Sanità, le cinque riflessioni dei Verdi del Comune sulle politica sanitaria regionale e cittadina
Apprezzamento sulle politiche già svolte e cinque riflessioni proposte in materia di salute. E' quanto ha dichiarato il capogruppo dei Verdi Gianni Varrasi intervenendo in consiglio comunale nel dibattito, che ha visto la partecipazione oltre che dell'assessore alle politiche sociosanitarie Graziano Cioni anche dell'assessore regionale al diritto alla salute Enrico Rossi, sulle recenti vicende riguardanti la sanità fiorentina.Dopo aver ribadito l'apprezzamento sulle politiche sulla Salute già svolte, Varrasi ha proposto al consiglio comunale e agli assessori Cioni e Rossi cinque punti di riflessione politica.Prima di tutto "l'eccessiva importanza, anche contrattuale, registrata nei confronti della componente universitaria della sanità pubblica a svantaggio di quella ospedaliera, che pur sopporta il carico maggiore del sistema sanitario toscano e che fornisce operatori e specialisti di alta qualità anche sul versante dell'insegnamento". In secondo luogo "il pericolo concreto che la Società della Salute assuma un profilo operativo sbilanciato sul 'sociale' allontanandosi dalle culture mediche e dunque, proprio per questa eccessiva divaricazione rilevata anche dai profili professionali dei dirigenti nominati, far fallire di fatto l'integrazione tra sociale e sanitario che è poi l'obiettivo primario della riforma". E ancora "lo stato di stagnazione della progettualità della psichiatria che impiega molte delle sue risorse nei reparti ospedalieri e nella politica degli alloggi, non qualificandosi abbastanza né sulla prevenzione della psicosi negli adolescenti né sul versante riabilitativo tramite progetti-lavoro". Al quarto punto Varrasi pone "la denuncia urgente sul pericolo dell'uso degli psicofarmaci nei confronti dei bambini irrequieti, possibile vera svolta drammaticamente epocale (e poi perché no su quelli tristi o bizzosi o che non obbediscono?) invece dell'uso di strumenti comprensivi, affettivi, pedagogici". E infine il capogruppo dei Verdi sottolinea "il costoso mantenimento delle strutture dei SERT, che non si occupano di acuzie legate alle crisi di astinenza, non si occupano delle reazioni psichiatriche nella tossicodipendenza né di riabilitazione. Proponiamo allora che i SERT siano sostituiti dal sovvenzionamento a comunità terapeutiche pubbliche o private". (mf)