Cdl: «Il presidente Cruccolini si dimetta. Sbagliato recarsi in carcere per portare solidarietà a chi ha cercato di investire un poliziotto»

«Si tratta di una iniziativa deplorevole». Così i consiglieri della Casa delle Libertà commentano «la notizia, apparsa su una fonte autorevole della stampa di sinistra, dell'iniziativa del presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini che si è recato in carcere, dopo la condanna da parte del tribunale, a portare solidarietà ai due appartenenti all' "area antagonista", "per farli sentire meno soli"».«I due erano – hanno ricordato i consiglieri della Cdl – a bordo dell'auto dalla quale, il 10 febbraio scorso era stata lanciata una bottiglia contro i militanti di AN che avevano partecipato alla commemorazione delle vittime delle foibe e che ha tentato di investire un poliziotto. Tale scelta del presidente Cruccolini ci permette di comprendere quale sia stata la reale motivazione della dichiarazione di irricevibilità delle due domande di attualità, presentate dal senatore Amato e dal consigliere Stella e in seguito di non dare la parola per mozione d'ordine ad Amato in palese violazione dell'articolo 71 del regolamento del consiglio comunale. Peraltro la motivazione, data in un comunicato stampa dal presidente Cruccolini, evidenzia che non conosce il testo dell'articolo in questione».«Nel confermare la protesta in atto, che si potrebbe allargare anche ai consigli di quartiere – hanno aggiunto i consiglieri di Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC - rinnoviamo la richiesta di dimissioni del presidente del consiglio comunale in quanto non adatto a ricoprire un ruolo istituzionale di garante della democrazia e delle istituzioni. Resta inteso che non verranno accettate scusanti sulla visita a titolo personale al carcere di Sollicciano: non è sufficiente il "cambio della giacchetta" a far venire meno quei valori di rispetto della legalità e dell'ordine costituito insiti in un'alta carica istituzionale. Da parte nostra la solidarietà e la vicinanza "per non farli sentire soli" la diamo agli appartenenti alle forze dell'ordine e non a chi li investe con l'auto». (fn)