Relazione del Garante dei detenuti, l'assessore De Siervo: "Il carcere deve essere luogo di rieducazione, ma servono nuove leggi nazionali"

"A Firenze abbiamo, oltre alla casa circondariale di Sollicciano, anche le strutture Mario Gozzini (Solliccianino) e il minorile del Meucci. Sicuramente la riflessione viene incentrata sul carcere più grande, su Sollicciano che, per i suoi numeri ha bisogno di una riflessione. Come ha già ricordato il Garante dei detenuti, c'è bisogno di intraprendere una linea nazionale ma anche locale". E' questo il primo commento dell'assessore all'accoglienza e integrazione Lucia De Siervo, durante il consiglio comunale, dopo la relazione annuale del garante dei diritti dei detenuti Franco Corleone."Oggi siamo alla fase del dopo l'indulto che è servito, nel momento iniziale, per sbloccare un sistema ingolfato. Quindi è arrivato il momento di avere nuove regole – ha sottolineato l'assessore De Siervo - abbiamo bisogno che le commissioni parlamentari elaborino un disegno nuovo per il momento dello scontare la pena, perché non ci si può limitare a misure straordinarie, noi siamo perchè ci sia una risposta politica a questi problemi. Quindi, abbiamo bisogno di un carcere che sia all'altezza della nostra città e non un luogo di vera disperazione, ma un carcere che permetta a chi ha sbagliato di ripartire".A livello locale l'assessore De Siervo ha ricordato le varie attività che svolge il comune di Firenze in collaborazione con le associazioni, che comprendono varie aree: da quelle culturali e sportive, all'informazione e di ascolto, a quelle di orientamento e di inserimento lavorativo a favore di soggetti detenuti. Inoltre sono previste attività di accompagnamento dei minori figli di detenute dal carcere di Sollicciano all'Asilo nido, ma anche attività d'interpretariato linguistico per i detenuti di Sollicciano. Per quanto riguarda i centri d'accoglienza che possono accogliere i detenuti per vari motivi, l'assessore ha ricordato vari centri, tra cui il centro Oasi, il Samaritano, Casanova, il Centro d'accoglienza "S. Maria", il Centro Sociale Attavante.Tra i vari progetti sostenuti ricordiamo "La poesia delle bambole", il laboratorio femminile interno ed esterno di costruzione bambole. Il "Laboratorio biciclette": un'officina interna a Sollicciano di riparazione biciclette; noleggio in città in collaborazione con Firenze parcheggi e il "Teatro in carcere 2006", il Laboratorio teatrale alla sezione femminile di Sollicciano. Infine il "Progetto Theo", che accoglie donne con figli da 0 a 3 anni."Una delle ultime iniziative intraprese per il carcere di Sollicciano – ha spiegato l'assessore De Siervo – è stata la pubblicazione di una guida che è punto di riferimento per il detenuto che entra in carcere, e dove sono raccolte regole di gestione e di organizzazione del carcere stesso"."Queste sono attività svolte a livello locale, ma sicuramente ci vuole un piano nazionale forte su come noi intendiamo gli istituti penitenziari e forse ripensare ad una territorializzazione delle pene - ha proseguito l'assessore -. Sarebbe opportuno togliere da Sollicciano un po' di sezioni, poiché lì dentro ci sono tutte le sezioni possibili e immaginabili di tutto l'arco penale esistente. Invece, con meno sezioni il carcere potrebbe svolgere più efficacemente, oltre alla sua funzione di reclusione anche quella di ripartenza delle persone recluse"."Un ultimo accenno sugli educatori, che sono molto pochi, quindi su questo ci vuole una svolta – ha concluso l'assessore - . Come facciamo a dire che deve essere un luogo di rieducazione se poi mancano proprio queste figure. E' importante quindi una richiesta al ministero della giustizia ma poi anche, forse, alla regione per aiutarci a fare in modo che il carcere di Firenze sia un momento, un'occasione di ripartenza per tutti coloro che devono scontare la pena e che dovranno poi reintegrarsi nella società".(pc)