Convegno sullo stato sociale in Palazzo Vecchio. L'assessore De Siervo al ministro Ferrero: "Nuove misure per far raggiungere l'autonomia alle categorie svantaggiate"

La responsabilità collettiva nei confronti delle fasce più deboli della cittadinanza, il ruolo del volontariato, la razionalizzazione delle risorse e lo sviluppo dei servizi. Sono questi alcuni temi affrontati durante il convegno nel salone de' Dugento, dal titolo "Spazi per una responsabilità collettiva. Impegno pubblico e privato per la riforma dello stato sociale", organizzato dalla Diaconia valdese. Ospite d'onore il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero, al quale sono state poste domande e riflessioni e obiettivi futuro da parte del governo.L'assessore all'accoglienza e integrazione Lucia De Siervo, che ha portato il saluto della città di Firenze, ha quindi colto l'occasione per illustrare la situazione delle politiche sociali nella città, e ha ribadito alcuni punti importanti per portare avanti tali iniziative. Tra queste l'importanza della persona in difficoltà che deve essere un "soggetto" di solidarietà sociale e non oggetto, colui che usufruisce di alcune opportunità benefiche senza però dargli l'opportunità di riattivare un percorso che lo porti verso l'autonomia.Quindi l'assessore De Siervo ha lanciato un appello al ministro Ferrero per attivare nuove misure all'interno della nostra comunità, nel percorso delle politiche sociali: "Ribadisco che il regolamento delle prestazioni sociali debba essere rivisto – ha spiegato l'assessore De Siervo – è importante un senso di maggiore flessibilità per venire incontro, insieme anche alle sollecitazioni del terzo settore, a prestazioni magari più forti, ma più agganciate al bisogno della persona. Quindi, meno regole burocratiche e più progetti individuali, che tengano conto delle diverse problematiche che ogni persona in difficoltà presenta. Condivido l'affermazione del ministro per la quale la spesa sociale è spesa di sviluppo. Quindi non bisogna aver paura ad investire nel sociale. Questa spesa però non deve deresponsabilizzare la comunità, monetizzando il bisogno sociale.Le grandi città, come Firenze, svolgono ormai storicamente un ruolo importante e fondamentale rispetto alla prima accoglienza, e siamo arrivati a un livello in cui siamo bravi nelle prestazioni della bassa soglia, ma il problema poi si pone nella fuoriuscita dal sistema assistenzialistico verso un processo di autonomia"."E' quindi importante potenziare nuove strutture e modalità di accoglienza di secondo livello che impattino anche sull'area vasta, in cui vengano accompagnati i bisognosi verso un'autonomia, e noi in questo ambito – ha ricordato l'assessore - stiamo presentando un progetto di housing sociale.Quindi colgo l'occasione per ribadire che è arrivato il momento di andare avanti con nuovi progetti,– ha detto al ministro l'assessore De Siervo - è possibile ipotizzare, per quanto riguarda le categorie svantaggiate, misure come cantiere lavoro, un avviamento al lavoro protetti, che permettano a categorie, che difficilmente riuscirebbero a inserirsi nel mondo del lavoro, in totale autonomia. Noi ora stiamo iniziando a far ripartire un progetto che riguarda gli inserimenti lavorativi, ma che per ora possono svolgerlo solo determinate persone, come gli ex tossicodipendenti e il disagio psichico. Vorremmo poter usare questo progetto come riavviamento di approccio con altre categorie, per rendere più facile un aggancio a una vita lavorativa, e a u tenere fede ad un impegno preso con la comunità stessa. (pc)SEGUE FOTO CGE