenzia più nelle donne, sempre più spesso sole, costrette ad accollarsi il peso sociale della educazione e crescita dei figli oltre a supportare i bisogni dei numerosi anziani che compongono la rete parentale. Tutto ciò in un quadro economico dove il lavoro di un solo componente della famiglia non basta a coprire le spese di affitto e le utenze. A Firenze come nel resto dell'Italia, ma si può dire anche dell'Europa, il bisogno di abitare in uno spazio proprio, indipendente da altri e garante di continuità sociale, rete di servizi e riferimenti di aggregazione sta diventando sempre più il tema della qualità della vita. La società assiste alla costante trasformazione dà luogo a cambiamenti epocali, spesso traumatici per l'individuo, eventi non rari come sfratti, licenziamenti in età matura, l'inoccupazione per giovani e meno giovani, la separazione di coppie con o senza figli, crollo delle entrate economiche nel nucleo familiare, anche a causa di importanti spese sanitarie derivate da gravi patologie. Incide anche il bisogno di avvicinare i nuclei familiari, per il voler accudire anziani o contribuire alla cura dei nipoti. La nuova emergenza abitativa è dunque legata ad una molteplicità di fattori dei quali le istituzioni devono necessariamente farsi nuovo carico.A Firenze abbiamo coperto solo parzialmente le diversificate emergenze abitative notificate nel tempo attraverso i servizi, con risorse dedicate alle famiglie in lista nelle graduatorie sociali, che vedono le assegnazioni delle case di proprietà comunale (7463 oltre 186 di Comune garante) a famiglie particolarmente numerose e disagiate, altre a persone anziane e/o disabiliti, agli sfattati in situazioni di morosità e non. Altre risorse vengono dedicate per far fronte alle cosiddette marginalità, generate dall'attrattività della nostra città nota per saper garantire dare comunque un'accoglienza congrua a tutte le persone. Sono anche altre le risposte economiche come i contributi in conto affitto a nuclei che non riescono più ad arrivare alla fine del mese e i pernottamenti temporanei presso associazioni e affittacamere.Da queste ed altre considerazioni fatte nell'ambito degli incontri in commissione politiche sociali e della salute abbiamo valutato la possibilità di contribuire all'indirizzo dato nell'ordine del giorno che predisposto dalla commissione urbanistica, intrecciando i bisogni sopra evidenziate con le differenti opportunità prospettabili. Non bisogna, dunque, frammentare i bisogni dei singoli soggetti, seppure importanti, ma dare cornice unica alla questione.Occorre poi riflettere sull'esperienza passata delle politiche della casa la politica abitativa ha conosciuto negli anni 60 e 70 una stagione sostenuta da risorse pubbliche eccezionali investite in programmi ad hoc, che ha modellato e realizzato interi quartieri, i cui difetti sono oggi al centro delle azioni di recupero e riqualificazione urbana. La politica abitativa non può più essere azione settoriale, né può essere efficace come intervento "di nicchia", ma deve essere parte delle politiche urbane: deve mirare all'integrazione sociale, deve integrare risorse pubbliche e private, deve permeare gli interventi di trasformazione urbana, come previsto anche nel piano strutturale.Credo che, al di là delle contingenze finanziarie del bilancio dello Stato, questo debba essere un impegno nazionale prioritario per promuovere un modello di sviluppo disegnato sulle e dalle comunità locali».(fn)