Cellai (AN): «Dall'università Giuliano Giuliani ha lanciato accuse gravi e sconcertanti sui fatti di Genova 2001»
Questo il testo dell'intervento di Jacopo Cellai, vicecapogruppo di Alleanza Nazionale:«Segnalerò alla procura di Firenze le dichiarazioni fatte ieri pomeriggio, nell'aula tesi del polo universitario di Novoli, da Giuliano Giuliani in merito ai fatti accaduti durante il G8 di Genova del 2001. Giuliani è padre di Carlo, morto durante gli scontri di Genova nel luglio 20001, ed ha ha usato nei confronti della magistratura espressioni gravissime e sconcertanti. A proposito del processo che ha riguardato la morte del figlio ha detto: "ho incontrato due magistrati disonesti", aggiungendo che "il gip lo caccerei dalla magistratura", che "i quattro consulenti del pubblico ministero sono dei farabutti, li vogliamo cancellare dall'albo o no?" e, infine, "questo pm lo vogliamo cacciare dalla magistratura o no?".Non soddisfatto ha tirato in ballo l'allora vicepremier Gianfranco Fini, il quale secondo Giuliani si trovava al Forte San Giorgio assieme ad alcuni vertici delle forze dell'ordine. "La carica nei confronti dei manifestanti in via Tolemaide magari è stata ordinata da Fini. Questa è un'ipotesi" ha aggiunto Giuliani.Parole sconcertanti, accuse fortissime alle massime cariche ed istituzioni del Paese.Un filmato lungo, fatto di sequenze fotografiche nel quale emerge un profilo di assoluta e gratuita violenza da parte delle forze dell'ordine descritta con espressioni, sempre di Giuliani, quali "i violenti c'erano. Erano i poliziotti", "quella di Genova è stata una repressione in stile fascista-cileno", condita dalle parole del giornalista Lorenzo Guadagnucci, il quale ha candidamente affermato che "la spedizione alla Diaz è avvenuta per ragioni politiche", le forze dell'ordine erano "squadre di picchiatori ", "ormai non è più la politica a dettare la linea alle forze dell'ordine, ma il contrario", denunciando la promozione a incarichi più prestigiosi di vari dirigenti delle forze dell'ordine operanti a Genova nel 2001.Mi chiedo come sia possibile tentare di arginare l'odio che da tempo è emerso a livello giovanile nei confronti delle forze dell'ordine quando si permette nell'aula tesi di un polo universitario che conta migliaia e migliaia di giovani, di tenere una sorta di "j'accuse" contro le forze dell'ordine senza alcuna controparte, basato su illazioni, giudizi e commenti a fotografie che possono evidentemente essere facilmente strumentalizzate se decontestualizzate da ciò che accade prima dello scatto delle foto medesime. Per dare un'idea, mostrando la foto del figlio con una pietra in mano, prima della sua morte, ha detto "certamente si stava difendendo da una carica ingiusta". Neppure una foto di manifestanti che danneggiano cose o persone. Neppure una foto di un poliziotto o carabiniere aggredito o ferito, e sappiamo quanti ce ne sono stati. Un susseguirsi di foto per evidenziare la violenza e gli abusi delle Forze dell'Ordine. In buona compagnia di magistrati "disonesti" e, "politici che potrebbero aver ordinato cariche ai manifestanti".Comprendo il dolore e la rabbia per la perdita di un figlio. Ma non posso giustificare un attacco allo stato ed alle sue istituzioni così violento, basato su ipotesi e punti di vista personali. Specie quando si parla agli studenti.Alimentare la sfiducia, per non parlare di odio, verso le forze dell'ordine e lo Stato non aiuta a evitare fatti come quelli di Genova.L'unica cosa per la quale rallegrarsi è che di fronte ad un tema così caro alla sinistra e alla presenza di un uomo divenuto così rappresentativo per i movimenti, la Sinistra Universitaria, promotrice della manifestazione, molto vicina ai DS, ma che ieri ha sottoscritto lo stesso linguaggio dei Collettivi più estremisti, ha portato meno di 50 persone all'incontro fra le quali il sottoscritto e vari ragazzi di Azione Universitaria.Evidentemente al racconto dei "tutti buoni" massacrati dai "tutti cattivi" non ci credono più neppure molti giovani compagni».(fn)