Razzanelli (Udc): «Colmiamo il ritardo infrastrutturale se non vogliamo che Firenze diventi una città museo»
«Adesso che se ne va anche la Borsa del turismo congressuale i nostri amministratori saranno contenti, perché ci avviciniamo a grandi passi alla realizzazione di un loro sogno: una Firenze che sia soltanto un museo a cielo aperto». È quanto sostiene il capogruppo dell'Udc Mario Razzanelli.«Dopo la perdita di manifestazioni del calibro di Prato Expo, Pitti Casa e Moda Pelle - ha rilevato l'esponente del centrodestra - l'addio della Btc, che pur di passare a Roma non esita a pagarci una salata penale, segna un ulteriore passo verso il declino economico di Firenze e del suo comprensorio. E' chiaro che la nostra città non è competitiva: ha un aeroporto ridicolo ed è strozzata da un piano della mobilità antistorico. E non illudiamoci che Bologna diventi l'aeroporto di Firenze, raggiungibile in 35 minuti. Tutt'altro, perché al quel punto, in un congruo lasso di tempo, Bologna diventerà il polo attrattore di tutte le manifestazioni economiche più importanti e lascerà a noi le briciole».«Le soluzioni ha concluso Razzanelli - per ridare un po' d'ossigeno alla nostra città ci sono: un aeroporto che consenta un traffico di almeno 4-5 milioni di passeggeri e un primo tratto di metropolitana che colleghi aeroporto, tribunale, Università, centro fieristico e stazione centrale. Fintantoché Firenze non sarà dotata di infrastrutture degne di questo secolo, prepariamoci a salutare altre grandi occasioni per il turismo d'affari e l'economia della città».