Euro 2012, Nardella: «La sconfitta della nostra candidatura responsabilità del governo italiano del calcio»

Questo il testo dell'intervento del presidente della commissione cultura e sport Dario nardella:«Non ci deve essere solo rammarico e delusione per l'esclusione della candidatura italiana ad ospitare gli Europei di Calcio del 2012, annunciata questa mattina a Cardiff, ma anche la consapevolezza delle responsabilità e delle debolezze del nostro Paese nel governo complessivo del calcio. Se, infatti, si comprende la volontà di valorizzare le esperienze emergenti dell'Est Europa rappresentate da Ucraina e Polonia, dall'altro non deve sorprendere la sconfitta italiana, alla luce di quanto è successo nel mondo del calcio italiano in uesti ultimi anni, con riferimento agli scandali legati alle connivenze tra arbitraggi e società sportive, ma soprattutto ai gravi e ripetuti episodi di violenza che hanno colpito gli stadi di calcio delle nostre città. La morte dell'ispettore Filippo Raciti avvenuta a Catania nella partita Catania - Palermo e i recenti scontri tra la tifoseria giallorossa della Roma e i sostenitori del Manchester con 18 feriti di cui uno grave, nonostante che lo stadio Olimpico avesse passato indenne gli esami del decreto Pisanu e il giro di vite del Ministro Amato.L'Italia rischia ormai di essere percepita in tutta Europa come un Paese in cui lo sport più popolare e più amato, il calcio, è anche il più irrimediabilmente malato, colpito da scandali e violenza. Il fatto che la città di Firenze sia più vittima che responsabile di questa situazione, non fa che aggravare l'amarezza di chi pure sperava che la nostra città potesse giocare un ruolo alto e di qualità per il 2012 accanto alle altre piazze italiane.Se vogliamo trarre un insegnamento minimo dal verdetto di Cardiff non vale la pena dunque scagliarsi per l'ennesima volta contro presunte ingiustizie della UEFA nei confronti del nostro Paese o addurre motivazioni di congiure politiche a danno delle delegazioni italiane, ma è più opportuno fare ancora una volta un serio esame di coscienza.Per salvare il calcio dalla deriva alla quale sembra essere lentamente avviato è bene ripartire dalla prevenzione, dall'educazione alla tolleranza e alla non violenza, dalla riaffermazione dei valori sani dello sport e della competizione, perchè quando questi prevalgono, l'Italia sa far vedere il suo volto migliore.I vertiti del governo del calcio dovrebbero prendere atto seriamente di questo verdetto ed agire di conseguenza, senza ipocrisie, infingimenti o tentativi vittimistici di addurre motivazioni politiche che sembrano davvero non corrispondere alla realtà».(fn)