Bosi (FI): «Il pacifismo antiamericano abita in Palazzo Vecchio»
Questo il testo dell'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi:«La Commissione consiliare per la pace, solidarietà e relazioni internazionali ha dato parere favorevole alla mozione con la quale si chiede la dismissione e la riconversione ad usi civili di Camp Darby. La Commissione ha inoltre approvato, sempre con il mio voto contrario, una risoluzione a sostegno degli indirizzi di politica estera del governo e contro l'ampliamento della base Usa di Vicenza.Continua così, dopo le iniziative consiliari su Ghedi, Aviano, le servitù militari in Sardegna (mi sorprende che ancora non si sia pensato all'ampliamento di Sigonella), le partecipazioni alle marce della pace con tanto di gonfalone, la deriva pseudo-pacifista ed antagonista della Commissione, nel solco del più puro antiamericanismo, in spregio agli impegni internazionali assunti dai governi che si sono succeduti in Italia e nel più totale disinteresse per le sorti dei rilevanti aspetti economici messi in gioco in vicende di questo genere.Nella mozione su Camp Darby si ricorre ai consueti richiami alla minaccia che la base rappresenterebbe per la sicurezza, la libertà e la sovranità dei nostri cittadini e per i popoli delle nazioni considerate pericolose e minacciose dall'attuale politica statunitense.Così in nome di un pacifismo di parte e a senso unico, mascherato dalle finte preoccupazioni sulle sorti delle popolazioni locali interessate, si chiede la chiusura di una storica presenza sul territorio della Toscana, giungendo persino ad affermare che essa rappresenta un ostacolo al pieno sviluppo sociale, economico ed industriale della zona, senza peraltro mai fornire le prove, inesistenti, della presunta incidenza negativa sull'economia locale. E' vero, semmai, il contrario; la zona infatti trae grande beneficio dalla presenza della base perché l'indotto dà occupazione a centinaia di persone e muove da tempo un consistente giro d'affari.L'opposizione della Regione, dei Comuni di Pisa e dell'Ente Parco Migliarino-San Rossore, sono soltanto di carattere politico e non hanno nulla a che vedere con la realtà. Il "no" al progetto di ampliamento, risalente al 2004, ha già prodotto la perdita di 50 posti di lavoro, che l'attuale Governo vorrebbe riciclare al Tribunale di Pisa. Pare di rivedere un vecchio film quello della rottamazione degli obsoleti computer e del personale della Olivetti di De Benedetti che vennero "rifilati" alle Poste Italiane.Nella mozione sulla base di Vicenza si parla invece della presunta volontà contraria della popolazione locale che, secondo recenti stime, vede di buon occhio la nuova infrastruttura per i vantaggi, anche in termini sociali ed economici, che apporterebbe all'intero comprensorio. Consistente il movimento economico generato dalla base per non parlare dell'investimento per l'ampliamento dell'infrastruttura al cui appalto partecipano, secondo una consuetudine pluriennale, la Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna, la Cooperativa Muratori Riuniti di Ferrara e il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna, facenti parte della Lega delle Cooperative. L'appalto, ricordo, ha un valore oscillante tra i 250 e i 500 milioni di dollari.Qualche cifra sull'indotto:· oltre 2 mila persone che a vario titolo: appaltatori, artigiani, fornitori, guardie giurate, cooperative di pulizia traggono sussistenza dalla microeconomia americana· 10 milioni di euro per appartamenti o magazzini in affitto al Governo Americano;· 25 milioni di euro per appartamenti affittati ai privati;· 5 milioni di euro per il pagamento di fornitura;· 1 milione di euro per servizi di telefonia;· 30 milioni di euro di paghe ai dipendenti della Ederle (circa 9 milioni di euro all'anno vengono versati all'INPS come contributi previdenziali);· 70 milioni di euro per pagamenti a ditte locali per forniture di beni e servizi.Il mancato ampliamento della base di Vicenza comporterebbe poi di riflesso anche il ridimensionamento di Camp Darby che fornisce alla base veneta il supporto logistico.Voglio far notare infine che i promotori della sinistra radicale, ai quali si associano, quasi sempre, esponenti della sinistra DS, dovrebbero avere l'onestà intellettuale, quando presentano questo tipo di mozioni, di richiedere anche l'uscita dell'Italia dalla Nato alla quale non perdonano di avere assicurato decenni di pace, non solo al nostro paese, ma anche all'intera Europa, oggi presa di mira dal terrorismo islamico.Sono, questi soggetti, così nostalgici dell'URSS che non accettano nemmeno l'idea che il comunismo sovietico sia stato sconfitto dalla Coca Cola e che a nulla sia servito creare e sostenere la Mecca Cola, fallita miseramente nelle mani del signor Caruso. Del resto come le immagini televisive dimostrano egli predilige di gran lunga il prodotto americano».(fn)