Aumento tariffe dell'acqua, Rifondazione Comunista: «Rincari paradossali ed esosi che dimostrano la ricerca degli utili "comunque"»

«Come volevasi dimostrare. L'annuncio dei rincari della bolletta acqua è una palese conferma della nostra critica storica a società per azioni anche a maggioranza pubblica: il privato e le SpA hanno come finalità la ricerca degli utili, obbiettivo che deve raggiungersi "comunque"». E' questo il commento di Anna Nocentini, Leonardo Becheri e Monica Sgherri, rispettivamente capogruppo di Rifondazione comunista nel Comune di Firenze, di Prato e nella Regione Toscana.«Gli aumenti annunciati lo dimostrano in maniera lampante, creando la situazione paradossale che vede, a fronte di minori consumi, dei rincari in tariffa. Ci troviamo quindi di fronte ad un palese schiaffo all'interesse pubblico, sacrificato a quello privato. Rafforza e palesa questo quadro il fatto che negli anni precedenti sono stati redistribuiti gli utili invece di creare maggiori risorse per gli investimenti e evitare aumenti tariffari, che poi sono puntualmente arrivati di fronte alla prospettiva di minori guadagni, dimostrando una gestione che sull'altare dell'introito sacrifica oculatezza e garanzie per i cittadini. Su tutta questa vicenda – annunciano gli esponenti di Rifondazione – presenteremo una interrogazione in Consiglio Regionale e valuteremo l'opportunità di richiedere un indagine sui bilanci, sugli investimenti e sul ruolo del soggetto privato in Publiacqua. E' evidente infatti che non si possono accettare aumenti tariffari, esosi seppur programmati, su una risorsa essenziale per i cittadini come l'acqua, tanto più di fronte ad una qualità del servizio certo non migliorata, a ritardi nella bollettazione che poi portano a bollette stratosferiche, a palesi iniquità nella determinazione tariffaria che non tiene conto del numero dei componenti il nucleo familiare e che per questo mette una seria ipoteca anche alle strategie di lotta agli sprechi della risorsa. Vicende come questa – concludono Nocentini, Becheri e Sgherri – rendono evidente che gli interessi del pubblico, inteso come generalità dei cittadini, e del privato non possono coincidere, di conseguenza esse richiamano ancor di più l'urgenza di attuare quanto dice il programma dell'Unione, cioè proprietà e gestione pubblica del servizio idrico. Un bene comune, non una merce». (mf)