Piano di recupero di viale Belfiore, la comunicazione dell'assessore Biagi in consiglio comunale

Sul piano di recupero di viale Belfiore, oggi l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi ha svolto una comunicazione in consiglio comunale. Ecco il testo del suo intervento:"Faccio seguito alla mia comunicazione al consiglio tenuta l'11 dicembre 2006 per informare il consiglio comunale degli sviluppi della vicenda. In questo periodo si sono svolti incontri fra i rappresentanti della proprietà e l'Amministrazione comunale. A due di tali incontri erano presenti anche rappresentanti dell'Atelier Jean Nouvel. Al primo incontro con l'Atelier Jean Nouvel ha partecipato l'architetto Alessandro Carbone rappresentante dell'Atelier per i progetti in Italia e al secondo, che si è svolto dopo la specifica richiesta dello scrivente, ha partecipato Alain Trincal (directeur de development) dell'Atelier Nouvel.A seguito di tali incontri la proprietà ha revocato, con lettera del 30 gennaio 2007 la richiesta di variante presentata alla concessione edilizia numero 1 del 2006. A oggi si sono ripristinate quindi le condizioni di approvazione del Piano di recupero e anche le condizioni poste dalla mia comunicazione al consiglio comunale laddove si affermava che il progetto in costruzione era quello relativo alla concessione edilizia numero 1 del 2006 firmata da Jean Nouvel e che non avremmo approvato modifiche a quel progetto.Rimangono tuttavia alcune questioni da affrontare che non sono marginali. Penso quindi sia utile fornire una breve cronistoria dei fatti. A seguito del concorso internazionale di progettazione, bandito dalla proprietà con il patrocinio del Comune di Firenze, nell'ottobre del 2002 la società Baldassini&Tognozzi spa incarica l'Atelier Jean Nouvel della progettazione architettonica del progetto preliminare e del progetto definitivo. Della supervisione artistica della progettazione esecutiva, della direzione artistica dei lavori, nonché della progettazione e direzione dei lavori di interni e arredamento dell'immobile da realizzare nel sito della ex filiale Fiat di viale Belfiore. L'edificio ha destinazione alberghiera per la catena ‘Una Hotel'. Successivamente il Piano di Recupero relativo all'intervento in oggetto viene adottato nell'aprile del 2004 e approvato definitivamente, dopo gli adeguamenti alla intervenuta normativa sull'affitto sociale, nel 2005.Nel maggio 2006, dopo una serie di lettere fra l'Atelier Jean Nouvel e la proprietà, che mettevano in evidenza differenti valutazioni sui costi, sui contenuti dell'incarico ed anche sulle modifiche richieste dalla proprietà al progetto iniziale, si addiveniva all'Atto di concordamento amichevole di risoluzione di incarico professionale. Con la revoca della richiesta di variante si ripristinano quindi le condizioni iniziali del Piano di Recupero approvato dal consiglio comunale e la conseguente realizzazione dell'edificio relativo al permesso di costruire numero 1 del 2006. Tuttavia alla revoca della richiesta della variante non è seguito la ripresa della collaborazione, come parrebbe logico, fra la proprietà e l'Atelier Nouvel.Il principale ostacolo alla ripresa della collaborazione pare consistere, dai colloqui intercorsi, nella sopravvenuta incertezza del soggetto gestore. Non ci possiamo nascondere le difficoltà di procedere alla realizzazione di un complesso edilizio ‘particolare', come quello in questione, senza un coinvolgimento, almeno nella direzione artistica, del progettista. Per parte nostra vigileremo con la massima attenzione la ripresa e la esecuzione dei lavori per garantire il rispetto non solo formale della volontà espressa dal consiglio comunale con l'approvazione del Piano di recupero che riteniamo costituisca il cardine del processo autorizzativo.Permettetemi però in conclusione di questa comunicazione di fare alcune riflessioni generali sulla vicenda. In primo luogo vi sono state consegnate le lettere intercorse fra l'Amministrazione comunale e l'Atelier Jean Nouvel, oltre che la lettera con la quale la proprietà ha ritirato la richiesta di variante. Non commento queste lettere. Ognuno può leggerle e farsi una propria opinione. A me preme parlare di committenti e di progetto. Ogni buon progetto, si dice, ha sempre alle spalle un buon committente. In questo caso l'inizio è stato promettente. Il finale appare incerto. Il committente ha perso per strada il progettista. Io credo che mai come in queste circostanze sia importante affermare l'esigenza di coerenza e di lealtà che stanno alla base delle attività dei singoli e dei gruppi. Coerenza con gli obiettivi che gli stessi committenti si erano dati al momento della scelta del progettista. Coerenza del progettista con i costi del suo progetto scelto attraverso un procedimento pubblico. Questo è quello che noi possa ancora accadere. Un ripensamento che faccia perno sulla ripresa di un rapporto fra committenti e città. Comunque noi vigileremo e metteremo in atto tutte le azioni di controllo e di attenzione possibili per garantirci che il progetto iniziale di Jean Nouvel non venga modificato nei suoi assunti ordinatori, quale la quantità e la qualità degli spazi pubblici, degli spazi di uso pubblico, del rapporto fra l'edificio e il contesto urbano, come le facciate e altro ancora, nella consapevolezza che comunque non potremo controllare, ad esempio, il colore dei pavimenti o delle caratteristiche delle finiture degli infissi né tantomeno gli arredi mobili. Su questo, come saprete, non abbiamo ‘competenza giuridica'. E su questo il rapporto di lealtà fra il committente, il progettista e la città è determinante. Se non avremo un progetto integro, allora vorrà dire che questa lealtà è venuta a mancare".(fd)