8 marzo, Di Giorgi e De Siervo: «Commissione pari opportunità in Palazzo Vecchio»
Un maggior impegno da parte della Margherita a favore delle donne, l'applicazione dell'articolo 51 della Costituzione e l'istituzione di una commissione pari opportunità in Palazzo Vecchio. Alla vigilia dell'8 marzo le donne della Margherita presentano tutte insieme il loro "decalogo" contro le discriminazioni nella politica. L'occasione è stata una conferenza stampa in Palazzo Vecchio alla quale hanno partecipato la capogruppo Rosa Maria Di Giorgi, l'assessore alle politiche per l'accoglienza e integrazione Lucia de Siervo, l'assessore alle pari opportunità del Comune di Scandicci Simona Bonafè, Federica Giuliani responsabile regionale delle donne per la Margherita e il segretario provinciale Giacomo Billi. Le rappresentanti della Margherita hanno anche presentato una lettera che invieranno a tutte le parlamentari «per sensibilizzare sulle disuguaglianze ancora esistenti fa uomo e donna in campo politico, economico, sociale e culturale».«Questo è l'anno delle pari opportunità ha spiegato Rosa Maria Di Giorgi - e ci sembra doveroso intervenire sugli spazi che la politica e le istituzioni riservano alle donne. Abbiamo osservato la realtà fiorentina e toscana e verificato quanto ancora c'è da fare in questa direzione. Crediamo che nel partito democratico ci si debba arrivare portando avanti questi temi, consapevoli che nei Ds c'è una maggiore attenzione e apertura verso queste tematiche. Nella Margherita ha aggiunto c'è ancora molto da fare: a livello nazionale abbiamo un'unica parlamentare toscana che è Rosi Bindi, un dato del tutto insufficiente a nostro parere. Per quanto riguarda la situazione locale nei 44 comuni della Provincia di Firenze solo 14 sindaci sono donne e nessuna di queste fa riferimento alla Margherita. Sono dati a nostro avviso un po' preoccupanti su una generale valutazione delle donne nei partiti politici e sulle posizioni che vengono messe a disposizione: pensiamo alle aziende a partecipazione pubblica che vedono soltanto due donne presidenti. Altra lacuna da colmare è quella di istituire una commissione pari opportunità nel Comune di Firenze. Abbiamo già un consiglio delle donne che negli anni ha avuto difficoltà a funzionare ed entro quest'anno il nostro obiettivo è quello di giungere ad un accordo in consiglio comunale per l'istituzione della commissione».L'assessore alle politiche dell' integrazione e accoglienza Lucia De Siervo ha sottolineato, in particolare «alcuni dati che riguardano le donne immigrate: la componente femminile di donne straniere che vengono nel nostro paese è pari al 50%. In alcune comunità la prevalenza femminile è maggiore rispetto ad altre». «Penso soprattutto ha aggiunto agli Stati Uniti al Giappone e alla Germania dove la percentuale è molto alta (intorno al 70%), dovuta anche al fatto che molte donne si trasferiscono da questi paesi per studiare e lavorare. Inferiori al 40% invece è la componente femminile in comunità come il Marocco, il Senegal e l'Albania. Abbiamo intenzione, in accordo anche con l'assessore Lastri, di migliorare i servizi di inserimento scolastico per i bambini incentrandoli sulle donne e di lavorare sull'insegnamento della lingua italiana».La lettera che abbiamo scritto nel giorno della donna a tutte parlamentari italiane ha dichiarato l'assessore alle pari opportunità del Comune di Scandicci Simona Bonafè nasce per condividere con loro le nostre speranze per il futuro delle donne e per far avere a loro quello che gli spetta. Una battaglia che appoggiamo fortemente è quella dell'applicazione dell'articolo 51 della Costituzione, un primo passaggio per forzare un meccanismo duro da scardinare».«La mia presenza qui non è puramente formale ha osservato il segretario provinciale Giacomo Billi ma è per denunciare come la politica sia l'ambiente più maschilista di una società già maschilista di per sè. Posso assicurare che la Margherita farà una grande battaglia su queste tematiche e che ci impegneremo affinché la situazione possa cambiare a partire dalla rappresentanza politica. E' dimostrato che le donne quando si misurano con il consenso hanno un grande successo e i problemi nascono quando questo non avviene, condivido il meccanismo delle quote rosa che è l'unica forzatura possibile per far partecipare le donne alla vita politica e istituzionale del Paese». (fn)Questo il testo della lettera:Firenze, 8 marzo 2007Carissime Onorevoli,la Festa della Donna nell'Anno Europeo per le Pari Opportunità, assume per noi - lavoratrici, madri e cittadine impegnate in politica - un rilievo del tutto particolare. La celebrazione dell'8 marzo, in un momento in cui anche la Commissione Europea ha voluto fermare l'attenzione sulle disparità fra uomo e donna che ancora regnano nei paesi dell'Unione, diventa un'occasione importante per fare il punto sul percorso fatto finora e soprattutto per gettare uno sguardo sul futuro, sul lungo cammino che ancora ci aspetta per raggiungere il traguardo della piena libertà.L'uguaglianza delle donne e degli uomini si è ormai affermata nel nostro paese come diritto fondamentale e valore determinante per la nostra democrazia. Ma questo diritto non deve fermarsi al riconoscimento formale, per legge, ma deve essere applicato nella realtà di tutti i giorni e deve riguardare tutti gli aspetti della vita, politico, economico, sociale e culturale.Purtroppo, nonostante i tanti indiscutibili progressi compiuti, l'uguaglianza fra uomini e donne nella vita quotidiana è ancora lontana. Persistono disuguaglianze evidenti: basta dare un'occhiata veloce ai dati, alle statistiche dell'occupazione femminile, della partecipazione delle donne negli organismi di rappresentanza democratica.Nel nostro paese le donne non riescono a partecipare alla vita economica e produttiva in misura corrispondente alle loro capacità e potenzialità, il lavoro femminile rappresenta un enorme giacimento di risorse che l'Italia non riesce ad utilizzare pienamente. La prima e più grave causa di arretramento del nostro sistema economico è rappresentata dal basso tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro, molto lontano dall'obiettivo fissato dalla Conferenza di Lisbona. Politiche di pari opportunità, di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, misure a sostegno all'imprenditoria femminile, per il miglioramento dei servizi alla famiglia sono alcune delle azioni su cui ad ogni livello dobbiamo continuare ad impegnarci perché è da lì che passa la possibilità per le donne di percepirsi motore dello sviluppo economico e sociale, non zavorre o addirittura categoria svantaggiate.E veniamo all'altro grave deficit partecipativo, quello che vede l'Italia fanalino di coda da troppo tempo: la scarsa presenza di donne negli organismi di rappresentanza democratica. Chiediamo a voi di portare avanti in parlamento un'azione incisiva per l'attuazione dell'art. 51 della costituzione che intende promuovere "con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini per le cariche elettive". Una vera democrazia non può che reggersi sull'apporto paritario di uomini e donne.Ma non vogliamo dimenticare in questo giorno di festa internazionale, il mondo ancora poco conosciuto delle donne immigrate che vivono in Italia e delle loro necessità particolari. Siamo chiamate ad attivare percorsi di piena integrazione sociale e di cittadinanza, perché solo dall'incontro vero con culture diverse possono scaturire posizioni all'altezza della complessità dei problemi e della pluralità dei valori in gioco.Poche righe, certo. Ma abbiamo sentito il dovere di condividere con voi le speranze per un futuro in cui le donne del nostro paese siano protagoniste nella vita economica, politica e sociale. Siamo convinte che insieme, superando gli steccati degli orientamenti politici, con un approccio culturale nuovo saremo in grado di abbattere definitivamente gli stereotipi di genere ed operare cambiamenti profondi e strutturali ad ogni livello.