Mercoledì pomeriggio convegno Palagio di Parte Guelfa sulla pedagogista Albertina Violi Zerondoli
Il suo metodo educativo ha precorso i tempi e molte riforme proposte da pedagogisti europei e statunitensi. Albertina Violi Zerondoli, un'educatrice di Carpi scomparsa 30 anni fa, è anche famosa per aver aiutato, fin dal dopoguerra, tanti ragazzi e giovani donne che passavano da un lavoro agricolo a quello industriale ad ottenere la licenza elementare o un diploma.Al Palagio di Parte Guelfa, mercoledì prossimo, si terrà un convegno dedicato a questa pedagogista dal titolo "Il coraggio dell'educazione". L'iniziativa è stata organizzata dall'assessorato alla pubblica istruzione e dall'ufficio scolastico regionale in collaborazione con l'associazione italiana maestri cattolici, il centro italiano femminile e Edu (Educazione e unità) del movimento dei Focolari.Dopo i saluti dell'assessore Daniela Lastri, del dirigente dell'ufficio scolastico provinciale Rosa De Pasquale e di Maria Grazia Benvenuti, vicepresidente regionale del centro italiano femminile, sono previsti gli interventi del professor Michele De Beni, docente all'università di Verona e della ricercatrice Irene Gualco, autrice di una tesi di laurea su Albertina Violi Zirondoli.L'incontro sarà intervallato da momenti musicali di cantautori che hanno conosciuto la pedagogista e che per lei hanno composto canzoni e poesie.«E' una bella figura di donna laica e cristiana ha sottolineato la consigliera comunale Lavinia Balata Orsatti ancora oggi attualissima per il metodo educativo attuato come maestra elementare nelle scuole di Carpi. Sempre pronta a rispondere alle richieste di aiuto di tutti, Albertina Zerondoli aveva capito che non può esserci progresso senza cultura, etica ed educazione sociale. Ed aveva individuato uno dei grandi temi per lo sviluppo del nostro Paese: la prima fondamentale emergenza nazionale era e rimane ancora la qualità dell'istruzione e della formazione delle giovani generazioni. Compito della scuola è riuscire ad educare i giovani a realizzarsi come persone, per essere domani cittadini liberi e responsabili». (fn)