Donzelli (AN-Pdl): « Via Togliatti diventi via Berlinguer. E nelle vicinanze sia individuato un toponimo da dedicare ad Almirante»

«Via Togliatti diventi via Berlinguer. E nelle vicinanze sia individuato un toponimo da dedicare a Giorgio Almirante». La richiesta è contenuta in una mozione presentata dal consigliere Giovani Donzelli (AN-Pdl).«Il 22 maggio 1988 – scrive l'esponente del centrodestra - morì a Roma Giorgio Almirante, uomo politico che contribuì nel dopoguerra alla stabilizzazione delle istituzioni democratiche, traghettando nel confronto politico istituzionale sensibilità altrimenti lontane dal rispetto delle istituzioni e del confronto democratico. Immediatamente dopo la sua morte la presidente della Camera dei deputati Nilde Jotti e il leader comunista Giancarlo Pajetta si recarono alla camera ardente a rendere omaggio alla salma di Almirante, riconoscendone il valore istituzionale e politico nonostante le idee profondamente diverse. Come d'altronde lo stesso Almirante nel 1984 si era recato a rendere omaggio alla salma di Enrico Berlinguer a Botteghe Oscure».«Durante la sua esperienza parlamentare – prosegue la mozione - più volte ebbe occasione di sconfessare completamente la propria esperienza di collaborazione alla rivista "La difesa della razza " affermando tra l'altro "di aver superato la sua adesione al movimento razzista per ragioni umane e concettuali, per uno di quei superamenti di coscienza ai quali bisogna pur pervenire se si vive con piena onestà la propria fede e la propria dottrina". Molti altri uomini, poi divenuti nel dopoguerra simbolo di cultura democratica e progressista, negli anni del regime fascista si erano caratterizzati come animatori della stessa rivista e di altre amenità razziste. Peraltro anche la magistratura riconobbe l'infondatezza dell'accusa rivolta ad Almirante di aver firmato un manifesto di fucilazione di partigiani».«Durante gli anni di piombo – ricorda Donzelli - Almirante e Berlinguer si incontrarono in via riservata almeno quattro volte per valutare insieme come sconfiggere il terrorismo e la violenza in difesa della democrazia. Ma a Firenze non esiste nessuna via intitolata né a Berlibuer né ad Almirante, ma esiste una via intitolata a Togliatti. Quest'ultimo, a guerra finita, il 30 aprile 1945, quando i partigiani titini erano alle porte di Trieste, firmò un manifesto fatto affiggere nel capoluogo giuliano: "Lavoratori di Trieste, il vostro dovere è accogliere le truppe di Tito come liberatrici e di collaborare con loro nel modo più assoluto". aiutando così lo svolgimneto della drammatica pagina di storia italiana delle Foibe».La mozione impegna l'amministrazione anche «ad organizzare un evento dedicato ai primi tentativi di democrazia compita e di riconoscimento reciproco intrapresi da Almirante e Berlinguer». (fn)Questo il testo della mozione:Ricordato che il 22 maggio 1988 morì a Roma, Giorgio Almirante, uomo politico italiano che contribuì nel dopoguerra alla stabilizzazione delle istituzioni democratiche, traghettando nel confronto politico istituzionale sensibilità altrimenti lontane dal rispetto delle Istituzioni e del confronto democratico.Considerato che immediatamente dopo la sua morte la presidente della Camera dei deputati Nilde Jotti e il leader comunista Giancarlo Pajetta si recarono alla camera ardente a rendere omaggio alla salma di Almirante, riconoscendone il valore istituzionale e politico nonostante le idee profondamente diverse. Come d'altronde lo stesso Almirante nel 1984 si era recato a rendere omaggio alla salma di Enrico Berlinguer a Botteghe Oscure.Preso atto che durante la sua esperienza parlamentare più volte ebbe occasione di sconfessare completamente la propria esperienza di collaborazione alla rivista "La difesa della razza " affermando tra l'altro "di aver superato la sua adesione al movimento razzista per ragioni umane e concettuali, per uno di quei superamenti di coscienza ai quali bisogna pur pervenire se si vive con piena onestà la propria fede e la propria dottrina".Considerato che molti altri uomini, poi divenuti nel dopoguerra simbolo di cultura democratica e progressista, negli anni del regime fascista si erano caratterizzati come animatori della stessa rivista e di altre amenità razziste.Ricordato che anche la magistratura riconobbe l'infondatezza dell'accusa rivolta ad Almirante di aver firmato un manifesto di fucilazione di partigiani.Evidenziato che durante gli anni di piombo Almirante e Berlinguer si incontrarono in via riservata almeno quattro volte per valutare insieme come sconfiggere il terrorismo e la violenza in difesa della democrazia.Preso atto che a Firenze non esiste nessuna via intitolata nè a Berlibuer nè ad Almirante, ma esiste una via intitolata a Togliatti.Ricordato che Togliatti, a guerra finita, il 30 aprile 1945, quando i partigiani titini erano alle porte di Trieste, firmò un manifesto fatto affiggere nel capoluogo giuliano: "Lavoratori di Trieste, il vostro dovere è accogliere le truppe di Tito come liberatrici e di collaborare con loro nel modo più assoluto". aiutando così lo svolgimneto della drammatica pagina di storia italiana delle Foibe.Considerato importante portare ad esempio uomini che nel dopoguerra si sono impegnati, a prescindere dalle idee, per il confronto democratico e contro i tentativi estremistici e terroristici di destabilizzare le Istituzioni.Ricordato che quest'anno cade il ventesimo anniversiario della morte di Giorgio Almirante.IL CONSIGLIO COMUNALE DI FIRENZEIMPEGNA IL SINDACO AD ORGANIZZARE UN EVENTO DEDICATO AI PRIMI TENTATIVI DI DEMOCRAZIA COMPIUTA E DI RICONOSCIMENTO RECIPROCO INTRAPRESI DA ALMIRANTE E BERLINGUER.CHIEDE ALLA COMMISSIONE TOPONOMASTICADI SOSTITUIRE IL TOPONIMO VIA P.TOGLIATTI CON VIA E. BERLINGUER E DI INDIVIDUARE UN TOPONIMO NELLE VICINANZE DA DEDICARE A GIORGIO ALMIRANTE.