Le consigliere DS sottoscrivono appello per sostenere la lotta delle donne in Iran
Le cinque consigliere del gruppo DS, Susanna Agostini, Claudia Livi, Lucia Matteuzzi, Elisabetta Meucci e Anna Maria Soldani, hanno sottoscritto l'appello per «sostenere la lotta delle donne in Iran». Martedì scorso, da Napoli, il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi aveva chiesto alle donne italiane di aiutare le iraniane nella conquista dell' uguaglianza e della democrazia. A Napoli, dove ha tenuto una conferenza alla Fondazione Mediterraneo sulla condizione della donna nel mondo islamico, Shirin Ebadi ha pregato le femministe italiane «di scrivere lettere al governo iraniano per mostrare il loro dissenso» per gli arresti di almeno 32 persone, avvenuti domenica a Teheran. È stata la stessa Ebadi a fornire particolari di quanto accaduto in Iran, dove la polizia degli ayatollah si è scagliata contro le manifestanti che davanti a un Tribunale della rivoluzione chiedevano in modo pacifico il rilascio di cinque attiviste, sotto processo dopo che lo scorso giugno avevano manifestato per chiedere l' abolizione delle numerose leggi che discriminano le donne in Iran. (fn)Questo il testo dell'appello:APPELLO SOSTENIAMO LA LOTTA DELLE DONNE IN IRANIl movimento delle donne nella Repubblica Islamica è senza dubbio all'avanguardia nella lotta per la democrazia e per i Diritti dell'Uomo. Con le loro campagne contro la lapidazione, per l'eguaglianza dei diritti, e contro ogni forma di discriminazione, le donne iraniane hanno sfidato il governo di Mahmoud Ahmadinejad, che non rispetta le convenzioni internazionali alle quali ha aderito anche la Repubblica Islamica.Le donne iraniane hanno denunciato con chiarezza, e con coraggio, tutti quelli che in nome della religione e dell'islam, si oppongono alle libertà politiche, sociali ed individuali, dimostrando nei fatti che non esiste un femminismo islamico e nemmeno i diritti umani islamici, e che essere musulmani non significa negare alle donne, alle minoranze etniche e religiose, ai giovani e agli operai, i loro diritti.Le donne iraniane domenica mattina, prima che la loro pacifica manifestazione fosse assalita dai reparti speciali della polizia, gridavano "la libertà è diritto inalienabile", e non il nucleare, come vogliono far credere il presidente Mahmoud Ahmadinejad e gli altri dirigenti, radicali e moderati, conservatori e pragmatici, della Repubblica Islamica.Come gli studenti del Politecnico Amir Kabir, che a dicembre sfidarono Mahmoud Ahmadinejad, gridando "no alla dittatura, si alla democrazia", anche il movimento delle donne iraniane lancia una sfida a questo governo, e ribadisce di voler celebrare, nonostante gli arresti di domenica, la giornata internazionale della donna, il prossimo 8 marzo.Il movimento delle donne ha bisogno dell'appoggio internazionale, del sostegno dell'opinione pubblica mondiale, per non sentirsi isolata e per poter continuare a sfidare l'attuale governo e tutti coloro che nella Repubblica Islamica, in nome della religione si oppongono alla democrazia. L'Iniziativa per la Libertà d'Espressione in Iran, facendosi portavoce delle richieste del movimento delle donne in Iran, chiede a tutte le donne e gli uomini liberi che credono in valori universali come democrazia e libertà, di esprimere la loro solidarietà con le 33 femministe arrestate, che hanno iniziato uno sciopero della fame nel carcere di Evin.Per le adesioniiranfreepress@libero.itPer maggiori informazioniLeonardo Rafat 3351024618Maryam AfshangGiornalistaVia Prenestina 646 int.1300155 ROMAtel:(0039)0622755027cell:(0039)3282131885