Sanità, l'intervento del consigliere Toccafondi (FI) nella seduta di ieri pomeriggio

Questo l'intervento del vice capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Gabriele Toccafondi, durante il dibattito che ieri pomeriggio si è svolto nella seduta del Consiglio Comunale sulla sanità."Credo che la politica non possa che trattenere come preoccupazione fondamentale l'uomo i suoi desideri. Chi fa politica penso debba avere ben chiaro questo: la politica come "servizio". Non a se stessi ma all'uomo, nemmeno al generico termine di umanità ma alla singola persona che ti trovi davanti. Se si parte dalla persona che si ha davanti la politica si piega all'uomo, altrimenti è la politica che piega l'uomo alle sue necessità.Ma questo è possibile solo se si riconosce che ogni uomo è un valore in sé, è portatore naturale di valore infinito. Cosa c'entra questo con quanto accaduto in questi giorni e con il dibattito a cui stiamo assistendo?Tutto ciò vale per tutti non solo per chi fa politica, vale anche e soprattutto per chi opera a vario titolo nella sanità, a stretto contatto, anche e spesso, con il dolore e la sofferenza, con scelte difficili e mai scontate. Dove l'errore è possibile nonostante protocolli e procedure. Dove comunque la si pensi ci si trova anche di fronte al limite umano. Se è vero che occorre lavorare affinché tutti possano operare al meglio con i migliori professionisti e strumenti, è anche altrettanto vero che il limite è un fatto oggettivo.Colpisce che in generale esista una grande difficoltà a stare di fronte al limite che si esprime in tanti modi, dal dolore alla malattia, alla malformazione, fino alla morte.E' decisivo che ci siano persone che aiutino in questo, non a fuggire al limite ma ad affrontarlo. Persone che aiutino i medici così come medici che aiutino pazienti e parenti.Ho letto che per il piccolo nato dopo l'aborto terapeutico, la commissione interna aperta per far luce sull'accaduto, si è espressa. E' stato detto: "sono state rispettate tutte le procedure previste per l'aborto terapeutico e quindi non si può parlare di responsabilità", concetto che anche nel dibattito consiliare sul tema, è stato ribadito sia dall'assessore regionale che da colleghi consiglieri che di lavoro operano nel settore sanitario.Io su questo tema non riesco ad avere tutte queste certezze. Ho delle domande aperte che mi vengono dal fatto che quel bambino c'era, piangeva, era un bambino di poche settimane, piccolissimo, ma voleva vivere. Questo per me è una certezza.La legge prevede l'aborto per "grave rischio per la vita della madre" (art. 7), e più in generale la legge consente l'aborto dopo i primi 90 giorni "quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna" (art. 6 lettera b). Infine sempre la legge stabilisce che "il medico che esegue l'intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto" (art. 7).Non sono un medico né farò mai parte di una commissione di valutazione in tal senso, ma per quanto ho letto, legge compresa, non avrei tutta quella certezza che in molti hanno.Ma più in generale la mia domanda aperta è anche altra. Se tutti fossero partiti da quanto dicevo inizialmente ovvero dalla persona che si ha davanti, anzi dalle due persone che si trovavano davanti, dai loro desideri e dalle loro angosce, sarebbe cambiato qualcosa?Non ho ricette né verità assolute se non il fatto sperimentato e provato, che nella realtà ognuno è bene che ci stia, con tutte le difficoltà che per la propria attività questo comporta. Penso in questo senso a tutti coloro che operano nella sanità che si trovano di fronte alle angosce e ai limiti, propri e degli altri. Mi auguro che dentro questo percorso ognuno possa partire dall'oggettività del valore della persona e mi auguro anche che ci siano sempre persone che sostengano questo ovunque".(uc)