Social Watch 2006 sull'architettura finanziaria di 60 paesi del mondo, in aumento i paradisi fiscali. L'assessore Bevilacqua: "Ristabilire gli equilibri fra Nord e Sud del mondo"
Architettura finanziaria da riprogettare per ristabilire gli equilibri fra il Nord e il Sud del mondo perché davvero siano i paesi ricchi ad aiutare quelli più poveri. E un'analisi dettagliata sui paradisi fiscali che negli ultimi 20 anni da 25 sono diventati 72. Sono questi alcuni dei temi intorno al quale ruota il decimo rapporto annuale del Social Watch, l'osservatorio sullo sviluppo sociale che è stato presentato questa mattina in Palazzo vecchio dall'assessore alla partecipazione democratica e nuovi stili di vita Cristina Bevilacqua insieme al presidente di Ucodep Francesco Petrelli, al coordinatore della coalizione Italia Social Watch Jason Nardi e ad Areli Sandoval del Social Watch Messico. Alla base dell'ultimo rapporto del Social Watch dal titolo "L'architettura impossibile" è il perché le strutture finanziarie non funzionano per i poveri e come ridisegnarle per l'equità e lo sviluppo.L'analisi ha interessato 60 paesi diversi su questioni rilevanti per il tema in questione monitorando la lotta alla povertà e l'equità di genere. Social Watch è un rapporto periodico che a. ggiorna sulla situazione degli Obiettivi del Millennio e contribuisce a sensibilizzare l'opinione pubblica sui diritti delle persone e dei popoli del mondo e segnala, anno per anno, i progressi e i regressi paese per paese."Si tratta di tematiche importanti ha detto l'assessore Cristina Bevilacqua - che è giusto conoscere proprio perché in molti credono che sia il Nord del mondo ad aiutare i paesi più poveri, mentre è spesso il contrario, è il Sud del mondo che con le proprie risorse umane e le materie prime sostiene i paesi ricchi. Le rimesse dei lavoratori migranti alle loro famiglie sorpassano in volume tutti gli aiuti umanitari che gli stessi paesi ricevono ogni anno".Ed è proprio questo il concetto sul quale si basa il Rapporto 2006 che è stato al centro di una tavola rotonda in Palazzo Vecchio questo pomeriggio, alla quale hanno preso parte oltre all'assessore Cristina Bevilacqua anche il presidente nazionale dell'Arci Paolo Beni, il presidente della fondazione culturale Responsabilità Etica Ugo Buggeri, Andrea Cornia dell'Università di Firenze, insieme ad Ucodep."Siamo lontani ha detto Petrelli - dal raggiungere l'obiettivo di sviluppo del Millennio del dimezzamento della povertà nel 2015, così come siamo lontani dal raggiungere molti degli obiettivi previsti dagli accordi internazionali e che riguardano la diminuzione della povertà e il miglioramento della salute nei paesi più poveri"."L'attuale architettura finanziaria mondiale non aiuta ha sottolineato Areli Sandoval lo sviluppo sociale, culturale ed economico dei paesi impoveriti, né a far crescere i diritti sociali. Ci vorrebbero 100 milioni di dollari per dimezzare il debito e bisognerebbe ridurre drasticamente l'evasione fiscale globale. Con il Social Watch documentiamo questo modo di gestire le politiche a livello internazionale."Le politiche monitorate nei vari paesi sono quelle delle istituzioni finanziarie internazionali, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. E ne emerge un dato stupefacente: i paradisi fiscali sono in grande aumento segno che l'evasione fiscale globale è in aumento. Trentacinque sui 72 paradisi esistenti solo legati al solo Regno Unito che è un paese membro dell'Ocse. Secondo il Social Watch queste cifre rendono evidente il fatto che porre fine all'evasione a livello internazionale potrebbe fornire risorse preziose per i paesi del Sud.Il rapporto 2006 affronta poi altri temi come la salute, l'immigrazione, la parità di genere, la discriminazione. Social Watch è una rete di oltre 400 organizzazioni non governative di più di 60 paesi. La coalizionee italiana del Social Watch è formata da: Acli, Arci, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Lunaria, Mani Tese, Movimondo, Sbilanciamoci, Sdebitarsi, Ucodep, Unimondo, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, WWF.Il Rapporto 2006 è stato tradotto e stampato in Italia anche grazie al contributo del Comune di Firenze. (lb)