Bosi (FI): «Un errore aver trattato con i terroristi afgani»
Questo il testo dell'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi:«La mozione che oggi si discute in Consiglio Comunale sulla liberazione del collaboratore di Gino Strada ha visto la mia assenza ed il mio voto contrario in Commissione, mentre avevo partecipato attivamente alla stesura della mozione precedente. In un primo tempo questa mozione, presentata dal Consigliere Leonardo Pieri, chiedeva esclusivamente la liberazione di Rahmatullah Hanefi e su mia proposta fu inserito, debbo ammettere con difficoltà elaborative, anche la richiesta di liberazione dell'interprete-giornalista e collaboratore dell'inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo.Successivamente. come tutti noi sappiamo, è arrivata la notizia della tragica fine di Adjmal Nashkbandi, ed i vergognosi risvolti delle trattative condotte dal Governo italiano e quindi ho chiesto che la mozione venisse ritirata avendo essa perduto i motivi ispiratori. Ciò mi è stato negato e mi ha indotto ad assumere un atteggiamento contrario a quello della Commissione.Del resto anche il Ministro degli Esteri D'alema ha sostanzialmente scaricato l'ambiguo Hanefi, spiegando che il Governo ha già fatto quanto poteva fare, che cercherà di verificare che abbia un processo equo, ma che "non può certamente liberare Hanefi, il quale è accusato dalle autorità del suo paese di reati". E da quelle accuse tutto ha fatto D'Alema, tranne che prendere le distanze, come invece giovedì scorso reclamava il portavoce di Emergency, Vauro Senesi, chiedendo che il Governo garantisse per colui al quale aveva affidato la gestione di ben due sequestri. Anzi, il Ministro degli Esteri ha fatto capire per la prima volta che il giornalista italiano sarebbe stato attirato in una trappola dai suoi "contatti".Anche il senatore DS Peppino Caldarola ha fatto notare che "se Mastrogiacomo era atteso qualcuno la trappola deve averla preparata: o uno dei suoi accompagnatori, ma sono morti, o colui che poi si è incaricato della mediazione".Sappiamo tutti che la liberazione di persone catturate in Irak e Afghanistan è stata ottenuta dallo Stato italiano, con la mediazione del Sismi o della Croce Rossa, dietro pagamento di denaro o medicine.Ma la spregiudicatezza con la quale, questa volta, il Governo italiano ha ottenuto la liberazione di Mastrogiacomo, preferendo la sospetta mediazione di Hanefi, con la richiesta a Karzai della liberazione di un gruppo di terroristi e mostrando invece indifferenza verso i compagni di sventura, poi sgozzati, del giornalista italiano, in una parola il "pasticcio" della mediazione, rende ancor più inaccettabile una mozione come quella presentata per iniziativa della sinistra estrema di Palazzo Vecchio.E se questo non fosse sufficiente a togliere ogni dubbio sulla coerenza della nostra posizione basterebbero le parole di sfogo di Strada sull'arresto del collaboratore; parole in cui, tra il ricattatorio e lo scarso senso della dignità e del bene dello Stato, si parla dei milioni per liberare Torsello e si dà del bugiardo a Prodi, salvo poi a ricevere in contropartita dal sottosegretario agli Esteri Vernetti l'accusa che Emergency viva in un mondo alla rovescia in cui anziché accusare i Taleban di essere dei volgari tagliagole e di rompere gli sciagurati patti sottoscritti (da chi e come non sappiamo) si dà la colpa allo Stato e se ne chiedono pure le scuse.E' ancora in corso il sequestro di due cooperanti francesi e di tre collaboratori afgani, la cui sorte è a grave rischio, anche per le dichiarazioni del Ministro degli Esteri afgano, Rangeen Spanta, che si è detto contrario a qualsiasi scambio di ostaggi con i criminali per evitare che diventi pratica comune.E' inutile negare che la "strada" aperta dal Governo italiano è di un'estrema gravità e ci ha esposto e ci espone alle critiche di tutti gli alleati. Cosa sarebbe successo in Italia se all'epoca del terrorismo i governi di allora avessero trattato con i brigatisti lo scambio di ostaggi? Oggi forse non saremmo qui a discutere».(fn)