Ricerca dell'Ires sulle imprese Finmeccanica a Firenze. L'assessore Nencini: "Promuoviamo il rapporto con le università toscane"

Il tessuto industriale fiorentino sta lentamente riprendendosi dalla crisi vissuta negli anni novanta e anche le imprese che fanno capo al gruppo Finmeccanica e che lavorano nei settori della sicurezza e della difesa, come Galileo e Ote, sono alcuni dei pochi punti di riferimento a disposizione per le tecnologie avanzate. E' quanto emerge da "Le imprese Finmeccanica a Firenze: ricadute tecnologiche e territorio", pubblicazione nata da uno studio di Franco Bortolotti e Mario Batazzi, presentata stamani e promossa dall'assessorato all'innovazione e strategie di sviluppo. Una ricerca a cura di IRES Toscana-Istituto di Ricerche Economiche e Sociali edita da Comune Network."È importante promuovere maggiori rapporti con le università toscane per migliorare e realizzare in casa il know-how necessario per la crescita aziendale – ha sottolineato l'assessore Riccardo Nencini –. Dalla ricerca registriamo anche una carenza di piccole e medie imprese che determina una richiesta all'esterno di produttività".In particolare la ricerca analizza a fondo le importanti realtà industriali fiorentine che hanno fatto la storia della città, tra le quali spicca la Galileo che a sua volta, nel corso degli sviluppi proprietari, ha generato Ote, Esaote oltre ad una serie di "spin off", cioè di aziende composte dai dipendenti delle grandi ditte che decidono di mettersi in proprio, sia per motivi di convenienza che in caso di riconversioni a seguito di crisi aziendali. Quindi artigiani ma anche decentramento produttivo. Per quello che riguarda gli "spin off" generati dalla Galileo, registriamo un forte incremento a partire dal 1980 che, col passare degli anni, è progressivamente scemato fino a ridursi alle attuali quattro."Sul nostro territorio abbiamo una generazione di sistema aziendale che ha preso vita proprio da Galileo ed Ote – ha proseguito l'assessore Nencini – , un grappolo di spin-off è passato da queste aziende che hanno attraversato tutti i processi di riorganizzazione, transitando anche da avvicendamenti proprietari. Negli ultimi venti anni la Finmeccanica sembra che abbia assecondato gli indirizzi politici del governo centrale di rivolgersi sempre di più verso interessi internazionali, privilegiando, ad esempio, i settori della difesa, delle telecomunicazioni. Questo mette l'azienda in una condizione di adesione a vari modelli che sono sul mercato".La Galileo a Firenze (più precisamente a Campi Bisenzio), conta circa 950 dipendenti. Erano 925 nel 2004 (quasi 2.000 nel 1995), praticamente il 28,% del totale dei 3.120 dipendenti in tutta Italia di Galileo Avionica.Nelle imprese di Finmeccanica, a Firenze, la situazione occupazionale si è molto diversificata nel corso degli anni. Rispetto al 1989 (sempre secondo i dati di IRES Toscana) l'occupazione è diminuita del 20% nella Galileo (addirittura –47,4% se consideriamo anche la SMA che nel frattempo è stata assorbita). Nello stesso periodo di tempo, l'occupazione operaia è diminuita del 65,6% (il dato è di –71% se consideriamo anche l'ex SMA) e quella impiegatizia è aumentata del 6,3% (ma il dato resta sempre negativo, -37,9%, considerando anche l'ex SMA).Alla Galileo, i lavoratori impiegatizi sono passati dal 71% all'84%; alla Ote, dal 65% al 94%. Questo perché le imprese, ultimamente, più che essere addette alla produzione, si occupano di progettazione, ingegnerizzazione, collaudo, commercializzazione. La produzione è concentrata soprattutto in parti altamente strategiche.Per quello che riguarda le tipologie occupazionali, alla Ote, dei 526 dipendenti, il 37,6% (198 unità) si trova nel settore Ricerca e Sviluppo, il 29,7% (156 unità) nel Marketing e nel Commerciale. A partire dal 1997gli addetti sono aumentati annualmente, di circa il 3,8% ma tra il 2000 ed il 2004 si è assistito ad un trend opposto pari al –17,2% (sono state perse 109 unità lavorative).La Galileo è stata fondata nel 1864 e dal 1995 fa parte della Finmeccanica, fattura circa 500 milioni di euro l'anno e di questi, circa 120 provengono dallo stabilimento fiorentino: l'80% per commesse della difesa ed il 20% per commesse inerenti le attività aerospaziali. L'Italia rappresenta il 40% del mercato, il 42% è costituito dai Paesi dell'Unione Europea, il 15% finisce in Pakistan, India e Singapore il 3% è diviso soprattutto tra USA e Brasile.Nello stabilimento fiorentino, la maggiore parte dei dipendenti, ben 800 (l'87% del totale) è equamente diviso in due settori: Produzione e controllo qualità e Ricerca e Sviluppo. Gli operai sono il 16%, gli impiegati il 68%, i quadri l'11,7% ed i dirigenti il 4,2%.Negli ultimi quattro anni il personale è stato ridotto di circa 20-25 unità l'anno ed il turn over è piuttosto basso. Nello stesso periodo di riferimento è stato assunto circa il 30% del personale che ha lasciato la Galileo. (uc)