Lettera aperta di Amato (FI) al prefetto

Questo il testo della lettera aperta che il capogruppo di Forza Italia, il senatore Paolo Amato, ha inviato al prefetto:«Eccellenza,mi appello pubblicamente alla Sua autorità di rappresentante dello Stato, in qualità di Senatore della Repubblica e di Capogruppo di Forza Italia in Palazzo Vecchio, sapendo che domani riceverà una delegazione fiorentina della Casa delle Libertà.Perché a Firenze, in Consiglio Comunale, esiste un problema di garanzia dei diritti dell'opposizione. Sempre più impedita nella sua azione politica dalla maggioranza di centrosinistra, che – con la complicità del Presidente Cruccolini – punta ad impedire ogni dissenso e a zittire qualsiasi voce critica. Alla faccia della democrazia e della tanto declamata partecipazione.Lo si è visto chiaramente oggi, quando, violando il Regolamento Comunale, è stato impedito al sottoscritto di intervenire per fatto personale. Costringendo così tutta la Casa delle Libertà ad abbandonare l'aula in segno di protesta.Tutto è nato da una domanda di attualità al Sindaco, presentata da Forza Italia, a proposito della solidarietà espressa da vari Consiglieri comunali, da un Presidente di Quartiere e da esponenti di Rifondazione Comunista e della sinistra DS a coloro che sabato 10 febbraio (al termine della manifestazione in favore dei martiri delle foibe) avevano cercato di investire con l'automobile un agente di Polizia; e che per questo sono stati condannati, per direttissima, ad un anno di carcere. Forza Italia chiedeva semplicemente di sapere cosa ne pensava il Sindaco e come valutava l'incredibile appello di una parte della sua maggioranza. Ebbene, prima, la domanda di attualità è stata giudicata irrecevibile, sia pur a maggioranza, dall'Ufficio di Presidenza. Per via di alcuni termini giudicati pesanti: poiché chiamavamo "delinquenti" gli attentatori alla vita del poliziotto. Poi, nonostante l'eliminazione dei termini che urtavano la delicata sensibilità della sinistra, la domanda è stata nuovamente respinta, con una motivazione che va letta per apprezzarne il ridicolo. E che qui riporto integralmente: " l'Ufficio di Presidenza, sempre a maggioranza, ha ritenuto che i Consiglieri comunali siano liberi di esprimere le proprie opinioni senza che il Sindaco o la Giunta debbano rispondere di queste in sede consiliare. Sono i singoli consiglieri che hanno la piena responsabilità delle proprie dichiarazioni". Tale singolare motivazione teorizza: che su fatti e giudizi politici la maggioranza di centrosinistra è a geometria variabile; che il Sindaco, non rispondendo dei comportamenti dei suoi Consiglieri, non può di conseguenza rappresentarli; e che pertanto l'opposizione non deve chiedere conto al primo cittadino della coerenza della sua maggioranza. Il che costituisce davvero una curiosa innovazione nella scienza politica di Palazzo Vecchio.Resta il sopruso, la violazione delle norme regolamentari, e l'arroganza con la quale una confusa maggioranza tenta di imporre la sua dittatura sulla minoranza. Siamo alle prove tecniche di regime. A questo punto a Forza Italia e alla Casa delle Libertà non resta che appellarsi all'autorità dello Stato, affinché venga riaffermato il rispetto dello Statuto e del Regolamento del Consiglio comunale, che un inadeguato Presidente non riesce a tutelare né tantomeno a garantire.All' inizio di questo mandato amministrativo, durante la seduta di insediamento del Consiglio comunale, avevo posto il problema di uno Statuto dell'opposizione, capace di assicurare a quest'ultima effettivi poteri di controllo e di vigilanza. Nella consapevolezza che questo era ed è il nodo politico-istituzionale della vita pubblica degli enti locali. Non pensavo, però, di dovermi trovare a combattere per avere garantito il semplice diritto di espressione. Ma a questo siamo purtroppo arrivati.E' giunto perciò il momento di aprire, a livello locale, una vertenza istituzionale. Con l'obbiettivo di garantire all'opposizione quei diritti di libertà, agibilità politica, e poteri di controllo, che qualcuno a Palazzo Vecchio vorrebbe limitare o addirittura cancellare. Il tutto per rafforzare, proprio con la realizzazione di uno Statuto dell'opposizione, la democrazia e il sistema rappresentativo.Oggi, avendo dovuto abbandonare per protesta l'aula, non ho potuto nemmeno partecipare alla discussione sulla relazione del Garante dei detenuti, iscritta all'ordine del giorno. Peccato, perché avrei voluto dire che a Firenze, in Consiglio comunale, serve anche – e soprattutto - un Garante dell'opposizione.Senatore Paolo Amato»